Da La Repubblica del 16/06/2004
Il Sicilia il trionfo Udc del governatore e il crollo di Forza Italia
Vola il "partito di Cuffaro" "Ora con me rinasce la Dc"
La gente mi sceglie perché ho una visione diversa della politica: non credo che si faccia soltanto sulle tivù e sui giornali
di Attilio Bolzoni
PALERMO -Tanta voglia di centro e tanta voglia di Totò Cuffaro rilanciano ancora una volta l´isola come "laboratorio politico". E´ il trionfo dell´Udc e il crollo di Forza Italia che provocano un terremoto nel centrodestra, si annunciano grandi manovre nei Palazzi di Palermo, speranze e paure che si intrecciano, un solo vincitore nel Polo: il governatore. Che dice: «E´ dal 1991 che aspettavo questo momento: da qui è cominciata la fine della Dc e proprio da qui sta rinascendo. E´ un sogno che finalmente si sta realizzando». Una vittoria senza precedenti del «partito di Cuffaro» alle europee - più di 315 mila voti e toccata la barriera del 14 per cento - riapre i giochi in Sicilia e soprattutto calamita un elettorato che sembra non aspettasse altro: il ritorno della cara vecchia Democrazia cristiana. Racconta il governatore: «Prima di queste elezioni avevo molto chiaro che eravamo a un punto di svolta. E il mio sogno era proprio questo: avere un partito che fosse l´erede non solo della storia e della cultura della Dc ma anche l´erede elettorale. E´ andata bene». Il Presidente della Regione Sicilia spiega perché proprio qui in Sicilia sta resuscitando la Democrazia cristiana: «Da Palermo era partito il primo segnale di malessere con Leoluca Orlando che aveva fondato la Rete. Allora la Dc non capì. Ma oggi si ricomincia da qui, la riaggregazione parte da dove era cominciata la disgregazione».
Si aspetta un rimpasto di giunta dopo la ridistribuzione di voti nel centrodestra ma intanto Totò Cuffaro e i suoi si preparano alla grande sfida. Crescono dappertutto, in ogni provincia dell´isola. Si preparano all´assalto finale degli alleati di Forza Italia che perde pezzi. Si concentra tutto su quello che sta per diventare il padrone assoluto della politica siciliana: Totò Cuffaro. Lui, da democristiano doc, mette le mani avanti. Così: «La ridistribuzione del consenso si farà, è normale. L´importante è mettersi d´accordo con gli alleati. Il voto dimostra comunque che Forza Italia qui in Sicilia è ormai strutturata, non è solo il voto dato a Berlusconi». E così: «La gente mi vota perché ho una visione diversa della politica di oggi: io non credo che la politica si faccia solo sulle tivù e sui giornali. Io sto in mezzo alla gente e la gente lo capisce: io incarno quel presidente scelto direttamente dagli elettori. Altrove probabilmente sono i mass media che ti presentano una candidatura, forse funzionerà nel Veneto o in Piemonte ma in Sicilia non vanno così le cose».
L´eredità della Dc («E´ la storia della Democrazia Cristiana che mi ha riconosciuto») e una valanga di disavventure giudiziarie che non fermano il consenso. Al contrario. Nell´Udc aumenta sempre. Nonostante un paio di assessori regionali arrestati per mafia, nonostante lo stesso governatore sia indagato per «concorso esterno in associazione mafiosa». Ribatte lui: «Mi continuano a votare perché mi conoscono personalmente. E io conosco quasi tutti i miei elettori. Sanno che non sono mafioso. Per loro non fa differenza quell´avviso di garanzia. Come per me non fa differenza una sentenza su Calogero Mannino perché anch´io lo conosco e anch´io so che Mannino, il mio maestro, non è un mafioso».
Si aspetta un rimpasto di giunta dopo la ridistribuzione di voti nel centrodestra ma intanto Totò Cuffaro e i suoi si preparano alla grande sfida. Crescono dappertutto, in ogni provincia dell´isola. Si preparano all´assalto finale degli alleati di Forza Italia che perde pezzi. Si concentra tutto su quello che sta per diventare il padrone assoluto della politica siciliana: Totò Cuffaro. Lui, da democristiano doc, mette le mani avanti. Così: «La ridistribuzione del consenso si farà, è normale. L´importante è mettersi d´accordo con gli alleati. Il voto dimostra comunque che Forza Italia qui in Sicilia è ormai strutturata, non è solo il voto dato a Berlusconi». E così: «La gente mi vota perché ho una visione diversa della politica di oggi: io non credo che la politica si faccia solo sulle tivù e sui giornali. Io sto in mezzo alla gente e la gente lo capisce: io incarno quel presidente scelto direttamente dagli elettori. Altrove probabilmente sono i mass media che ti presentano una candidatura, forse funzionerà nel Veneto o in Piemonte ma in Sicilia non vanno così le cose».
L´eredità della Dc («E´ la storia della Democrazia Cristiana che mi ha riconosciuto») e una valanga di disavventure giudiziarie che non fermano il consenso. Al contrario. Nell´Udc aumenta sempre. Nonostante un paio di assessori regionali arrestati per mafia, nonostante lo stesso governatore sia indagato per «concorso esterno in associazione mafiosa». Ribatte lui: «Mi continuano a votare perché mi conoscono personalmente. E io conosco quasi tutti i miei elettori. Sanno che non sono mafioso. Per loro non fa differenza quell´avviso di garanzia. Come per me non fa differenza una sentenza su Calogero Mannino perché anch´io lo conosco e anch´io so che Mannino, il mio maestro, non è un mafioso».
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