Da Punto Informatico del 11/01/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=57160
USA, vita nuova per i brevetti
Spazio all'open source, trasparenza e collaborazione: questi i tre cardini della riforma dell'Ufficio brevetti americano, le cui decisioni in campo tecnologico hanno portato ad un decennio di conflitti legali
Washington (USA) - Caccia alla riforma: l'Ufficio dei brevetti americano sta annunciando in queste ore una rivoluzione che tocca da vicino il mondo del software. Se in Europa i brevetti sul software non sono consentiti, almeno sulla carta, negli USA la brevettazione ha conosciuto una vera e propria esplosione, ma i criteri con cui molti brevetti sono stati riconosciuti ha anche portato una crescita esponenziale della denunce tra imprese sulle proprietà intellettuali di numerose diverse tecnologie.
Tre i cardini della riforma. Il primo è legato all'open source: sotto la spinta di IBM, che anche nel 2005 si è assicurata la palma di società leader della brevettazione (quasi 3mila brevetti in un anno), verrà aperto uno spazio dedicato al software libero, affinché sia più facile, per chi esamina le nuove richieste di brevetto, verificare l'esistenza di eventuali conflitti con le tecnologie aperte. Si tratta di un progettone molto complesso che vede la collaborazione, tra gli altri, anche di Novell, Red Hat e SourceForge e che si avvarrà di un sistema capace di memorizzare il codice sorgente in un formato ricercabile elettronicamente, che soddisfi i requisiti per qualificarsi legalmente come prior art. Di conseguenza, sia gli esaminatori che il pubblico potranno usare il software libero per assicurare che i brevetti siano emessi solo per le effettive invenzioni di software.
Il secondo nodo è la realizzazione di un programma sul sito web dell'Ufficio che permetterà, a chiunque lo visiterà, di inviare criteri di ricerca e abbonarsi per ricevere periodicamente e-mail contenenti i link alle domande di brevetto pubblicate nelle aree di proprio interesse.
Altra novità sarà la creazione di un indice di qualità dei brevetti, un tool pensato per facilitare ad imprese e sviluppatori la presentazione delle richieste, un software realizzato da un docente dell'Università della Pennsylvania esperto di proprietà intellettuale.
Come riporta il NYTimes, non tutti sono felici delle novità. Gregory Aharonian, che cura la celebre newsletter sui brevetti Internet Patent News Service ha stigmatizzato l'operazione, criticandola perché impatterà soltanto sui brevetti futuri senza offrire una revisione complessiva di quanto già prodotto dall'Ufficio. Applaudono invece all'iniziativa quelli degli Open Source Development Laboratories, secondo cui il nuovo sistema potrebbe effettivamente riuscire a ridurre il numero dei brevetti e ad alzare la loro qualità, andando quindi ad influire positivamente sullo sviluppo tecnologico.
Tre i cardini della riforma. Il primo è legato all'open source: sotto la spinta di IBM, che anche nel 2005 si è assicurata la palma di società leader della brevettazione (quasi 3mila brevetti in un anno), verrà aperto uno spazio dedicato al software libero, affinché sia più facile, per chi esamina le nuove richieste di brevetto, verificare l'esistenza di eventuali conflitti con le tecnologie aperte. Si tratta di un progettone molto complesso che vede la collaborazione, tra gli altri, anche di Novell, Red Hat e SourceForge e che si avvarrà di un sistema capace di memorizzare il codice sorgente in un formato ricercabile elettronicamente, che soddisfi i requisiti per qualificarsi legalmente come prior art. Di conseguenza, sia gli esaminatori che il pubblico potranno usare il software libero per assicurare che i brevetti siano emessi solo per le effettive invenzioni di software.
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