Da Quattroruote del 02/11/2006
Originale su http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=63997
Trasporti: più futuro all'idrogeno
Sette anni di ricerca hanno permesso alla Volkswagen di sviluppare un nuovo tipo di cella a combustibile, chiamate Htfc (sta per "High temperature fuel cell", fuel cell ad alta temperatura).
L'idea è di risolvere uno dei maggiori problemi delle fuel cell utilizzate sinora, relativo alla temperatura di funzionamento delle membrane, che normalmente non può superare gli 80 gradi, a meno di rischiare danni irreparabili. Per questo motivo, i prototipi di auto a idrogeno devono avere raffinati e costosi sistemi di raffreddamento: la sola superficie radiante è circa tre volte quella necessaria per i motori diesel.
Secondo la Casa tedesca, le nuove fuel cell permetterebbero, invece, un buon funzionamento senza perdite di prestazioni anche a 120 °C e senza bisogno di umidificazione, grazie all'utilizzo di acido fosforico come elettrolita. Questa tecnologia riduce peso, costo e ingombro delle celle a combustibile (anche del 30%), a tutto vantaggio dell'abitabilità della vettura.
Non è tutto: una notizia ancora migliore per l'ambiente arriva dalla General Motors, che annuncia l'inizio del programma "Hydrogen Pathways", che ha individuato l'Islanda, patria dei geyser, come regione simbolo per la produzione geotermica dell'idrogeno.
Il Gruppo americano vuole sfruttare il calore terrestre, una fonte di energia pulita e rinnovabile (che in Islanda affiora a profondità facilmente raggiungibili), per produrre energia elettrica in abbondanza; attraverso l'elettrolisi, questa corrente può essere utilizzata per produrre proprio l'idrogeno.
Chiaramente, la produzione geotermica dell'idrogeno può essere realizzata anche in altre parti del mondo, ma in questi casi il calore dev'essere "pescato" molto più in profondità, con pozzi di centinaia di metri.
Comunque, quella dell'idrogeno di origine geotermica sembra proprio una bella prospettiva, che apre nuove strade a questa tecnologia, permettendole di slegarsi finalmente dal petrolio.
L'idea è di risolvere uno dei maggiori problemi delle fuel cell utilizzate sinora, relativo alla temperatura di funzionamento delle membrane, che normalmente non può superare gli 80 gradi, a meno di rischiare danni irreparabili. Per questo motivo, i prototipi di auto a idrogeno devono avere raffinati e costosi sistemi di raffreddamento: la sola superficie radiante è circa tre volte quella necessaria per i motori diesel.
Secondo la Casa tedesca, le nuove fuel cell permetterebbero, invece, un buon funzionamento senza perdite di prestazioni anche a 120 °C e senza bisogno di umidificazione, grazie all'utilizzo di acido fosforico come elettrolita. Questa tecnologia riduce peso, costo e ingombro delle celle a combustibile (anche del 30%), a tutto vantaggio dell'abitabilità della vettura.
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Il Gruppo americano vuole sfruttare il calore terrestre, una fonte di energia pulita e rinnovabile (che in Islanda affiora a profondità facilmente raggiungibili), per produrre energia elettrica in abbondanza; attraverso l'elettrolisi, questa corrente può essere utilizzata per produrre proprio l'idrogeno.
Chiaramente, la produzione geotermica dell'idrogeno può essere realizzata anche in altre parti del mondo, ma in questi casi il calore dev'essere "pescato" molto più in profondità, con pozzi di centinaia di metri.
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