Da Il Sole 24 Ore del 28/03/2003
Originale su http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=219482&chId=7&...

Bush e Blair: avanti fino in fondo

di Mario Platero

CAMP DAVID - «Good Job!». George W. Bush non sapeva che c'erano ancora i microfoni aperti quando si è congratulato con Tony Blair per la brillante prestazione oratoria alla fine della loro conferenza stampa di ieri a Camp David. In effetti Blair ha spiegato con eloquenza perché questa guerra contro l'Irak è necessaria. Perché, davanti a differenze su come procedere da parte di alcuni Stati europei «altri Paesi europei hanno scelto di fare la cosa giusta, e cioè di non fuggire davanti alla minaccia per la sicurezza collettiva da parte di un dittatore come Saddam. Immaginate che messaggio avrebbe dato agli altri dittatori scegliere la via della fuga». I due hanno ribadito che è impossibile stabilire una tabella di marcia per questa guerra, hanno chiesto all'Onu di riattivare il programma "Oil for food" per l'Irak - ieri sera il Consiglio di sicurezza ha trovato un accordo - hanno auspicato che le Nazioni Unite possano approvare quanto prima una risoluzione che affermi l'integrità territoriale dell'Irak e, Bush in particolare, ha promesso di annunciare una tabella di marcia per il processo di pace in Medio Oriente non appena il nuovo primo ministro palestinese Mahmud Abbas sarà confermato nel suo incarico. Blair ha anche detto che una volta chiusa questa crisi sarà importante ricucire gli strappi con gli alleati ed esaminare il perché delle differenze. Ma, come per la guerra, anche il confronto diplomatico diventa una questione di tempo: più tempo ci vorrà per arrivare a un'intesa all'Onu, infatti, e più tempo avranno gli Stati Uniti per avanzare il loro progetto di ricostruzione in Irak. E non solo dal punto di vista materiale e delle infrastrutture, ma anche da quello della creazione di nuove istituzioni e di una leadership politica affidabile. Quello di ieri è stato il primo "vertice di guerra" fra i leader che guidano le due nazioni più impegnate contro l'Irak. Il messaggio comune più rilevante ha riguardato, come si è detto, il tempo. «Questa guerra durerà tutto il tempo necessario per finirla. Questo è quello che dovete sapere - ha detto Bush - non è questione di tempi, è una questione di vittoria. E il popolo iracheno deve sapere che sarà liberato da Saddam Hussein indipendentemente da quanto tempo sarà necessario per compiere la missione». Questo messaggio di Bush può sembrare scoraggiante per chi teme che questa guerra si protrarrà troppo a lungo. Potrebbe avere una connotazione negativa. Ma in questo messaggio c'è una precisa chiave interpretativa. La prima è per gli americani, la seconda è proprio per il popolo iracheno. Dal fronte sono giunte notizie di sospetti e paure da parte di ampie fasce della popolazione irachena. Farebbero volentieri a meno di Saddam, ma non si ribellano apertamente temendo che, come nel 1991, gli americani finiranno poi per abbandonarli a se stessi. Bush ha voluto dire loro che oggi gli americani sono impegnati e che ogni loro aiuto sarà benvenuto. Si è trattato in sostanza di un appello a unirsi all'America in questa «guerra per la liberazione». Il messaggio interno è più complesso. Questa guerra non è come quella del 1991, quando si trattava di liberare un Paese relativamente piccolo. Questa è una guerra di conquista contro un nemico agguerrito. Può essere pericolosa. Espone il fianco ad attacchi e le forze si trovano impegnate in quello che sembra essere un conflitto del tutto convenzionale, con paracadutisti, carri armati e fanteria in aggiunta all'hi-tech dei missili teleguidati. E riafforano le critiche alla vecchia leadership americana: c'è un pericolo Vietnam, c'è il rischio di finire in un massacro. «Il Vietnam è successo perché la nostra leadership non aveva mai creduto fino in fondo nella possibilità della vittoria. In questo caso - ha scritto qualche giorno fa il "Wall Street Journal" - l'unica possibilità è la vittoria. E il presidente fa bene a dirlo indipendentemente dal tempo che sarà necessario». Non c'è dubbio che dal suo punto di vista Blair torna a casa con il bicchiere mezzo vuoto. Bush gli ha detto chiaramente che l'Onu sarà benvenuto in un ruolo centrale nella gestione delle operazioni umanitarie, ma non, almeno in questa prima fase, in quello per la ricostruzione. L'amministrazione Usa infatti non vuole che i sacrifici per questa guerra si disperdano in inutili polemiche tipiche di una organizzazione multilaterale "politicizzata" come le Nazioni Unite. Ieri è già arrivata la risposta di Parigi: «È impensabile che a occuparsi dell'Irak sia un Paese soltanto» ha detto Dominique de Villepin, ministro degli Esteri francese. In compenso c'è stata una piccola apertura franco-tedesca: i due ambasciatori hanno respinto la proposta di inserire all'ordine del giorno della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra le conseguenze di questa guerra sulla popolazione. La commissione è oggi presieduta dalla Libia. E il pericolo era quello di aprire un processo all'America e alla Gran Bretagna. In questo suo viaggio, Blair è riuscito a strappare almeno l'impegno sul Medio Oriente. Bush ha promesso che nel giro di qualche settimana presenterà il suo piano. E chiederà a israeliani e palestinesi di tornare al tavolo del negoziati.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Bush in piedi davanti alla tv: «E’ la storia»
Cheney: «Emerge la saggezza del nostro piano». L’ambasciatore iracheno all’Onu: «La partita è chiusa»
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 10/04/2003
«Dopoguerra, ruolo vitale per l’Onu»
Bush e Blair: via dal Paese solo con un governo rappresentativo. Annan annulla il viaggio in Europa
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 09/04/2003
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0