Da La Stampa del 09/05/2003

Scontri tra polizia e contadini, terrorizzati dal progredire dell’epidemia. primo morto a Shanghai

Psicosi Sars, assalti agli ospedali

di Francesco Sisci

PECHINO UNO è fuggito da un’ambulanza che lo stava portando in ospedale. Due si sono avventati contro i medici che li curavano e hanno strappato loro di dosso gli occhiali di protezione e la mascherina»: Zhang Jie, la più celebre romanziera cinese, scuote la testa orgogliosamente grigia, restia alle tinture di capelli che vanno tanto di moda qui. «Ma come? – mormora –. I medici mettono a rischio la loro vita per cercare di salvarli e loro li attaccano? È forse quanto di più triste stia accadendo adesso in Cina con la Sars: l’ignoranza dei contadini, tutta la loro paura per la scienza moderna, i loro pregiudizi». È tutta qui la nuova fase della lotta della malattia che si combatte nelle campagne cinesi. Non è più una guerra contro il virus, ma una lotta senza quartiere contro paure ancestrali di milioni di uomini e donne, sospesi tra Medioevo e modernità, tra antiche credenze e scienza moderna. Ieri una sessantina di persone è stata arrestata a Chengde, l’ex residenza estiva degli imperatori, a circa 200 chilometri da Pechino. Avevano attaccato e saccheggiato un ambulatorio nel timore che fosse usato come centro di quarantena. Contemporaneamente alcune centinaia di manifestanti, per ore, avevano tenuto in scacco il centro della capitale, perché non volevano essere messi in isolamento. Poi, 200 tra poliziotti e guardie di sicurezza hanno avuto ragione di loro. La repressione poliziesca contro le proteste popolari appare come un nuovo aspetto della lotta alla Sars: da un lato c’è il governo che tenta in tutti i modi di arginare l’avanzata del morbo, dall’altra c’è la protesta di una bigotta Vandea contadina. La provincia del Jiangsu ha annunciato che offrirà 5 mila yuan di ricompensa, sei mesi di stipendio, a chi darà informazioni sui casi di Sars. È un modo per cercare di scovare i malati che si nascondono e che possono diffondere l’infezione. Ed è una prova di quanto sia difficile scovarli, di quante siano le complicità che proteggono i fuggitivi dalla quarantena. Intanto la malattia non smette di colpire. Mentre a Hong Kong e Canton la situazione appare sotto controllo e a Pechino i nuovi malati hanno smesso di crescere, a Shanghai ieri si è registrato il primo morto. Potrebbe essere un caso isolato o il primo indizio del fatto che la situazione in città sia più grave di quanto si pensasse. Il premier Wen Jiabao ha annunciato un robusto pacchetto di finanziamenti anti-crisi. Una parte dei fondi dovrebbe essere destinata all’opera di educazione dei contadini che vivono nelle campagne e che non si fidano dei medici né del governo e che vivono la quarantena come una specie di pre-morte. Un’altra parte dei fondi - la più consistente e che ammonta a circa un miliardo di euro - andrà alla costruzione di infrastrutture sanitarie. Inoltre, i contadini avranno (ed è la prima volta) l’assistenza sanitaria gratuita (non accadeva nemmeno ai tempi di Mao). Altri aiuti andranno poi alle industrie più colpite dalla crisi, come l’aviazione civile, il turismo, la ristorazione, il trasporto urbano. È proibito d’ora in poi procedere a licenziamenti o a svendite. La crisi sanitaria, nelle intenzioni del regime, non deve trasformarsi in crisi sociale. Intanto, il crollo della domanda interna è uno dei rischi maggiori. Il governo è ormai certo che il secondo trimestre dell'anno non andrà bene: si mirava a raggiungere il 7% di crescita, ma i dubbi sono forti. Così è stata annunciata l’emissione di buoni del tesoro per finanziare nuove infrastrutture e sono state approvate forti esenzioni fiscali, soprattutto per i commercianti. Pechino, comunque, non tollererà errori da parte degli amministratori: già 120 funzionari in 15 province hanno perso il posto o sono stati degradati per atti di negligenza. È la prima volta, dai tempi della rivoluzione culturale, che tanti funzionari vengono destituiti. Così per il nuovo duo del presidente Hu Jintao e del premier Wen la Sars è un banco di prova. Se supereranno la Sars saranno intoccabili, altrimenti... chissà.

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