Da Corriere della Sera del 14/05/2003
Bush caccia 14 diplomatici cubani con l’accusa di attività spionistica
Sette erano accreditati all’Onu e sette nella Sezione di interessi di Washington
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Espulsione in massa di diplomatici cubani dagli Stati Uniti: il Dipartimento di Stato ne ha cacciati 14, sette dalla missione all'Onu a New York, dove ce ne sono in totale 37, e altri sette dalla Sezione interessi di Washington, dove ce sono una quindicina. Sebbene le terminologie usate siano diverse, si è trattato in entrambi i casi di una misura antispionistica. I cubani all'Onu, ha detto un comunicato, «svolgevano attività che esulavano delle loro capacità, costituivano un abuso del loro privilegio di residenza e nuocevano agli Stati Uniti»; quelli a Washington «svolgevano opera d'intelligence incompatibile con la loro qualifica diplomatica, sono stati dichiarati persona non grata».
L'espulsione ha risparmiato l'ambasciatore all'Onu Bruno Rodriguez Parrilla e il capo della Sezione interessi di Washington, Dagoberto Rodriguez. Nessuno dei due ha fatto commenti, e anche l'Avana ha taciuto. Ma è probabile che Castro reagisca espellendo non solo numerosi membri della Sezione interessi americani a Cuba, ma anche il loro capo James Cason. Ad aprile, in un discorso televisivo di oltre 3 ore, il líder máximo ha accusato Cason di «attività sovversive», ossia di finanziamento e di incitamento dei dissidenti alla rivolta. Cason, che in un anno ha percorso in auto oltre 10.000 chilometri per visitare i centri dell'opposizione cubana nell'isola, ha risposto di volere soltanto favorire «la transizione di Cuba alla democrazia».
Il duro provvedimento Usa porta i difficili rapporti tra l'Avana e Washington al punto di rottura, come mai finora dai tempi della guerra fredda. La crisi è stata innescata dall'incarcerazione a Cuba, due mesi fa, di 78 dissidenti e più tardi dalla esecuzione di tre dirottatori, a cui il presidente Bush ha reagito cancellando la politica del dialogo indiretto del suo predecessore, Clinton. Ad aprile, quando Cuba fu rieletta alla Commissione dei diritti umani all'Onu, gli Usa abbandonarono l'aula in segno di protesta: «E' un oltraggio, il regime è repressivo» proclamò il Dipartimento di Stato. Attualmente il Congresso americano, che non ha mai revocato l'embargo commerciale del '61, ha all'esame sanzioni supplementari contro l'Avana.
L'espulsione ha risparmiato l'ambasciatore all'Onu Bruno Rodriguez Parrilla e il capo della Sezione interessi di Washington, Dagoberto Rodriguez. Nessuno dei due ha fatto commenti, e anche l'Avana ha taciuto. Ma è probabile che Castro reagisca espellendo non solo numerosi membri della Sezione interessi americani a Cuba, ma anche il loro capo James Cason. Ad aprile, in un discorso televisivo di oltre 3 ore, il líder máximo ha accusato Cason di «attività sovversive», ossia di finanziamento e di incitamento dei dissidenti alla rivolta. Cason, che in un anno ha percorso in auto oltre 10.000 chilometri per visitare i centri dell'opposizione cubana nell'isola, ha risposto di volere soltanto favorire «la transizione di Cuba alla democrazia».
Il duro provvedimento Usa porta i difficili rapporti tra l'Avana e Washington al punto di rottura, come mai finora dai tempi della guerra fredda. La crisi è stata innescata dall'incarcerazione a Cuba, due mesi fa, di 78 dissidenti e più tardi dalla esecuzione di tre dirottatori, a cui il presidente Bush ha reagito cancellando la politica del dialogo indiretto del suo predecessore, Clinton. Ad aprile, quando Cuba fu rieletta alla Commissione dei diritti umani all'Onu, gli Usa abbandonarono l'aula in segno di protesta: «E' un oltraggio, il regime è repressivo» proclamò il Dipartimento di Stato. Attualmente il Congresso americano, che non ha mai revocato l'embargo commerciale del '61, ha all'esame sanzioni supplementari contro l'Avana.
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