Da Corriere della Sera del 22/05/2003

Chirac incalza Bush: «Un mondo unito»

«Al G-8 di Evian per affermare valori universali». Ma la Casa Bianca attacca l’Europa

di Massimo Nava

PARIGI - Dall'Iraq all'agricoltura, dalla visione del mondo al protezionismo industriale, le divergenze fra Paesi europei e Stati Uniti restano aperte. E quelle fra Parigi e Washington esplicite. Ieri se ne avuta una conferma, in due discorsi, a distanza, fra Bush e Chirac. In vista del prossimo G-8 di Evian, e del primo, inevitabile, faccia a faccia fra i due presidenti, la Francia non vuole rischiare un fallimento del vertice e l'ulteriore peggioramento dei rapporti con gli Stati Uniti.
D'altra parte, non è nel costume nazionale chiedere scusa, e meno che mai nel contesto del dopoguerra, con una ripresa del terrorismo che sembra dar ragione alle Cassandre pacifiste e a chi, come Chirac, aveva previsto la «moltiplicazione di piccoli Ben Laden». «Oggi abbiamo paura di aver avuto ragione», dicono al ministero degli Esteri.
Anticipando, con un discorso all' Eliseo, il «menu» di Evian, Chirac ha evitato le polemiche, rilanciando però la visione francese del pianeta. Solidarietà con il terzo mondo e con i Paesi emergenti, sviluppo sostenibile, protocolli di Kyoto sull'effetto serra, mondializzazione dal volto umano, governo multilaterale del pianeta: ecco i temi chiave sui quali la Francia cercherà il consenso dei grandi della terra.
E non solo di questi: convinto che il G-8 «non debba essere un direttorio», Chirac ha invitato ai lavori i presidenti cinese, messicano e brasiliano, il primo ministro indiano, il principe saudita Abdallah, il primo ministro malaysiano, presidente del movimento dei non allineati e il Re del Marocco, presidente dell'associazione dei Paesi in via di sviluppo. Saranno inoltre presenti avanguardie dello sviluppo africano, Algeria, Egitto, Sud Africa e Senegal. Infine, la Francia ha voluto che il vertice fosse aperto alla società civile e al dialogo con i movimenti no global.
Tutte «aperture» che non faranno molto piacere a Bush il quale, indirettamente, ha risposto alla visione umanistica di Chirac invitando i partner europei a far corrispondere la copertura finanziaria alle buone intenzioni. Il presidente americano si è riferito agli aiuti per la lotta all'Aids, ma ha anche accennato alle misure protezionistiche in agricoltura e ha attaccato la posizione dell'Unione europea contraria agli Ogm (organismi geneticamente modificabili) che, secondo il presidente americano, ostacola la lotta alla fame nel mondo sulla base di «timori infondati e non su basi scientifiche».
«Dopo mesi difficili, Evian è l'occasione per dimostrare che le nazioni possono e vogliono intendersi, agire insieme al servizio dell'uomo», ha auspicato il presidente francese, convinto che «sanità, alimentazione, accesso all'acqua, ambiente sano siano ormai diritti fondamentali» la cui realizzazione dipende dalla capacità dei Paesi più forti di costruire «un mondo unito e solidale».
Nei giorni scorsi, il mondo imprenditoriale aveva rivolto un invito al mondo politico a voltare pagina e a ricucire i rapporti atlantici, nell'ottica del «businnes as usual». Chirac ha rassicurato gli imprenditori: la fiducia nella ripresa dell'economia ha, come premessa, la distensione dei rapporti politici. In questo contesto, la diplomazia è al lavoro per una risoluzione all'Onu sulla futura gestione dell'Iraq che sia all'insegna del dialogo. Ed è stato proprio il ministro degli Esteri francese Dominique de Villepin ad annunciare ieri sera che Parigi Berlino e Mosca voteranno a favore della risoluzione per la revoca dell’embargo a Bagdad proposta al Consiglio di Sicurezza dagli Stati Uniti.
Nel discorso all'Eliseo, senza mai citare gli Stati Uniti, Chirac ha detto che l'altra faccia della mondializzazione è una maggiore vulnerabilità rispetto al terrorismo, alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, al traffico di droga e al crimine organizzato.
«Noi - ha concluso il presidente - partecipiamo all'impresa ambiziosa di costruire un governo mondiale e di affermare valori universali, che saranno tanto più forti quanto più saranno condivisi da tutti». Difficile che ad Evian si compia il miracolo di convincere anche Bush.

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