Da Corriere della Sera del 03/07/2003

Ricorretta la legge Gasparri. L’Ulivo: così si aiuta Mediaset

Crescita dei gruppi tv Il Polo rialza il «tetto»

E gli editori protestano per le telepromozioni: danno alla carta stampata

di Dario Di Vico

ROMA - Il governo va avanti per la sua strada ma la Fieg protesta vibratamente. Ed esprime, parole del presidente Luca di Montezemolo, «il più vivo rincrescimento». Quella di ieri sul fronte della legge Gasparri di riforma del sistema delle comunicazioni è stata una giornata ricca di avvenimenti e tensioni. Come prima cosa la maggioranza di centro-destra ha utilizzato i lavori dell’ottava commissione del Senato per ripristinare il vecchio articolo 15 che fissa al 20% dell’insieme delle risorse del Sistema integrato della comunicazione (Sic) il tetto antitrust. Qualora venisse approvato definitivamente in aula, quest’articolo concederebbe a Mediaset ampi margini per crescere ancora in Italia. Se vorrà comprare dei nuovi quotidiani il gruppo Berlusconi dovrà però attendere 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Il nuovo testo presentato dal relatore Luigi Grillo (Forza Italia) reintroduce anche il limite asimmetrico previsto per Telecom, che quindi non potrà controllare più del 10% delle risorse complessive del Sic.

PUBBLICITA’ IN TV - Risistemate le norme in materia di antitrust la maggioranza ha provveduto anche ad allargare le maglie della pubblicità televisiva. Le telepromozioni restano fuori dal computo del tetto orario di affollamento (18%) previsto per gli spot in tv. Ed è stata propria questa scelta a far infuriare gli editori. Per Montezemolo, che ha scritto nella serata ieri una lunga lettera al ministro Gasparri, si tratta di un danno evidente per tutti i media diversi dalle tv private e «in particolare per la stampa». Il potere politico, infatti, lungi dal ridurre «la dominanza esistente sul mercato pubblicitario» opta per soluzioni che tendono ad aumentarla. Per la Fieg anche la scelta operata sul Sic è sbagliata perché amplia a dismisura il perimetro del sistema della comunicazione. Che invece deve essere costituito solo da pubblicità, canone tv, abbonamenti alle pay tv e vendite di quotidiani e periodici.

IL FUTURO DELLA RAI - L’ottava commissione di palazzo Madama ha anche varato gli articoli 20 e 21 che ridisegnano il futuro della Rai, che sarà privatizzata con il modello della public company. Per quanto riguarda il termine di decadenza dell’attuale consiglio di amministrazione il senatore Grillo ha fatto sapere che presenterà in aula un emendamento «in modo che riesca a finire il suo mandato». Il giudizio dell’opposizione, però, è stato durissimo. Antonello Falomi (Ds) giudica il nuovo testo peggiore di quello originario perché «regala centinaia di miliardi a Mediaset che può trasmettere televendite e telepromozioni solo con un limite giornaliero e non con un limite orario». Il gruppo milanese ha replicato sostenendo che l’approvazione della legge «non modifica di un euro la situazione economica di Mediaset».

L’ANTITRUST - Sempre nella giornata di ieri sulla Gasparri si è abbattuto il giudizio del presidente dell’Antitrust, Giuseppe Tesauro, emesso durante un’audizione alla Camera e secondo il quale «le frequenze telefoniche e televisive vanno assegnate secondo principi di trasparenza e non discriminazione». Il disegno di legge Gasparri, dunque, facendo salva l’attuale situazione di fatto delle frequenze tv «non appare conforme ai principi comunitari». Un giudizio severo che il centrosinistra ha interpretato come «una nuova grave bocciatura della legge». Per Paolo Gentiloni (Margherita), in seguito al parere di Tesauro «i soggetti discriminati dall’occupazione di fatto delle frequenze tv avranno un’arma in più per fare ricorsi in sede italiana ed europea».

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