Da Corriere della Sera del 06/08/2003
VERSO IL DIGITALE / Il ministro ricorda gli obblighi di legge. Il consigliere Rai di area An: non positive le esperienze straniere
Riforma tv, Gasparri preme sul Cda. Veneziani frena: cautela, ho dubbi
di Dario Di Vico
ROMA - Ha messo per iscritto le sue perplessità e le ha fatte diffondere tramite agenzie di stampa. Marcello Veneziani sembra sempre più a disagio nella veste di consigliere d’amministrazione della Rai. An è schierata a fianco del ministro Maurizio Gasparri che da parte sua avverte la Rai: «O la mia legge o il declino»? Ebbene Veneziani, che è di area An, ha elencato tutte le sue perplessità. E lo ha fatto nell’immediata vigilia del Cda Rai che oggi dovrà decidere sull’acquisto delle frequenze del digitale terrestre. Veneziani non chiama in causa direttamente Gasparri ma le sue argomentazioni appaiono «alternative» a quelle del ministro. Intanto, sostiene Veneziani, «è contraddittorio che un Cda così delimitato nel mandato debba decidere in modo così impegnativo sul futuro della Rai». Non porrò ostacoli all’attuazione del piano digitale e ne sosterrò lealmente il percorso, aggiunge, e lo faccio se non altro per non beccarmi l’accusa di «oscurantismo». Ma «a giudicare dalle esperienze statunitensi, britanniche, spagnole e scandinave, tutt’altro che positive sul digitale, si dovrebbe essere più cauti». Aggiungo, dice Veneziani, «di non considerare una catastrofe che una rete Mediaset finisca sul satellite e che una rete Rai si sostenga con il solo canone televisivo» e mi auguro che l’azienda riprenda ad occuparsi con rigore di qualità e cultura. «Vedo stanchezza e noncuranza di fronte ad ogni proposta di rinnovamento, sperimentazione e audacia creativa». I vertici della tv di Stato non possono solo «assecondare le trasformazioni tecnologiche senza porsi la prospettiva di ridisegnare la Rai». Che la riunione del Cda di oggi sia importante lo testimonia non solo l’eterodossa presa di posizione di Veneziani, che sarebbe stata apprezzata dal presidente Lucia Annunziata, ma il fatto che il ministro Gasparri abbia inviato ieri ai consiglieri e al direttore generale Flavio Cattaneo una lettera che ricapitola gli obblighi Rai per il digitale (realizzare almeno due blocchi di diffusione che raggiungano entro il 1 gennaio 2004 il 50% della popolazione). Il gesto di Gasparri non poteva essere più esplicito visto che il ministro ricorda anche come, in caso di esecutività della sentenza della Corte Costituzionale, la Rai perderebbe consistenti introiti pubblicitari. Ma non è tutto. Gasparri ha anche rispedito a viale Mazzini - con alcune correzioni - l’accordo di programma sul digitale terrestre approvato dal Cda Rai. Assieme alla documentazione di fonte ministeriale i consiglieri prenderanno visione dei pareri legali formulati dallo studio Bonelli-Erede-Pappalardo e dallo studio Guarino, parere richiesti per capire fino a che punto può spingersi la Rai nello shopping digitale non essendo stata ancora approvata la legge di sistema. Comunque oggi Cattaneo porterà all’approvazione del Cda solo un contratto d’acquisto, negoziato ai prezzi standard di mercato. Vedremo come reagiranno presidente e consiglieri. Proseguono, intanto, le schermaglie dentro il centro-destra: An chiede tempi brevi per l’approvazione della Gasparri e l’Udc conferma l’intenzione di apportare modifiche sostanziali.
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