Da Avvenire del 05/08/2003
Il leader dei ribelli: «Pronti a ritirarci»
di Giampiero Mazza
Un altro passo in avanti sulla via della pace per la martoriata Liberia. Dopo più di quattordici anni di guerra civile, il Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia), il movimento di guerriglia che, insieme al Model (Movimento per la democrazia in Liberia), si oppone dal 2000 al presidente Charles Taylor, ha scelto ufficialmente la via della soluzione negoziata al conflitto. Lo ha dichiarato ieri, nel corso di una conferenza stampa organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio - che anche in questa crisi sta svolgendo un importante ruolo di mediazione fra le parti in lotta - il leader del Lurd, Sekou Damate Conneh, un musulmano di etnia mandinga che è alla guida del movimento dal 2002. Costretto all'esilio a più riprese per la sua attività di opposizione al governo, Conneh, oltre che il leader del movimento, sarebbe anche il suo principale finanziatore, grazie alle disponibilità economiche che gli derivano dalla sua attività d'importazione di automobili d'occasione dall'Europa.
Il leader del Lurd, dopo aver riaffermato la validità del cessate il fuoco unilaterale dello scorso 29 luglio, ha dichiarato che «alla firma del piano di pace le due organizzazioni di guerriglia, il Lurd e il Model, si scioglieranno. Il nostro movimento - ha proseguito Conneh - accetta le proposte dell'Ecowas (la Comunità economica che riunisce gli Stati dell'Africa Occidentale) secondo cui nessun leader delle tre fazioni in lotta (Lurd, Model e governo attuale) dovrà occupare le cariche di presidente e di vicepresidente del governo transitorio». Secondo il leader del Lurd, la scelta per le due cariche dovrà basarsi «sul consenso, pescando fra i partiti politici e nella società civile liberiana».
Tutto, però, ruota intorno alla partenza di Taylor per il suo esilio nigeriano. La data che lo stesso presidente ha indicato nei giorni scorsi è quella dell'11 agosto prossimo. «Noi chiediamo soltanto che lasci il Paese - ha spiegato Conneh -, non pensiamo a un processo. È stata la comunità internazionale a incriminarlo, sarà questa stessa comunità che, se lo vorrà, dovrà farsi carico di giudicarlo».
Anche riguardo alle truppe di pace (nel pomeriggio di ieri sono arrivati a Monrovia i primi 350 soldati nigeriani) il Lurd si è mostrato rassicurante: «Quando le truppe del contingente di pace saranno posizionate, le nostre forze si ritireranno. E saranno i benvenuti anche i militari americani - ha concluso Conneh - visto l'impegno che gli Usa hanno messo per risolvere il conflitto».
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