Da La Repubblica del 22/07/2003
Italia, il rimprovero di Annan
Lettera a Berlusconi: “Troppi tagli ai fondi Onu"
di Francesca Caferri
ROMA – Il tono è solenne e deciso allo stesso tempo. «Devo esprimerle la mia profonda preoccupazione riguardo ai tagli da parte dell’Italia all’aiuto pubblico allo sviluppo destinato alle organizzazioni internazionali». Firmato, Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite. La lettera, destinatario Silvio Berlusconi, è stata recapitata a Palazzo Chigi a fine giugno, in coincidenza con l’inizio del semestre italiano di guida dell’Unione europea ma non ha ricevuto nessuna risposta. Né tanto meno è mai stata resa pubblica.
Capire il perché non è troppo difficile. Dietro alle tradizionali formule di augurio per il ruolo che il governo italiano avrà nel mondo nei prossimi mesi, il tono di Annan è duro: nonostante le parole sulla centralità dell’Onu pronunciate da Berlusconi davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso anno, scrive il segretario generale, la finanziaria 2003 del governo italiano prevede ampi tagli ai fondi per l’aiuto allo sviluppo erogati attraverso il Palazzo di vetro e le sue agenzie (Unicef, Fao, Programma alimentare mondiale, Acnur, solo per citarne alcune).
Le cifre danno ragione ad Annan: i 794,4 milioni di euro destinati nel 2002 agli “investimenti a dono” gestiti dal ministero degli Esteri, diventano 628 nella finanziaria 2003, che scenderanno a 546 nel 2004 e nel 2005. Da questo taglio, le Nazioni Unite saranno pesantemente danneggiate: nel 2002 hanno ricevuto dal governo italiano 165 milioni di “contributi volontari”, con un calo netto rispetto ai 182 milioni avuti nel 2001. Non è ancora possibile stabilire con esattezza la cifra che avranno alla fine nell’anno in corso, ma al Palazzo di vetro calcolano che sarà inferiore del 20 per cento rispetto a quella dello scorso anno.
Nell’ambiente della cooperazione allo sviluppo nessuno si stupisce troppo delle parole di Annan: da tempo, le ong hanno denunciato che nella finanziaria 200311 fondo a loro destinato è di 38 milioni di euro, 61 meno del 2002. «Questo è solo l’ultimo episodio – commenta amaro Rosario Lembo, del Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale – il problema è l’intera politica per la cooperazione: negli ultimi anni è diventata sempre più legata agli interessi italiani. E i problemi veri sono stati messi da parte».
Così, gli allarmi lanciati dalle agenzie Onu e dalle ong sull’Africa sono rimasti inascoltati, come quelli relativi ad altre zone di crisi nel mondo. «L’unica parola che sentono – spiega un operatore – è Iraq». Al finanziamento della missione italiana sono stati destinati 25 milioni di euro, presi direttamente dal fondo del ministero degli Esteri per la cooperazione allo sviluppo. La Farnesina dopo le proteste, ha promesso che lo storno non sarà fatto ma ancora nulla si è mosso. Le ong aspettano, come Kofi Annan.
Capire il perché non è troppo difficile. Dietro alle tradizionali formule di augurio per il ruolo che il governo italiano avrà nel mondo nei prossimi mesi, il tono di Annan è duro: nonostante le parole sulla centralità dell’Onu pronunciate da Berlusconi davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso anno, scrive il segretario generale, la finanziaria 2003 del governo italiano prevede ampi tagli ai fondi per l’aiuto allo sviluppo erogati attraverso il Palazzo di vetro e le sue agenzie (Unicef, Fao, Programma alimentare mondiale, Acnur, solo per citarne alcune).
Le cifre danno ragione ad Annan: i 794,4 milioni di euro destinati nel 2002 agli “investimenti a dono” gestiti dal ministero degli Esteri, diventano 628 nella finanziaria 2003, che scenderanno a 546 nel 2004 e nel 2005. Da questo taglio, le Nazioni Unite saranno pesantemente danneggiate: nel 2002 hanno ricevuto dal governo italiano 165 milioni di “contributi volontari”, con un calo netto rispetto ai 182 milioni avuti nel 2001. Non è ancora possibile stabilire con esattezza la cifra che avranno alla fine nell’anno in corso, ma al Palazzo di vetro calcolano che sarà inferiore del 20 per cento rispetto a quella dello scorso anno.
Nell’ambiente della cooperazione allo sviluppo nessuno si stupisce troppo delle parole di Annan: da tempo, le ong hanno denunciato che nella finanziaria 200311 fondo a loro destinato è di 38 milioni di euro, 61 meno del 2002. «Questo è solo l’ultimo episodio – commenta amaro Rosario Lembo, del Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale – il problema è l’intera politica per la cooperazione: negli ultimi anni è diventata sempre più legata agli interessi italiani. E i problemi veri sono stati messi da parte».
Così, gli allarmi lanciati dalle agenzie Onu e dalle ong sull’Africa sono rimasti inascoltati, come quelli relativi ad altre zone di crisi nel mondo. «L’unica parola che sentono – spiega un operatore – è Iraq». Al finanziamento della missione italiana sono stati destinati 25 milioni di euro, presi direttamente dal fondo del ministero degli Esteri per la cooperazione allo sviluppo. La Farnesina dopo le proteste, ha promesso che lo storno non sarà fatto ma ancora nulla si è mosso. Le ong aspettano, come Kofi Annan.