Da La Repubblica del 17/09/2003
Originale su http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/cronaca/provenzano/provenzano/...

Una carriera criminale nell'ombra, poi l'ascesa grazie ai delitti eccellenti fino alle uccisioni di Falcone e Borsellino

Provenzano fantasma di Corleone che da 40 anni vive in latitanza

Diede l'ordine di uccidere, poi sparì. Era il 18 settembre 1963

PALERMO - È scomparso quarant'anni fa, era il 18 settembre del 1963. Quel giorno i carabinieri della compagnia di Corleone lo denunciarono per la prima volta "in stato di irreperibilità", il rapporto portava il numero 392/4 e fu spedito al giudice istruttore di Palermo Cesare Terranova. Il "nominato" era ricercato per omicidio. Una settimana prima un contadino si era presentato in caserma per fare una deposizione.

"Mentre tornavo in paese a dorso di mulo - aveva raccontato il contadino - ho visto sul viottolo di contrada Pirrello un cadavere con il viso sfigurato e con solo quattro dita nella mano sinistra...". Il cadavere era quello di un mafioso che si chiamava Francesco Paolo Streva, l'ordine di ucciderlo l'aveva dato Bernardo Provenzano. Così è cominciata la storia dell'ultimo capo di Cosa Nostra siciliana. Domani il vecchio boss, classe 1933, "festeggia" i suoi quattro decenni alla macchia. Una latitanza senza precedenti in Europa e forse nel mondo intero. Più lunga di quella dei gerarchi nazisti riparati in Sudamerica, più misteriosa di quella di alcuni terroristi internazionali come il famigerato Carlos. Dal 1963 il "don" di Corleone è un fantasma.

L'ultima volta che lo videro libero fu all'ospedale dei Bianchi, proprio dietro corso Bentivegna, la strada principale del suo paese. Era una sera di agosto e lui entrò nella stanza del pronto soccorso con la camicia inzuppata di sangue. Era ferito alla testa, una pallottola di striscio in mezzo a una sparatoria. Disse al medico: "Stavo passeggiando, ho sentito un forte dolore, ho perso i sensi e non mi sono accorto di niente". Il medico non fece domande.

In quell'estate gli omicidi a Corleone erano già stati 52 e i tentati omicidi 21. Poi Bernardo sparì per sempre. Quel suo primo mandato di cattura - depositato in cancelleria il 13 settembre del 1963 - lo firmò l'esperto del tempo di "cose corleonesi", il giudice Terranova, valoroso magistrato che sedici anni dopo (settembre '79) fu ucciso a colpi di mitraglia proprio dagli sgherri di Luciano Liggio, Totò Riina e di Bernardo Provenzano: "Tra Giovanni Simone, Salvatore, Bernardo e Simone, figura di maggior rilievo è quella di Bernardo, esecutore materiale di numerosi delitti con Bagarella Calogero (fratello maggiore del più noto Leoluca ndr), suo indivisibile compagno... tutti sono implicati nelle sanguinose vicende del 1958/1963... tali delitti vengono inquadrati nella lotta per il predominio nel corleonese...".

Una catena di morti aperta con l'agguato al vecchio capomafia di Corleone Michele Navarra e chiusa con l'eliminazione di quel Francesco Paolo Streva sul viottolo che scendeva verso il feudo di Strasatto. Da quel momento Bernardo Provenzano è diventato imprendibile e anche invisibile.

La sua foto più "recente" è una sbiadita segnaletica del 1959, quando l'allora giovane boss emergente fu "invitato" in caserma per un interrogatorio e poi schedato con una grande "M" stampata sul fascicolo: mafioso. Dentro quell'antico dossier c'è ancora scritto: "E' un personaggio di cattiva condotta, la voce pubblica lo addita come responsabile di molti reati. Politicamente non manifesta alcuna ideologia".

Latitante nei campi intorno a Corleone e poi latitante a Palermo. Dal paese alla città, dagli abigeati al "sacco" edilizio. E poi la droga e gli appalti pubblici. Una carriera criminale nell'ombra, un'ascesa al vertice della Cupola omicidio dopo omicidio. Dai delitti "eccellenti" palermitani degli Anni Ottanta fino all'uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino firmata con Totò Riina, sempre libero, sempre nascosto chissà dove ma sempre vicino alla sua Corleone.

Per almeno vent'anni nessuno l'ha mai cercato. La caccia vera è cominciata soltanto dopo la strage di Capaci. Nel 1992 sulla sua testa c'era una "taglia" di 2 miliardi di vecchie lire, nel 1996 i miliardi diventarono 3, oggi - raccontano sottovoce gli investigatori - i reparti antimafia hanno a disposizione 2 milioni e mezzo di euro come "compenso" a chi lo farà catturare. Ma nessuno fino ad ora l'ha mai tradito.

Una volta lo inseguono tra i palazzoni di viale Strasburgo a Palermo e un'altra volta nel casolare abbandonato al confine con la provincia agrigentina, fanno missioni in Germania dove abita un suo fratello, tengono d'occhio giorno e notte la vecchia casa di Corleone dove dal 1992 vivono la moglie Saveria Palazzolo e i figli Angelo e Francesco Paolo. Su ogni auto di polizia e carabinieri che circola per la Sicilia c'è sempre una foto formato gigante di un uomo che potrebbe essere lui, un identikit, un'immagine ricostruita al computer sulle indicazioni che di tanto in tanto fornivano i pochi collaboratori di giustizia che l'hanno visto da vicino.

L'ultimo dei pentiti che l'ha incontrato è quel suo "braccio destro" Antonino Giuffrè, uno spacciato come il "nuovo Buscetta" che poi si è rivelato però un mafioso piccolo piccolo. Anche lui ha parlato tanto di Bernardo Provenzano: senza mai dire nulla. Sembra proprio che la latitanza del vecchio boss sia stata in pericolo solo due volte. Alla fine degli anni 90, quando fu fermato da una pattuglia della "stradale" a un posto di blocco su una stradina in provincia di Enna: gli agenti non riconobbero - così ha confessato il pentito Angelo Siino - l'amabile vecchietto che avevano davanti.

E poi nel gennaio del 2001, quando una squadriglia di poliziotti era certa di averlo individuato in un covo vicino al paese di Mezzojuso. Lui riuscì a fuggire anche in quella circostanza. Storie di blitz falliti. Di intercettazioni ambientali e di pedinamenti costati milioni e milioni di euro. Di trattative segrete con pezzi dello Stato.

Negli ultimi tempi gli esperti di mafia lo hanno dipinto come l'uomo della "pace" dopo l'attacco mafioso allo Stato degli Anni 90, come il boss che ha imposto la strategia del silenzio in tutta la Sicilia. E intanto, intorno al misteriosissimo boss di Corleone fioriscono leggende e si inseguono sospetti. Di lui dicono tutto e il contrario di tutto. Che è molto malato ("Soffre di reni") e che è sano come un pesce ("E' firrignu, fatto di ferro"), che è il vero garante di ogni "famiglia" di Cosa Nostra e che fa catturare con soffiate quelli che gli stanno antipatici, che mangia come un uccellino e che è un gran divoratore di bistecche.

Di sicuro è uno che non ama i telefoni. Soprattutto i cellulari. Con il suo popolo parla solo attraverso i "pizzini", bigliettini di carta che vanno e vengono con fedeli messaggeri. Detta ordini su lavori pubblici da assegnare e su soldi da incassare. E' religiosissimo. Ogni suo messaggio si apre con un "grazie a dio" e si chiude con "il Signore vi protegga e vi benedica". Sono le sue uniche tracce dopo 40 anni. E poi il buio completo. Da quel 18 settembre del 1963.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Carcere duro, il Grand Hotel della mafia
I boss dietro le sbarre: da Buscetta a Mutolo
di Francesco Licata su La Stampa del 22/10/2006
Nel mandamento dei Lo Piccolo la conferma di un conflitto emerso dalle intercettazioni dell'operazioni Gotha
Scompare un boss, è guerra di mafia
Lupara bianca per Spatola capo della cosca di Tommaso Natale
di Francesco Viviano su L'Espresso del 22/09/2006
La strage di Brescia per uno sgarro alla mafia
Il procuratore Tarquini: movente del triplice delitto la spartizione del denaro ricavato da false fatturazioni legate a finanziamenti pubblici
di Gabriele Villa su Il Giornale del 16/09/2006

News in archivio

Mafia: maxi blitz a Messina
L'operazione all'alba di questa mattina
su La Stampa del 19/10/2006
In manette è finito anche l'ex pentito Giovanni Pellegriti
Mafia: 9 fermi a Catania, sventato omicidio
Arrestati i membri di un clan emergente di Adrano: progettavano un nuovo delitto
su Corriere della Sera del 17/10/2006
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0