Da Corriere della Sera del 22/10/2003

DIETRO LE QUINTE / Agli amici confida: mi accuseranno di bloccare l’azienda ma solo così posso difendere il pluralismo

Lo sfogo: sono sola contro quattro, altro che presidenza di garanzia

di Paolo Conti

ROMA - E adesso? Adesso ci vorrà un documento firmato almeno da due consiglieri, stando all’articolo 1 del regolamento del Consiglio di amministrazione, per richiedere una convocazione d’urgenza del Cda. Nel giugno 2002 ci provarono anche Luigi Zanda e Carmine Donzelli, consiglieri di minoranza del Cda presieduto da Antonio Baldassarre (sembrano passati mille anni, e invece...). E su questo partì un memorabile ed estenuante duello in punta di diritto. Lucia Annunziata ieri sera era irremovibile. Spiegava agli amici: lo so benissimo, mi accuseranno di voler bloccare la Rai ma io non ho altro strumento per portare all’esterno dell’azienda, di fronte al Parlamento che è l’editore, l’elenco delle ultime violazioni del pluralismo...questa presidenza è uno contro quattro, l’esatto opposto di qualsiasi spirito di garanzia, cosa potrei fare di diverso?

Il capo di accusa del centrodestra contro Annunziata da ieri sera era già nell’aria. Un presidente che non convoca il Cda significa il blocco dell’azienda: niente firma per i contratti-chiave per i programmi-chiave e le fiction principali, nessuna decisione strategica. Ma la mossa della presidente sarebbe, dicono dalle sue parti, temporanea, destinata a fermare il Consiglio per un solo giro. Una strategia politica, così come politico è stato ieri il duro confronto tra la presidente e il direttore generale Flavio Cattaneo. Che strano rapporto. Si danno del tu solo da poco tempo. Talvolta sembrano persino amici. Ma mai come ieri la lite è stata aspra. Annunziata chiedeva le «finestre informative» su Raiuno, la rete ammiraglia, sullo sciopero del 24 su Raiuno. E Cattaneo, impassibile, rispondeva di non poter «violare l’autonomia dei direttori di rete e testata», solo il Tg3 aveva chiesto di occuparsene, quindi... Di nuovo lei: attento, sei tu il responsabile editoriale di tutta la Rai e i direttori di Rete hanno prerogative diverse da quelle dei direttori giornalistici, ricordati che Pezzotta ha minacciato di far pagare ai lavoratori un terzo del canone se quel settore della società dev’essere relegato su Raitre, il «Porta a porta» lunedì è una presa in giro, quattro giorni dopo lo sciopero, ma siamo seri.

La spaccatura sui sindacati si era già consumata, il Consiglio di fatto ormai finito quando una nota Ansa sul tavolo di Annunziata ha approfondito il baratro. La presidente ha gridato: ecco qui, domani Gasparri va a «Unomattina» per parlare di digitale, siamo a tre casi senza contraddittorio, dopo Berlusconi a reti unificate, Tremonti a «La vita in diretta» sulle pensioni. E Cattaneo, sempre più impassibile: c’è il semestre europeo di presidenza italiana, Gasparri parlerà del convegno dei ministri della Comunicazione a Cernobbio, è un appuntamento istituzionale. Controreplica della Annunziata: abbiamo votato una delibera che vieta la presenza dei politici nei contenitori di intrattenimento, come la mettiamo?

Annunziata e Cattaneo hanno avuto altri due momentacci, ieri. Il primo sul Tg1 di Clemente Mimun. Il Comitato di redazione della testata ha inviato al Consiglio e al direttore generale una protesta formale, con tanto di relazione, in cui si accuserebbe il direttore Clemente Mimun di usare «espressioni ingiuriose» (seguirebbe elenco dettagliato) nei riguardi della redazione. Annunziata ha attaccato: cosa vogliamo fare? Io vorrei discuterne. E Cattaneo: sono effervescenze redazionali, ci vorrebbe un contraddittorio tra le parti, ne riparleremo.

Altro capitolo, altra litigata. C’è un progetto di smembramento della responsabilità legata alle relazioni internazionali all’interno di quelle istituzionali: l’incarico dovrebbe finire nelle mani del vicedirettore del Marketing strategico Deborah Bergamini, ex membro dello staff personale di Silvio Berlusconi. Annunziata è quasi insorta: sono pronta a scrivere al presidente del Consiglio, si tratta di un’alterazione della rappresentanza internazionale della Rai, è come se la Farnesina finisse sotto il Commercio estero... Perplessità non solo di Annunziata, sospensione del pacchetto. E tutti a casa, in attesa di una nuova convocazione. Firmata da Annunziata o da due membri del Consiglio, si vedrà, chissà cosa accadrà.

La decisione di ieri (niente convocazione del Cda) significa che siamo a un passo dal tramonto (cioè dalle dimissioni) della presidenza di garanzia? No. I tempi della scaletta personale di Lucia Annunziata non sembrano per ora cambiati. Se ne andrà, fa sapere, quando (e se) Ciampi firmerà una Gasparri diventata legge. Non prima. Per ora siamo alla preparazione del campo di battaglia.

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