Da Corriere della Sera del 03/11/2003

La crisi irachena

Abbattuto un elicottero, strage di soldati Usa

America nel mirino

di Lorenzo Cremonesi

BAGDAD - E’ il maggior numero di soldati americani morti in un giorno solo in Iraq dalla presa di Bagdad, il 9 aprile. Almeno sedici, ieri, nel rogo di un elicottero quasi certamente abbattuto alla periferia di Falluja, nel villaggio di Baisa. Un altro soldato ucciso in un agguato a Bagdad e due tecnici civili americani morti ancora a Falluja per lo scoppio di una granata.

La notizia arriva poco dopo le 9 di mattina in una Bagdad ancora sotto choc per i quasi 40 morti, quasi tutti iracheni, massacrati negli attentati di una settimana fa alla Croce Rossa e contro tre stazioni di polizia. In un primo tempo gli iracheni fanno fatica a crederci. Ci si attendevano nuove bombe nella capitale, si pensava che i «tre giorni della resistenza» proclamati da sabato dalle organizzazioni della guerriglia tornassero a colpire la vita civile. E invece la strategia della tensione riprende a concentrarsi sui suoi obiettivi tradizionali: i soldati americani. Dal 1° maggio, quando il presidente Bush dichiarò la fine della fase più acuta della guerra, sono stati uccisi in combattimento in 140, più di tutti quelli caduti nel conflitto dal 20 marzo alla fine di aprile.

Ma con una differenza importante. Ieri è stato colpito in aria un grande elicottero da trasporto Chinook. Aveva appena caricato una trentina di soldati dalle basi nella regione di Falluja e stava recandosi a Bagdad. Da qui i soldati dovevano partire per due settimane di licenza, secondo il programma annunciato dal Pentagono a iniziare dal 25 settembre (il primo contingente di circa 300 uomini era tornato a Bagdad l’11 ottobre). I più sarebbero andati a trovare le famiglie negli Stati Uniti, qualcuno avrebbe voluto prendersi una vacanza in Europa. Dopo i primi flash sulle radio locali, il bilancio del sangue cresce con il passare delle ore. In serata i morti confermati sono almeno 16, i feriti 20, molti dei quali semicarbonizzati e in condizioni disperate. Le cause? Per ora i portavoce dei comandi a Bagdad si limitano a ripetere che è «aperta un’inchiesta». Ma, a detta dei testimoni sul posto, l’elicottero sarebbe stato colpito in volo da un missile terra-aria.

Forse lo stesso modello SA-7 («Strela») di fabbricazione sovietica, in dotazione dell’ex esercito di Saddam Hussein, che il 25 ottobre aveva abbattuto un elicottero da battaglia Black Hawk nella regione di Tikrit, provocando il ferimento dei 5 uomini a bordo. Anche allora in un primo tempo i portavoce Usa erano rimasti nel vago, per ammettere 24 ore dopo che il velivolo era stato abbattuto da un razzo.

Un problema grave per gli americani. Le forze della guerriglia si dimostrano sempre più attive e sofisticate. Da tempo il Pentagono afferma che migliaia di missili terra-aria restano dispersi nel Paese in arsenali segreti. Il primo allarme serio era arrivato il 17 luglio quando un C-130 militare da trasporto era stato sfiorato da un missile mentre atterrava all’aeroporto internazionale di Bagdad. Un incidente che spinse molte compagnie aeree straniere a bloccare i programmi per aprire i collegamenti con Bagdad e in effetti causò un danno rilevante al processo di normalizzazione in Iraq.

Ma l’attentato di ieri cambia radicalmente la situazione sul campo. D’ora in poi gli americani dovranno riconsiderare le loro strategie operative in tutto il Paese. Da giugno infatti, quando i raid della guerriglia sono diventati quotidiani contro le truppe di terra (negli ultimi tempi sono saliti a una trentina al giorno), gli americani ricorsero in modo massiccio all’uso degli elicotteri. Persino a Bagdad, larga parte dei pattugliamenti viene fatta dall’aria. Dopo ogni attentato i primi ad arrivare sul posto sono proprio gli elicotteri, che in qualche caso calano i commando scelti sui tetti dei palazzi più alti per vigilare la zona. Così è stato anche dopo la decina di razzi che all’alba del 26 ottobre avevano colpito l’hotel Rashid, che ospitava larga parte del personale dell’amministrazione Usa nella capitale: i Black Hawk montanti mitragliatrici pesanti sul muso hanno mulinato a lungo nel cielo per cercare di individuare (inutilmente) le auto degli attentatori.

La risposta americana resta quella annunciata dal governatore ad interim, Paul Bremer, due giorni fa: accelerare la transizione del potere al governo iracheno e soprattutto consolidare le forze di sicurezza locali. Ma le azioni della guerriglia stanno comunque spingendo i comandi militari a intensificare le azioni di pattugliamento sul terreno. Da circa tre giorni Auja, il piccolo villaggio natale di Saddam nella zona di Tikrit, è stato completamente isolato con filo spinato e posti di blocco. E’ convinzione dei militari che la popolazione sostenga attivamente i fedelissimi di Saddam ancora in armi. I suoi abitanti possono muoversi solo dopo aver ricevuto una speciale carta di identità, rilasciata dopo attenti controlli. Ieri sera erano in corso retate anche nella zona di Falluja: la settimana scorsa la folla ha attaccato e bruciato la municipalità, accusata di collaborare con gli occupanti. E per molti aspetti negli ultimi due mesi l’intera città si è trasformata in una sorta di enclave indipendente, dove le truppe Usa transitano velocissime e la polizia locale è più impegnata a difendersi che a dare la caccia ai guerriglieri.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

«Vi mostro i documenti di Quattrocchi»
L’inviata del Sunday Times rivela nuovi dettagli sul rapimento degli italiani: «All’inizio volevano uccidere Agliana»
di Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera del 01/07/2004
La reporter Hala Jaber: «Il traditore è scappato in Siria»
«Per i tre ostaggi ha ricevuto dai servizi italiani 4 milioni di dollari. I suoi compagni lo vogliono morto»
di Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera del 28/06/2004
Niente spari e carcerieri, il video del «blitz»
Nuove immagini della liberazione degli ostaggi italiani. L’azione si svolge in pochi secondi
di Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera del 17/06/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0