Da Corriere della Sera del 16/10/2003
Il presidente, in partenza per l’Asia, sostiene la discesa graduale del dollaro. Beige Book: accelera l’espansione
«La ripresa c’è, America mai così bene dal ’99»
Bush a Cina e Giappone: rivalutate le monete. La Fed: ripartono l’industria e i consumi
di Ennio Caretto
FRESNO (California) - Nel salone della «Ruiz foods» (Alimentari Ruiz), tra gli immigrati latino-americani, George Bush promette di creare nuovi posti di lavoro. E sottolinea che un metodo sicuro è quello del «fair trade», gli equi commerci, ossia del rilancio delle esportazioni. Ma perché i commerci siano equi e l'export aumenti, spiega, occorre che «il valore delle monete venga determinato dai mercati». E precisa: «Sono in partenza per il Giappone e per la Thailandia, dove si riunirà l'Apec, l'Associazione economica del Pacifico. Discuterò delle divise con il mio amico il premier giapponese Junichiro Koizumi e con i cinesi. Dirò loro che il valore delle monete deve essere basato sulla attività economica, sulla politica fiscale e monetaria dei governi, sul potenziale di crescita del Paese».
Una pausa: «Sono per il dollaro forte, l'amministrazione fa la politica del dollaro forte. L'economia migliora perché abbiamo ridotto le tasse e rafforzato la domanda. Ma ci sono squilibri commerciali da correggere. Per correggerli, i mercati devono riflettere il vero valore delle divise». E' la prima volta che Bush non solo chiede pubblicamente al Giappone e alla Cina di non intervenire più sui mercati per impedire al dollaro di deprezzarsi, ma di fatto li sprona a rivalutare lo yen e lo yuan. E' come proclamare che in Asia il dollaro deve scendere, ma l'insistenza del ministro del tesoro John Snow che l'America vuole davvero il dollaro forte evita una tempesta monetaria. Non è chiaro tra l'altro fino a che punto Cina e Giappone andranno incontro a Bush: la prima ha ridotto gli sgravi fiscali all'export, e tra un mese il secondo terrà le elezioni. In Thailandia potrebbe esserci un braccio di ferro.
Nella Central Valley, il cuore agricolo californiano, Bush si professa comunque ottimista. Il presidente ha dalla sua il «Libro Beige» della Riserva federale, il rapporto mensile sull'economia. Per la prima volta quest'anno, la Fed segnala che il peggio è passato: «I consumi continuano a salire - scrive - e l'industria manifatturiera dà segni di ripresa. Le ultime informazioni indicano che nell'insieme l'espansione economica si sta accelerando».
Il Libro Beige sottolinea che «i prezzi sono abbastanza stabili e le pressioni salariali moderate, anche se aumentano i costi dei servizi sociali». La Banca centrale americana ammette che il mercato del lavoro rimane debole, ma aggiunge che in cinque dei suoi dodici distretti, innanzitutto New York, è anch'esso in ascesa. Indica che lascerà invariati i tassi d'interesse alla riunione del Comitato direttivo del 28 prossimo, l'1%. Bush suscita applausi fragorosi quando osserva che nelle proiezioni degli economisti l'aumento del prodotto lordo interno nel terzo trimestre dell'anno sarà il maggiore dal '99. E parte per Riverside, per incontrare il «Terminator» Schwarzenegger, il nuovo governatore della California.
Una pausa: «Sono per il dollaro forte, l'amministrazione fa la politica del dollaro forte. L'economia migliora perché abbiamo ridotto le tasse e rafforzato la domanda. Ma ci sono squilibri commerciali da correggere. Per correggerli, i mercati devono riflettere il vero valore delle divise». E' la prima volta che Bush non solo chiede pubblicamente al Giappone e alla Cina di non intervenire più sui mercati per impedire al dollaro di deprezzarsi, ma di fatto li sprona a rivalutare lo yen e lo yuan. E' come proclamare che in Asia il dollaro deve scendere, ma l'insistenza del ministro del tesoro John Snow che l'America vuole davvero il dollaro forte evita una tempesta monetaria. Non è chiaro tra l'altro fino a che punto Cina e Giappone andranno incontro a Bush: la prima ha ridotto gli sgravi fiscali all'export, e tra un mese il secondo terrà le elezioni. In Thailandia potrebbe esserci un braccio di ferro.
Nella Central Valley, il cuore agricolo californiano, Bush si professa comunque ottimista. Il presidente ha dalla sua il «Libro Beige» della Riserva federale, il rapporto mensile sull'economia. Per la prima volta quest'anno, la Fed segnala che il peggio è passato: «I consumi continuano a salire - scrive - e l'industria manifatturiera dà segni di ripresa. Le ultime informazioni indicano che nell'insieme l'espansione economica si sta accelerando».
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