Da Corriere della Sera del 27/11/2003

Greenspan

E l’America ora inizia a creare più occupazione

Ripartono gli investimenti delle aziende, Wall Street non brinda

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Se persino Alan Greenspan è ottimista, vuol dire che le cose in America vanno davvero bene. Una volta tanto, lo scettico capo della Federal Reserve rompe il suo riserbo, e conferma non solo che la ripresa è in corso, ma anche che comincia a calare la disoccupazione. Nel Beige Book , il rapporto mensile della banca centrale, scrive che «il passo della crescita varia», ma che la sua base «è ragionevolmente diffusa, soprattutto nei distretti più industrializzati». Sulle prospettive dell’occupazione aggiunge: «Le condizioni del mercato del lavoro si sono generalmente stabilizzate dopo un lungo periodo di debolezza». A ottobre e all'inizio di novembre, conclude il grande timoniere della finanza americana, «si sono notati un rallentamento dei licenziamenti e un forte aumento della offerta di lavoro part time».

Una valanga di dati economici, pubblicati in anticipo per consentire all'America di godersi in serenità la festa del Ringraziamento, conforta il giudizio di Greenspan. A ottobre, gli ordini di beni durevoli sono saliti del 3,8%, ben di più del previsto 0,8%, e quelle dei beni non destinati alla difesa, considerati un barometro degli investimenti delle imprese, sono salite dell’1,7%. Il reddito pro capite, inoltre, è aumentato dello 0,4%, e le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese di 11 mila unità, 351 mila in tutto, il livello minimo degli ultimi tre anni.

Infine l'indice della National association of purchasing manager, che misura l'attività economica, è passato dai 55 punti di ottobre ai 64,1 punti di novembre, il massimo balzo mensile dal 1965.

Per Wall Street, dopo la rettifica al rialzo della crescita del Pil nel terzo trimestre, l'8,2% contro il 7,2 della stima preliminare, ci sarebbe di che danzare nelle strade. Ma la Borsa risente del clima festivo, del fatto che le spese personali a ottobre sono rimaste invariate, e della flessione del 3,5% nelle vendite delle nuove case, segno che il boom della edilizia sta rallentando. Nel timore che i negozianti non realizzino quanto sperato durante il week end, quello di massime vendite festive, Wall Street anziché avanti va indietro. Gli economisti tuttavia non sono preoccupati: parlano di una staffetta, un cambio di testimone, tra i consumi, che sinora hanno fatto da motore dell'economia, e gli investimenti delle imprese, che stanno prendendo il loro posto.

Per il presidente George Bush, in vacanza nella sua tenuta di Crawford nel Texas, è comunque un momento di ebbrezza. Il presidente rivendica il merito di avere rivitalizzato il business americano con i suoi tagli delle tasse, e la Casa Bianca ne pronostica la rielezione nel 2004.

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