Da Corriere della Sera del 10/12/2003

Mentre Clinton sostiene Clark

Al Gore spiazza l’America Appoggerà Howard Dean come candidato anti-Bush

di Ennio Caretto

WASHINGTON - È la sorpresa elettorale dell'anno: l'ex vicepresidente democratico Al Gore, il grande sconfitto del 2000, appoggia la candidatura del liberal Howard Dean alla Casa Bianca. Per qualcuno è anche la sua vendetta: contro George Bush, «che l'America non può permettersi per altri quattro anni» grida Gore dal palcoscenico del teatro di Harlem a New York; e contro Bill Clinton, ai cui scandali continua ad attribuire le proprie sventure, che appoggia il generale centrista Wesley Clark. Più ancora dell'ex presidente, Gore rappresenta la storia e la macchina del partito, e la sua benedizione trasforma Dean da «outsider» a «insider».

Non solo: con il suo gesto, Gore emargina i neo-democratici, i clintoniani moderati; chiede al Paese di scegliere tra i due radicalismi di destra e di sinistra che attualmente lo spaccano in due.

Molti osservatori ora danno le primarie democratiche finite prima di cominciare, rilevando che nei sondaggi Dean è in vantaggio di 7 punti su Clark, il 25% contro il 17%, mentre gli altri 7 candidati mordono la polvere. L'ex compagno di corsa di Gore nel 2000, il senatore Joe Lieberman, si sente tradito - non ha neppure ricevuto una telefonata d'avviso dall'ex vicepresidente - ma non demorde: «Mi batterò allo stremo delle forze - dice in tv - perché soltanto seguendo la strada tracciata da Clinton sconfiggeremo Bush; mi meraviglio che Gore l’abbia abbandonata». Ma è chiaro che Lieberman è stato spiazzato come gli altri due big delle primarie, il senatore John Kerry e il deputato Richard Ghepardt.

Nel teatro dei neri di Harlem, Dean si comporta da anti-Bush. Ringrazia Gore, «il presidente eletto nel 2000» lo definisce tra le risate e gli applausi (Gore vinse il voto popolare ma fu proclamato sconfitto dalla Corte suprema), e si dipinge come il paladino delle minoranze, dei sindacati e del welfare state. Promette di unificare il partito e il Paese, e di piegare il terrorismo. E' chiaro che pensa a come conquistare i moderati, democratici e repubblicani. In privato, il manager Joe Trippi non esclude un ticket con Wesley Clark. Già a settembre Dean offrì al generale la candidatura alla vice presidenza: il generale è «sudista» (viene dall’Arkansas, lo stato di Clinton), ha credenziali superiori a quelle di Bush per la difesa.

Gore, che un anno fa rinunciò a candidarsi, ma potrebbe essere segretario di stato se Dean fosse eletto presidente, pare felice del ruolo di Grande vecchio democratico. Si scaglia contro la guerra dell'Iraq, «catastrofica e inutile perché fu Bin Laden non Saddam Hussein ad attaccarci», ed elogia Dean «l'unico che ebbe il coraggio di denunciarla dall'inizio».

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