Da La Stampa del 18/12/2003
In un convegno oggi a Napoli
Democrazia? Il suo nemico è l'uomo troppo ricco
Corruzione, disordine sociale, guerre «partigiane»: la lezione di Machiavelli sulla politica moderna
di Maurizio Viroli
Da pensatore repubblicano qual è, Machiavelli non sostiene alcuna forma di populismo o di conflitto sociale che mira a imporre un interesse di parte, quale che sia la parte, contro il governo della legge e contro il bene comune. Per Machiavelli il governo della plebe contro il bene comune è altrettanto pernicioso del governo dei grandi contro il bene comune. Il male di Firenze fu che i suoi conflitti sociali non portarono all'affermazione di un buon regime repubblicano, ma all' avvicendarsi di servitù e licenza: «Le città, e quelle massimamente che non sono bene ordinate, le quali sotto nome di republica si amministrano, variano spesso i governi e stati loro, non mediante la libertà e la servitù, come molti credono, ma mediante la servitù e la licenza».
La plebe licenziosa porta al principato. Severo nel condannare i conflitti sociali che mirano ad imporre il dominio di una parte sull'altra, Machiavelli diventa severissimo quando tratta dei conflitti fra le sette. Il governo delle sette è l'opposto del governo libero, e mentre il conflitto fra i gruppi sociali può avere risultati benefici per la repubblica, l'esistenza delle sette, e il conflitto fra sette è, per sua natura, pernicioso perché è sempre contrario al bene comune.
Come impedire la formazione delle sette e dei partigiani, e il conflitto distruttivo che ne deriva? Le cause principali delle sette sono la paura e la corruzione. Della paura Machiavelli parla soprattutto in Discorsi I.7: «La paura cerca difesa, per la difesa si procacciano partigiani, da' partigiani nascono le parti nelle cittadi, dalle parti la rovina di quelle». Della corruzione tratta nelle Istorie: «E però è da sapere come in due modi acquistono riputazione i cittadini nelle città: o per vie publiche, o per modi privati. Publicamente si acquista, vincendo una giornata, acquistando una terra, faccendo una legazione con sollecitudine e con prudenza, consigliando la republica saviamente e felicemente; per modi privati si acquista, benificando questo e quell'altro cittadino, defendendolo da' magistrati, suvvenendolo di danari, tirandolo immeritamente agli onori, e con giochi e doni publici gratificandosi la plebe. Da questo modo di procedere nascono le sette e i partigiani».
Il rimedio contro le offese private e contro la paura che esse generano è la difesa intransigente del governo della legge. Il rimedio contro i «modi privati» di acquistare reputazione, o più semplicemente la corruzione, è o impedire che nella città esistano uomini tanto ricchi da poter comprare molti partigiani, o far sì che i cittadini siano così virtuosi da non essere disponibili a servire gli uomini potenti. Tutti rimedi difficilissimi da realizzare. Con l'ovvia conseguenza che le repubbliche, spesso, muoiono o per corruzione o perché sono incapaci di assicurare il governo della legge e di proteggere i cittadini dalle private ingiurie.
Machiavelli ha lasciato una preziosa ricetta di saggezza quando ha messo in guardia a non sognare che «una republica possa essere unita» e a cercare piuttosto i modi per mettere i conflitti sociali a servizio della libertà. Il pensiero politico moderno ha fatto tesoro di questa perla della saggezza di Machiavelli. Forse un giorno raccoglierà ed arricchirà anche le sue osservazioni sui modi di sconfiggere le sette che nascono dalla corruzione e con la corruzione.
La plebe licenziosa porta al principato. Severo nel condannare i conflitti sociali che mirano ad imporre il dominio di una parte sull'altra, Machiavelli diventa severissimo quando tratta dei conflitti fra le sette. Il governo delle sette è l'opposto del governo libero, e mentre il conflitto fra i gruppi sociali può avere risultati benefici per la repubblica, l'esistenza delle sette, e il conflitto fra sette è, per sua natura, pernicioso perché è sempre contrario al bene comune.
Come impedire la formazione delle sette e dei partigiani, e il conflitto distruttivo che ne deriva? Le cause principali delle sette sono la paura e la corruzione. Della paura Machiavelli parla soprattutto in Discorsi I.7: «La paura cerca difesa, per la difesa si procacciano partigiani, da' partigiani nascono le parti nelle cittadi, dalle parti la rovina di quelle». Della corruzione tratta nelle Istorie: «E però è da sapere come in due modi acquistono riputazione i cittadini nelle città: o per vie publiche, o per modi privati. Publicamente si acquista, vincendo una giornata, acquistando una terra, faccendo una legazione con sollecitudine e con prudenza, consigliando la republica saviamente e felicemente; per modi privati si acquista, benificando questo e quell'altro cittadino, defendendolo da' magistrati, suvvenendolo di danari, tirandolo immeritamente agli onori, e con giochi e doni publici gratificandosi la plebe. Da questo modo di procedere nascono le sette e i partigiani».
Il rimedio contro le offese private e contro la paura che esse generano è la difesa intransigente del governo della legge. Il rimedio contro i «modi privati» di acquistare reputazione, o più semplicemente la corruzione, è o impedire che nella città esistano uomini tanto ricchi da poter comprare molti partigiani, o far sì che i cittadini siano così virtuosi da non essere disponibili a servire gli uomini potenti. Tutti rimedi difficilissimi da realizzare. Con l'ovvia conseguenza che le repubbliche, spesso, muoiono o per corruzione o perché sono incapaci di assicurare il governo della legge e di proteggere i cittadini dalle private ingiurie.
Machiavelli ha lasciato una preziosa ricetta di saggezza quando ha messo in guardia a non sognare che «una republica possa essere unita» e a cercare piuttosto i modi per mettere i conflitti sociali a servizio della libertà. Il pensiero politico moderno ha fatto tesoro di questa perla della saggezza di Machiavelli. Forse un giorno raccoglierà ed arricchirà anche le sue osservazioni sui modi di sconfiggere le sette che nascono dalla corruzione e con la corruzione.
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