Da La Stampa del 05/01/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0401/privacy.asp
Privacy, in vigore dal primo gennaio il testo unico
ROMA. È in vigore dal primo gennaio con l'obiettivo di organizzare innovandola la normativa in tema di privacy e di tutela dei dati personali anche in relazione all'uso di internet, dove per la prima volta diventa sanzionabile lo 'spamming'. Si tratta del Testo unico che raccoglie in 168 articoli tutta la normativa sulla privacy dall'istituzione dell'Autorità garante, organo collegiale presieduto da Stefano Rodotà, ad oggi. Con questo provvedimento dunque, come sottolinea uno dei componenti dell'Autorithy, Gaetano Rasi, intervistato dall'ADNKRONOS, l'Italia si pone all'avanguardia nel mondo per la privacy in generale mentre per quanto riguarda internet diventa il primo paese europeo ad avere recepito la direttiva Ue sulle comunicazioni elettroniche. Su questo terreno vi sono misure concrete ad esempio proprio contro lo 'spamming', ovvero l'invio indiscriminato di corrispondenza e-mail sui siti web senza il consenso dei riceventi.
A questa misura per la protezione dei dati personali se ne aggiungono altre, come sistemi di password anti-virus, l'autenticazione informatica, sistemi di cifratura nonchè, spiega Gaetano Rasi, «procedure per il ripristino di dati nel caso in cui vengano diffusi in rete dati inesatti». «In generale -spiega ancora il componente dell'Authority- si parte dal concetto che l'uomo moderno negli ultimi dieci, quindici anni ha assunto una personalità ulteriore rispetto a quella fisica che proviene dalla diffusione dei dati che lo riguardano. E come in passato vi era la protezione della persona e del suo movimento ora il nuovo concetto di privacy si riferisce all'integrità dell'identità dei suoi dati per i quali vi è un diritto alla tutela. Insomma come c'era l»habeas corpus' ora si parla anche di 'habeas datà che è il concetto recepito nel codice«. Un'altra importante novità riguarda la consapevolezza della velocità di evoluzione della tecnologia.
«La legislazione precedente -osserva Gaetano Rasi- faceva riferimento a fatti molto concreti ma poichè la tecnologia ha un'evoluzione così celere si lascia al Garante il compito di applicare la norma generale ai casi specifici, che magari in precedenza non erano prevedibili». Così si allargano i compiti dell'Autorità le cui decisioni in materia hanno la stessa esecutività delle sentenze della magistratura. Quanto ad un aspetto che ha fatto discutere all'interno del nuovo testo e cioè il termine per la conservazione dei dati sul traffico telefonico, Rasi ricorda che è rimasto immutato a 5 anni nonostante si fosse parlato di abbreviare il termine. Questo perchè hanno prevalso le istanze di chi anteponeva le esigenze investigative di lotta al terrorismo e alla criminalità a quelle della privacy sul traffico telefonico. «Vi è stata -ricorda Rasi- una forte insistenza nel mantenere questo termine. Per noi la tesi da sostenere è che tutta questa materia deve essere rigorosamente gestita sotto l'autorità e il controllo della magistratura».
A questa misura per la protezione dei dati personali se ne aggiungono altre, come sistemi di password anti-virus, l'autenticazione informatica, sistemi di cifratura nonchè, spiega Gaetano Rasi, «procedure per il ripristino di dati nel caso in cui vengano diffusi in rete dati inesatti». «In generale -spiega ancora il componente dell'Authority- si parte dal concetto che l'uomo moderno negli ultimi dieci, quindici anni ha assunto una personalità ulteriore rispetto a quella fisica che proviene dalla diffusione dei dati che lo riguardano. E come in passato vi era la protezione della persona e del suo movimento ora il nuovo concetto di privacy si riferisce all'integrità dell'identità dei suoi dati per i quali vi è un diritto alla tutela. Insomma come c'era l»habeas corpus' ora si parla anche di 'habeas datà che è il concetto recepito nel codice«. Un'altra importante novità riguarda la consapevolezza della velocità di evoluzione della tecnologia.
«La legislazione precedente -osserva Gaetano Rasi- faceva riferimento a fatti molto concreti ma poichè la tecnologia ha un'evoluzione così celere si lascia al Garante il compito di applicare la norma generale ai casi specifici, che magari in precedenza non erano prevedibili». Così si allargano i compiti dell'Autorità le cui decisioni in materia hanno la stessa esecutività delle sentenze della magistratura. Quanto ad un aspetto che ha fatto discutere all'interno del nuovo testo e cioè il termine per la conservazione dei dati sul traffico telefonico, Rasi ricorda che è rimasto immutato a 5 anni nonostante si fosse parlato di abbreviare il termine. Questo perchè hanno prevalso le istanze di chi anteponeva le esigenze investigative di lotta al terrorismo e alla criminalità a quelle della privacy sul traffico telefonico. «Vi è stata -ricorda Rasi- una forte insistenza nel mantenere questo termine. Per noi la tesi da sostenere è che tutta questa materia deve essere rigorosamente gestita sotto l'autorità e il controllo della magistratura».
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