Da Corriere della Sera del 20/01/2004

L’emendamento

Il Polo rivede il tetto antitrust, via libri e dischi

Dopo i rilievi del capo dello Stato, il Sic scenderà da 32 a 25 miliardi di euro

di Dario Di Vico

ROMA - Il perimetro del Sic, il sistema integrato della comunicazione, rischia di diventare una sorta di commedia degli equivoci. Il Sic nella legge Gasparri recita un ruolo importante perché serve a delimitare il monte-ricavi sul quale poi viene calcolato il tetto antitrust del 20% che nessun gruppo può superare. In sostanza, è in base al Sic che si stabilirà se il gruppo Mediaset potrà ancora crescere significativamente in Italia o invece dovrà farlo essenzialmente fuori dai confini patrii. Ieri il relatore di maggioranza Paolo Romani (Forza Italia), uno dei più accreditati esperti di televisione del centrodestra, ha annunciato che sarà presentato un emendamento che restringe il perimetro del Sic previsto dalla legge Gasparri approvata alla Camera nel 2003 e poi bocciata dal Quirinale. Escono dal conteggio i libri, i dischi e le pubbliche relazioni. «Si tratta di una risposta forte alle richieste del Capo dello Stato» ha detto lo stesso Romani. Che ha anche annunciato un’altra serie di emendamenti di carattere più strettamente tecnico.

Ma è veramente così? Siamo a una svolta sul contestato Sic? Non pare. E basta ripercorrere le vicende degli ultimi mesi per rendersene conto. Quando nella tarda primavera cominciarono a circolare le prime stime sul Sistema integrato della comunicazione, elaborate da istituti di ricerca non ostili al gruppo Berlusconi, il numero che venne fuori fu di 25 miliardi di euro. Alcuni calcoli successivi chiarirono che se quello fosse stato il Sic, applicando il tetto antitrust del 20%, nessun gruppo avrebbe potuto cumulare più di 5 miliardi di euro di fatturato. Ebbene, sempre secondo le simulazioni dei tecnici, il gruppo Mediaset-Mondadori avrebbe potuto tranquillamente comprare uno dei principali editori come il gruppo Espresso senza violare il limite anti-concentrazione. Una dimostrazione di come il Sic in realtà lasciasse mani libere al principale protagonista del mercato. E non a caso in quelle settimane i vertici della Mondadori parlarono a più riprese della volontà di acquistare o fondare nuovi quotidiani e quelli di Publitalia confermarono di volersi annettere la raccolta pubblicitaria di Sky.

Ai primi di agosto, però, un’accurata indagine del Sole 24Ore dimostrò come computando tutte le voci previste nel testo della Gasparri non si arrivava a un Sic da 25 miliardi di euro bensì a una versione extralarge da 32 miliardi di euro. A nulla valsero le proteste e la legge passò così. Ora, dopo i rilievi del Quirinale, il centrodestra annuncia di voler togliere dal calcolo del Sic libri, dischi e pierre. Il caso vuole che queste tre voci sommate diano la cifra di 7 miliardi di euro e così dai 32 della Gasparri approvata si ritorna ai 25 miliardi di euro previsti in un primo tempo. Il risultato non cambia e il segnale che viene inviato a Mediaset è chiaro. Il gruppo che fa capo a Silvio Berlusconi può crescere ancora sul mercato italiano.

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