Da Corriere della Sera del 29/01/2004
Clark ancora in gara, Lieberman verso il ritiro. Decisivi i risultati di martedì 3 febbraio: in palio 269 delegati
Kerry in testa, ma Edwards gioca in casa
Il prossimo voto nelle primarie democratiche favorisce i candidati che vengono dal Sud
di Ennio Caretto
WASHINGTON - John Kerry ha bissato nel New Hampshire il successo dell’Iowa conquistando il 39% dei voti. E ha portato persino via il 2% a Bush nelle primarie parallele dei repubblicani, vinte dal presidente con l'85% dei voti (non aveva rivali). Si è così confermato in pole position per il «piccolo super martedì» del 3 febbraio quando si voterà in sette Stati del Sud e dell’Ovest.
L'ex governatore del Vermont Howard Dean, il grande sconfitto dell’Iowa, si è salvato giungendo secondo col 26%. E su un terreno a loro sfavorevole i due «sudisti», il generale Wesley Clark e il senatore John Edwards, terzo e quarto con il 13 e il 12%, sono riusciti a mantenersi in lizza: il loro obbiettivo è adesso di rifarsi in casa. Dovrà invece uscire presto di scena, sebbene non voglia cedere, il senatore Joe Lieberman, vice di Al Gore alle elezioni del 2000, quinto col 9% dei voti.
L'enorme affluenza alle urne nel New Hampshire, 208 mila persone, un terzo in più del record del '92, ha persuaso molti media che i democratici stiano facendo un referendum contro Bush, e che vedano in Kerry l'uomo che può sconfiggerlo. L’accoppiata Kerry-Edwards alle urne il prossimo novembre è data per probabile.
Ma è un'ipotesi che Edwards, l'astro nascente del Partito, respinge seccamente. «No, definitivamente no», ha risposto ieri alla tv. «Voglio la candidatura alla Casa Bianca e la otterrò. Avete invertito l'ordine: l'accoppiata sarà Edwards-Kerry». Un intervento del segretario democratico Terry McAuliffe, uomo dell'ex presidente Clinton, segnala che il Partito desidera evitare un duello tra i due senatori: «Quanto prima faremo quadrato attorno a un solo candidato - ha ammonito McAuliffe - tanto meglio sarà: Bush è difficile da battere».
Nell'analisi degli esperti è la geografia a suggerire che Edwards potrebbe cavarsela meglio di Dean e Clark nel «piccolo super martedì». I sette Stati in cui si voterà sono l'Arizona, il Delaware, il Missouri, il New Mexico, il North Dakota, l'Oklahoma e la South Carolina. Edwards è della South Carolina, in questo Stato precede Kerry nei sondaggi, ha già fatto campagna elettorale nel Missouri, e ha programmato un blitz in tutti gli altri Stati. Clark è dell'Arkansas, e non è altrettanto organizzato e popolare. Dean, l'unico dei candidati a non trasferirsi subito a Sud, non ha deciso se concentrarsi sull'Arizona e il New Mexico o se giocare ovunque le sue carte. Il 3 febbraio saranno in palio 269 delegati, il 12% dei 2.162 necessari per la candidatura, contro i 67 dell’Iowa e del New Hampshire. Ha raccomandato Terry McAuliffe: «Chi non emergesse da un confronto così cruciale dovrebbe farsi da parte».
La tradizione vuole che i liberal del Nord-Est, come John Kerry, non eccellano nel Sud e nell’Ovest, terreno di caccia dei conservatori. Ma il senatore del Massachusetts ha ottenuto il sostegno del governatore dell'Arizona, l'italo-americana Janet Napoletano, e del più potente deputato nero degli Stati Uniti, Jim Clyburn della South Carolina, dove i neri sono il 40% degli elettori. Inoltre nel Missouri ha chiesto l'appoggio dell'ex speaker della Camera Dick Gephardt, ritiratosi dopo l’Iowa. Se Kerry rimanesse il capofila o rafforzasse la sua posizione, il «super martedì» del 2 marzo gli darebbe la candidatura. Quel giorno si voterà in 10 Stati, tra cui tre molto importanti, che gli paiono propizi: New York, la California e l'Ohio.
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Ma è un'ipotesi che Edwards, l'astro nascente del Partito, respinge seccamente. «No, definitivamente no», ha risposto ieri alla tv. «Voglio la candidatura alla Casa Bianca e la otterrò. Avete invertito l'ordine: l'accoppiata sarà Edwards-Kerry». Un intervento del segretario democratico Terry McAuliffe, uomo dell'ex presidente Clinton, segnala che il Partito desidera evitare un duello tra i due senatori: «Quanto prima faremo quadrato attorno a un solo candidato - ha ammonito McAuliffe - tanto meglio sarà: Bush è difficile da battere».
Nell'analisi degli esperti è la geografia a suggerire che Edwards potrebbe cavarsela meglio di Dean e Clark nel «piccolo super martedì». I sette Stati in cui si voterà sono l'Arizona, il Delaware, il Missouri, il New Mexico, il North Dakota, l'Oklahoma e la South Carolina. Edwards è della South Carolina, in questo Stato precede Kerry nei sondaggi, ha già fatto campagna elettorale nel Missouri, e ha programmato un blitz in tutti gli altri Stati. Clark è dell'Arkansas, e non è altrettanto organizzato e popolare. Dean, l'unico dei candidati a non trasferirsi subito a Sud, non ha deciso se concentrarsi sull'Arizona e il New Mexico o se giocare ovunque le sue carte. Il 3 febbraio saranno in palio 269 delegati, il 12% dei 2.162 necessari per la candidatura, contro i 67 dell’Iowa e del New Hampshire. Ha raccomandato Terry McAuliffe: «Chi non emergesse da un confronto così cruciale dovrebbe farsi da parte».
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