Da La Repubblica del 10/02/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/cronaca/talpedda/cuffaropro/cu...

Cuffaro, in tre anni dal trionfo elettorale alla bufera giudiziaria. I suoi uomini nei posti chiave ora lo trascinano nel fango

L'autunno del governatore travolto dal troppo potere

Chi lo conosce afferma che è irriconoscibile, più magro e più altero, meno "democristiano"

di Attilio Bolzoni

PALERMO - Quelli che lo conoscono bene giurano che sia meno democristiano di un tempo. Anche nel fisico. Un po' smagrito, più nervoso, più somigliante agli sconosciuti signorotti rampanti scaraventati in massa da un giorno all'altro tra i soffici divani di quel Parlamento che sta a Palermo. Qualcuno dice che sia diventato anche più altero, quasi irriconoscibile rispetto al vecchio caro Totò di una volta.

Potere del potere di un governatorato come la Sicilia, la Sicilia del 61 a 0 per il Polo alle ultime elezioni politiche, la Sicilia affogata nelle sue sabbie mobili, dissanguata dalla solita tribù di sceicchi della Regione che rende servigi come sempre agli amici degli amici. Sembra un prigioniero, oggi, Totò Cuffaro in questa sua isola, prigioniero di sé stesso, prigioniero dei suoi uomini più fidati, del suo "sistema". Quello che neanche tre anni fa l'aveva portato in trionfo.

Troppo potente Totò Cuffaro nella terra che ha conquistato mettendo paura perfino ai tantissimi alleati di Forza Italia, sempre più diffidenti, sempre più in ansia per le occupazioni di feudo dei consoli del governatore, spaventati di venire scavalcati e alla fine anche risucchiati da quell'Udc che qui - tra Palermo e Catania - controlla ormai quasi tutto quello che c'è da controllare. Assessorati, consorzi, consigli di amministrazione, agricoltura, precariato. E Sanità soprattutto, l'ultima frontiera del business, cliniche private, diagnostica all'avanguardia, soldi sporchi, soldi pubblici, tanti, tantissimi soldi. Conosce tutti in quell'ambiente Totò. Proprio tutti. Baroni universitari, primari, imprenditori di aziende che lavorano con le Ausl. Un terzo del bilancio regionale va a finire alla Sanità e la Sanità è nelle mani del governatore.

Quel ragazzo che tanti anni fa era il "protetto" dell'ex ministro Calogero Mannino ha messo i suoi "cani da guardia", anche i più chiacchierati, i più disinvolti, a sorvegliare ogni piccola e grande fonte dalla quale sgorga denaro. Dappertutto. E dentro quell'esercito di migliaia e migliaia di medici, di infermieri, di agricoltori, di consulenti, di ex carabinieri e di ex finanzieri si sono incollati vecchi marpioni della politica siciliana, nuovi affaristi, personaggi come quel maresciallo-deputato Antonio Borzacchelli che faceva le estorsioni a un prestanome del boss Provenzano, professionisti al servizio di Cosa Nostra, spioni, ricattatori, candidati onorevoli finiti all'Ucciardone. Una marmaglia che ha trascinato il governatore della Sicilia sull'orlo di una crisi di nervi e di una crisi politica.

E' avvenuto tutto a giugno dell'anno scorso, proprio quando i carabinieri avevano arrestato per mafia l'ex assessore comunale dell'Udc Mimmo Miceli (un suo vecchio amico piazzato anche alla guida di una società creata per assorbire lavoratori licenziati da imprese in crisi)) e Giuseppe Guttadauro, un aiuto primario della Terza Chirurgia dell'ospedale civico che alla carriera ospedaliera aveva preferito la nomina a padrino di Brancaccio. Indagine con tante intercettazioni telefoniche e ambientali. In una si faceva proprio il nome del governatore.

Dell'avviso di garanzia per "concorso esterno in associazione mafiosa" l'ha saputo dalla tivù. "Per cinque minuti non è riuscito a dire una parola, poi mi ha confessato che si sarebbe dimesso subito", racconta l'amico che per primo ha parlato all'"indagato" presidente della Regione Siciliana. E' lì cominciata la stagione più lunga dell'ex studente dei salesiani, il radiologo che non ha mai fatto il radiologo per quella sua passione che nel 2001 l'ha catapultato sulla poltrona di Palazzo d'Orleans.

Voleva dimettersi in quel giugno. E davanti ai 90 onorevoli di Palazzo dei Normanni parlava mentre nelle mani stringeva un discorso con due "finali": uno prevedeva proprio la sua uscita di scena. "Mi sento delegittimato", ripeteva agli intimi. Ma non si dimise. Dopo qualche giorno ci ripensò. E disse: "Ho visto tutta quella pioggia di solidarietà e ho deciso di aspettare". E poi seguirono mesi e mesi di "brutte notizie" lette ogni mattina sui giornali.

Le "talpe" del Tribunale e quel carabiniere del Ros arrestati a novembre perché offrivano informazioni riservate al boss della Sanità Michele Aiello, le segretarie di due Pubblici ministeri del pool sotto inchiesta, l'annunciatissima cattura del suo compagno di partito Borzacchelli con le stupefacenti richieste di denaro in cambio di protezioni. E il nome di Totò Cuffaro sempre in mezzo a ogni atto giudiziario e a ogni voce. Un assedio. Un accerchiamento. Una tempesta.

Dai sospetti di collusione con i boss a quelli di favoreggiamento per aver passato "segreti" giudiziari, ipotesi di reato per un governatore e indagini che hanno aperto un varco su un mondo indecente. Dove non è tutto mafia e solo mafia, alibi troppo comodo per raccontare anche gli ultimi avvenimenti siciliani. E' un mondo dove fasce di borghesia palermitana sono impantanate in un circuito fangoso, dove certa sbirraglia ha avuto e forse ancora ha licenza di investigare, dove la politica si fa a colpi di affari e di finanziamenti strappati. Un impasto. Con una Palermo che si mischia e si sfrega tra un ospedale pubblico e la clinica di un boss, che accumula sorprendenti ricchezze grazie a un paio di firme di qualche assessore, che si rivela sempre più vorace. E' questo mondo che gira intorno e vicino al "sistema" del governatore Cuffaro, una ragnatela che si estende da Palermo capitale al più lontano e piccolo paese che sta dall'altra parte della Sicilia, schiere infinite di clientes, una "macchina da guerra" per concessioni di favori, un partito in ascesa inesorabile in tutta l'isola. Con lui, con Totò "vasa vasa" (così l'hanno sempre chiamato per quella irresistibile mania di baciare chiunque incontri) che negli ultimi mesi ha perduto anche fisicamente quella "rotondità" democristiana che lo rendeva tanto rassicurante.

Saranno stati i guai giudiziari o sarà stato quel troppo potere, ma il governatore della Sicilia in questi giorni si sta giocando tutto. Aveva una faccia tirata "Totò" quando è uscito dalle sei ore di interrogatorio continuo con i tre magistrati della Procura. Aveva la faccia di chi sapeva bene che non era ancora finita.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Palermo, in pochissimi alla riunione al "Biondo" indetta da industriali e magistrati sul racket
Deserta l´assemblea antimafia
di Attilio Bolzoni su La Repubblica del 22/01/2005
Cuffaro a giudizio: «Favorì la mafia»
Ma il governatore siciliano è soddisfatto: accuse contro di me dimezzate
di Rita Di Giovacchino su Il Messaggero del 03/11/2004
Siracusa, la battaglia del proprietario: sconvolto dall’assenza di controlli
«Pizzo, 3 incendi ma non pago»
Rogo nel pub-simbolo dell’antiracket: «Abbandonato dallo Stato»
di Felice Cavallaro su Corriere della Sera del 21/10/2004

News in archivio

Mafia: maxi blitz a Messina
L'operazione all'alba di questa mattina
su La Stampa del 19/10/2006
In manette è finito anche l'ex pentito Giovanni Pellegriti
Mafia: 9 fermi a Catania, sventato omicidio
Arrestati i membri di un clan emergente di Adrano: progettavano un nuovo delitto
su Corriere della Sera del 17/10/2006
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0