Da Corriere della Sera del 16/03/2004

Bush cauto: «Non abbiamo perso un alleato»

«Continueremo insieme a Madrid la lotta al terrorismo». Ma al telefono col nuovo leader non parla di Iraq

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Bush si congratula al telefono con Zapatero per la sua elezione a premier in Spagna, e ne ottiene «il fermo impegno a proseguire assieme la lotta ai terroristi». Lo annuncia il portavoce della Casa Bianca Scott McClellan, mentre un collega al Dipartimento di Stato sottolinea che «l'America non ha perduto un alleato, il nuovo premier ha detto che la sconfitta del terrorismo è prioritaria». Fa eco a entrambi il signore della diplomazia americana, Colin Powell, in una sosta durante un viaggio in Asia: «Alle elezioni spagnole non hanno vinto i terroristi ma i socialisti: la Spagna combatte il terrorismo da prima delle stragi di New York nel 2001, non credo che cederà adesso». Il coro è unanime: Bush vuole dare l'impressione che nulla cambia con l’uscita di scena di Aznar, il suo sostegno europeo più importante dopo il premier britannico Blair, come se la Spagna non avesse sconfessato la sua strategia.

Un cambiamento tuttavia c'è. La Casa Bianca spiega che Bush e Zapatero non hanno sfiorato il tema più scottante, il ritiro delle truppe spagnole dall'Iraq, minacciato dal premier entrante a meno che una risoluzione dell'Onu non ne legittimi la permanenza: «Bush ha espresso la solidarietà americana con i madrileni - riferisce McClellan - e Zapatero ha ribadito l'importanza della guerra al terrorismo». Ma il Dipartimento di Stato comunica che cercherà di soddisfare la condizione posta dalla Spagna: «Potremmo avere una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza prima del passaggio dei poteri agli iracheni a luglio - dice un portavoce -. E' un'idea che circolava molto prima dell'attentato di Madrid. Noi pensiamo che un mandato esista già, ma da qualche tempo ne discutiamo un altro». E' la prova che Bush non vuole rimanere isolato con le elezioni presidenziali americane in vista, che vuole l'aiuto dell'Onu e dell'Ue in Iraq e nella lotta al terrorismo.

Al tempo stesso, all'unisono con Blair l'amministrazione preme su Zapatero perché non la metta in difficoltà. Powell auspica che «nessun leader venga meno alla responsabilità di combattere i terroristi, ma raddoppi i suoi sforzi». Il consigliere della sicurezza della Casa Bianca Condoleezza Rice vede nella tragedia madrilena una lezione: «Il nemico può colpire ovunque e in qualsiasi momento». Blair fa una telefonata «amichevole e calorosa» di 15 minuti a Zapatero invitandolo a serrare i ranghi, e il suo ministro degli Esteri Jack Straw rileva che «la partecipazione alla guerra dell'Iraq non ha esposto la Gran Bretagna» e che «nessuno può illudersi di essere al sicuro». E' un braccio di ferro che illustra le divergenze non soltanto transatlantiche ma anche all'interno dell'Ue. Bush e Blair si spalleggiano alla ricerca di una soluzione.

La Casa Bianca fa del suo meglio per nasconderlo, ma la caduta di Aznar l’ha colpita di sorpresa. Nella notte di domenica, ieri mattina in Spagna, ha emesso un laconico comunicato: «Siamo fiduciosi di potere lavorare con il nuovo governo». Poi Bush ha chiamato Aznar, per ringraziarlo della sua amicizia e del suo sostegno. Infine, il breve colloquio con Zapatero.

Per il presidente Usa si è aperto un capitolo pieno d'incognite. La maggioranza degli americani sembra sempre con lui, non si capacita del voto della Spagna, lo considera quasi un tradimento. Ma Kerry, il candidato democratico, attacca il rivale, mentre i pacifisti fanno dimostrazioni di protesta. Si profilano una primavera e un'estate calde, quasi come ai tempi del Vietnam.

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