Da La Repubblica del 19/03/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/esteri/spagna4/secret/secret.html

Pubblicati i documenti sull'inchiesta dopo l'attentato: colpe all'Eta senza prove, esercitate gravi pressioni politiche

Il governo toglie il segreto ecco l'imbroglio di Madrid

L'unica alternativa possibile, Al Qaeda, subito esclusa senza alcuna ragione

di Carlo Bonini

MADRID - Nel giovedì di sangue, la menzogna ha abitato i palazzi del Potere. Tra le 7.39 dell'11 marzo e l'una del mattino di domenica 14, alla sua forza suggestiva è stato piegato il sistema dell'informazione, consegnando alle opinioni pubbliche del mondo intero un colpevole credibile e politicamente utile, l'Eta. Tra l'ora dello schianto di fuoco e carne umana nelle stazioni di Atocha, El Pozo, Santa Eugenia e lo schianto di un partito che aveva guidato la Spagna per otto anni, qualcuno ha lavorato silente ad una fola che forse doveva soddisfare una richiesta. O, forse e più semplicemente, assecondava il desiderio di un committente politico che questo desiderio non aveva bisogno di rendere esplicito. Chi dunque ha davvero costruito quella menzogna? E come, e quando?

Una prima risposta è ora in cinque documenti riservati, declassificati durante la seduta del Consiglio dei ministri di ieri mattina, che Repubblica ha ottenuto alla Moncloa. Si tratta di undici cartelle dattiloscritte che raccolgono distinti carteggi: due informative del "Centro Nacional de Inteligencia" (Cni), l'intelligence militare spagnola; una relazione del vicedirettore generale operativo della direzione di Polizia, Pedro Diaz Pintado Moraleda; un telegramma a firma del ministro degli esteri Ana Palacio; la relazione del direttore dell'"Istituto Anatomo forense" (il centro di medicina legale) di Madrid, Carmen Baladia Omedo, sugli esiti delle autopsie di 192 corpi raccolti nelle ore successive alla strage.

Sono documenti che propongono una traccia di racconto. Che rispondono ad alcune domande, sollevandone altre. Che se dovevano assolvere le responsabilità dell'esecutivo uscente, al contrario le radicano in almeno un passaggio significativo, interpellando il ruolo opaco giocato dal ministro degli esteri Ana Palacio.


* * *


Alle 15,51 di giovedì 11 marzo, il Cni trasmette alla Moncloa (la sede del governo) la nota con numero di registro 200400000039127 e oggetto "Attentati terroristici a Madrid". Sono passate poco più di sette ore dalla strage e gli uomini del servizio di intelligence militare scrivono: "In attesa che le indagini di polizia traggano dati concludenti, si ritiene quasi certo che l'organizzazione terroristica Eta sia autrice degli attentati. Le ragioni sono nelle seguenti sei circostanze:

1) L'Eta aveva intenzione di manifestarsi in campagna elettorale con attentati a Madrid per dimostrare la propria capacità operativa e l'impatto propagandistico e mediatico.

2) Pur in assenza di risultati delle analisi peritali circa la composizione e le caratteristiche degli ordigni, le modalità sono quelle che l'Eta ha utilizzato in buona parte delle azioni terroristiche tentate o consumate negli ultimi anni (...).

3) La magnitudo dell'attentato, il più spaventoso e sanguinoso mai commesso dall'Eta, indica una modifica nelle modalità di esecuzione, il loro carattere indiscriminato, l'assenza di preavviso.

4) Con questo tremendo attentato, l'Eta intende riproporre la strategia scelta nel 1997 con il sequestro e assassinio di Miguel Angel Blanco. Anche allora, la banda, che attraversava una situazione difficile anche se non come quella attuale, cercò di trovare una via di uscita provocando una convulsione del sistema (...) che facilitò la firma del Patto di Lizarra nel 1998. (...).

5) L'Eta è persuasa che passerà poco tempo prima che si levino maggioritarie voci a favore di una soluzione negoziata del conflitto Basco (...).

6) L'Eta intende mostrare pubblicamente che continua ad essere una protagonista da cui non si può prescindere nel futuro politico(...)".

L'Eta, dunque. A dispetto di perizie sull'esplosivo ancora non disponibili, di rivendicazioni o informazioni "privilegiate" che dalla lettera del carteggio non constano. L'Eta e basta. "Con i dati disponibili al momento, è impossibile sostenere che una qualche organizzazione legata alla Jihad internazionale possa essere responsabile (...) manca una delle caratteristiche più significative: il terrorista suicida. Che poi oggi siano esattamente due anni e mezzo dall'11 settembre è circostanza priva di qualsiasi rilevanza o significato per i gruppi terroristici islamici".


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Nella sequenza di quelle ore convulse di giovedì 11 marzo, il convincimento formulato nell'informativa dei servizi segreti viene radicato in ogni angolo di mondo alle 17.29. Quando il ministro degli esteri Palacio informa l'intera rete diplomatica delle ambasciate spagnole con il cablogramma "urgente - riservato" numero 000395, "Attentato dell'Eta a Madrid". E' un passaggio chiave. Leggiamo.

"In relazione al tentativo che qualche forza politica sta facendo per confondere le responsabilità dell'attentato, segnalo quanto segue: il ministro dell'Interno ha confermato la responsabilità nell'attentato dell'Eta. E del resto lo confermano anche il tipo di esplosivo impiegato, lo stesso abitualmente in uso all'Eta, e altre informazioni che non sono pubbliche per ovvie ragioni (...) Vi chiedo di mettere a frutto queste informazioni per far sì che in ogni occasione che vi si presenti venga confermata la responsabilità dell'Eta. Se opportuno, esponendo quanto qui esposto alla stampa".

"Stesso esplosivo già utilizzato dall'Eta", "altre informazioni che non sono pubbliche per ovvie ragioni". Di cosa parla il ministro Palacio? Chi può sostenere, alle 17.29 di giovedì 11 marzo, che l'esplosivo che ha fatto scempio delle vite di 202 innocenti è lo stesso utilizzato dall'Eta? Nessuno, a ben vedere.

Alle 17,29 di giovedì 11 marzo, la perizia sull'esplosivo ritrovato nel furgone abbandonato nei pressi della stazione di Alcalà de Henares non è neppure cominciata. Lo documenta la relazione del vicedirettore generale operativo della direzione di Polizia, Pedro Diaz Pintado Moraleda, in cui si legge che "soltanto alle 15.30" il Renault Kangoo bianco rimorchiato nel parcheggio di Alcalà entra nel cortile della centrale di polizia di Canillas, a Madrid. Che "soltanto alle 16, all'esito di una ispezione visiva", si decide di procedere all'esame scientifico dei reperti che contiene (compresi dunque i residui di esplosivo). Perizia - va aggiunto - che si trascinerà per l'intera notte e che soltanto nella tarda mattinata di venerdì 12 marzo consentirà al ministro dell'interno Acebes di dire che l'esplosivo della strage non è "Titadyne" (l'esplosivo dell'Eta), come le cronache avevano riferito nelle prime 24 ore, ma "Goma 2", dinamite gelatinosa da cava.


* * *


Qualcuno, dunque, pensa bene nel pomeriggio di giovedì 11 marzo che l'informativa del Cin debba essere resa più sexy ("sex-up", ricordate? Blair e il rapporto Gilligan sulle armi di distruzione di massa). Forse è una iniziativa della Palacio. Forse qualcuno gliela suggerisce (Aznar?). In ogni caso, è ciò che avviene. Perché tutti i governi della Ue, le loro polizie, proprio quel giovedì sera 11 marzo, vengono informate che a firmare lo scempio di Madrid è stato il Titadyne. Dunque, l'Eta.

Del resto, nel frattempo, è ancora il servizio militare a lavorare alla demolizione di quel solo indizio che farebbe piegare l'indagine verso la pista islamica. Alle 16.04 di venerdì 12 marzo, una nuova nota dei servizi informa la Moncloa che, sulla base di un'analisi testuale, "è altamente probabile che il comunicato di rivendicazione al quotidiano londinese in lingua araba Al Quds sia stato fatto da persona effettivamente legata alla Jihad internazionale, ma priva dell'autorità sufficiente per parlare a suo nome".

Alle 18,00 di quello stesso venerdì, Acebes spiega dunque in conferenza stampa che "non esistono motivi per ritenere che quella dell'Eta non sia la principale pista di indagine", forte anche delle informazioni che dalle morgue degli ospedali cittadini escludono la presenza tra i cadaveri di spoglie di kamikaze (lo documenta oggi in via definitiva la relazione dell'Istituto di medicina legale lì dove si legge che "nessun dato o traccia indiziaria autorizza a supporre la presenza di un suicida tra le vittime").

Ventisei ore dopo, alle 20.00 di sabato 13 marzo, lo stesso ministro dà notizia dell'arresto dei primi cinque sospetti per il giovedì di sangue. Il suo Partito si avvia al patibolo elettorale.

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