Da Corriere della Sera del 09/04/2004
Il Fondo monetario riduce all’1,2% la previsione di crescita del Pil
Il Fmi: Italia, deficit sotto il 3%
Fisco, frenano le entrate. Il ministro: chiuderemo bene l’anno
di Mario Sensini
ROMA - Non vede certo rosa, con una prospettiva di crescita dell’economia che si riduce per il 2004 all’1,2%, ma almeno il Fondo Monetario è un po’ più ottimista della Commissione europea sui conti pubblici italiani. E al contrario della Commissione Ue, che mercoledì scorso ha deciso di proporre all’Ecofin un early warning per l’Italia scatenando l’ira del governo, non ritiene a rischio lo sforamento del tetto di deficit del 3% per quest’anno. Le ultime stime del Fondo, che saranno pubblicate ufficialmente a fine aprile, indicherebbero per il 2004 un deficit al 2,9% del prodotto interno lordo a fronte del 3,2% ipotizzato dalla Commissione. Appena tre decimi di differenza. Sufficienti comunque al ministero dell’Economia per sferrare un nuovo attacco all’esecutivo comunitario, che si difende sostenendo come anche le previsioni del Fondo siano «lontane» da quelle del governo, che per il 2004 ancora ipotizza un deficit del 2,2%.
«Se c’era bisogno di provare il carattere strumentale dell’iniziativa assunta dalla Commissione Prodi, ebbene questa prova viene oggi dal Fondo Monetario Internazionale» hanno sottolineato fonti del ministero, ricordando come anche l’ Economist (mai tenero con il governo) abbia criticato la decisione di Bruxelles sui conti italiani. «A partire da giovedì scorso, speculando sui decimali e manipolando l’informazione in Italia, la Commissione Prodi ha ottenuto un solo effetto, quello di screditarsi in Italia e all’estero. Speriamo che tutto ciò valga una riflessione» hanno sottolineato le stesse fonti.
Già in mattinata, ospite di Radio Uno per Radio Anch’io, il ministro Giulio Tremonti era stato tutt’altro che tenero con Bruxelles. «Ci stanno dicendo, oggi, che nel febbraio dell’anno prossimo il deficit pubblico potrebbe essere di due decimi di punto superiore a quel numero magico che è il 3% del prodotto. Stiamo parlando dello zero virgola due, non del due per cento. E non è certo il caso di drammatizzare, a meno che non si voglia spendere una speculazione politica che non ci interessa e che non fa bene né al Paese, né all’Unione Europea» ha detto Tremonti.
«Chiuderemo bene il 2004, come abbiamo chiuso bene il 2003. Chi si agita tanto stia tranquillo, farebbe bene a prendere una camomilla, o uno spumantino, e passa tutto» ha aggiunto il ministro, furibondo anche per «l’atipicità» con cui Bruxelles ha prefigurato l’ early warning . «Su due giornali con l’annuncio di un commissario, mentre queste cose vengono gestite diversamente per gli altri Paesi europei» ha detto il ministro.
«La realtà vera - ha ricordato il ministro dell’Economia - è che tutti i Paesi europei sono in una situazione difficile, l'85% del Pil europeo è fuori dai parametri di Maastricht». E per uscire dalla stagnazione che si fa sentire anche sulle entrate tributarie, scese nel primo bimestre dell’anno dell’1,1%, secondo Tremonti, l’Italia è sulla buona strada. Con la riforma delle pensioni, «una buona riforma che serve al Paese, e che non si fa per esigenze di cassa», e con la conferma di nuovi sgravi fiscali. «Stiamo lavorando. La riduzione delle tasse partirà dalle famiglie», ha concluso il ministro.
«Se c’era bisogno di provare il carattere strumentale dell’iniziativa assunta dalla Commissione Prodi, ebbene questa prova viene oggi dal Fondo Monetario Internazionale» hanno sottolineato fonti del ministero, ricordando come anche l’ Economist (mai tenero con il governo) abbia criticato la decisione di Bruxelles sui conti italiani. «A partire da giovedì scorso, speculando sui decimali e manipolando l’informazione in Italia, la Commissione Prodi ha ottenuto un solo effetto, quello di screditarsi in Italia e all’estero. Speriamo che tutto ciò valga una riflessione» hanno sottolineato le stesse fonti.
Già in mattinata, ospite di Radio Uno per Radio Anch’io, il ministro Giulio Tremonti era stato tutt’altro che tenero con Bruxelles. «Ci stanno dicendo, oggi, che nel febbraio dell’anno prossimo il deficit pubblico potrebbe essere di due decimi di punto superiore a quel numero magico che è il 3% del prodotto. Stiamo parlando dello zero virgola due, non del due per cento. E non è certo il caso di drammatizzare, a meno che non si voglia spendere una speculazione politica che non ci interessa e che non fa bene né al Paese, né all’Unione Europea» ha detto Tremonti.
«Chiuderemo bene il 2004, come abbiamo chiuso bene il 2003. Chi si agita tanto stia tranquillo, farebbe bene a prendere una camomilla, o uno spumantino, e passa tutto» ha aggiunto il ministro, furibondo anche per «l’atipicità» con cui Bruxelles ha prefigurato l’ early warning . «Su due giornali con l’annuncio di un commissario, mentre queste cose vengono gestite diversamente per gli altri Paesi europei» ha detto il ministro.
«La realtà vera - ha ricordato il ministro dell’Economia - è che tutti i Paesi europei sono in una situazione difficile, l'85% del Pil europeo è fuori dai parametri di Maastricht». E per uscire dalla stagnazione che si fa sentire anche sulle entrate tributarie, scese nel primo bimestre dell’anno dell’1,1%, secondo Tremonti, l’Italia è sulla buona strada. Con la riforma delle pensioni, «una buona riforma che serve al Paese, e che non si fa per esigenze di cassa», e con la conferma di nuovi sgravi fiscali. «Stiamo lavorando. La riduzione delle tasse partirà dalle famiglie», ha concluso il ministro.
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