Da Il Messaggero del 15/04/2004

L’ordinanza di custodia del Gip parla di «incursioni con tecnica militare»

Tra le vittime un prof universitario

di Cristiana Mangani

ROMA Avrebbero organizzato pestaggi e danneggiamenti, in alcuni casi adottando «tecnica e organizzazione da gruppo militare d’assalto». Con queste accuse i carabinieri del Ros e del comando provinciale, coordinati dalla Procura di Bari, hanno arrestato 15 presunti aderenti al movimento politico di estrema destra “Forza nuova”, tra i quali il vice ispettore di polizia Francesco Tiani, al quale, però, vengono contestati i reati di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d’ufficio. Nei confronti degli altri i magistrati ipotizzano l’esecuzione di veri e propri raid con mazze, catene e con un cric, danneggiamenti, minacce al docente dell'Università di Bari Luciano Canfora, oltre che intimidazioni al segretario dell'arcigay di Bari, Michele Bellomo, portavoce del Gay Pride barese di giugno 2003.

Le accuse variano secondo le posizioni, ma grosso modo il Gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, fa riferimento all’intero gruppo quando contesta «l'incursione con tecnica militare». In particolare, per l’incursione del 4 febbraio scorso nella clinica Santa Maria di Bari, specializzata in ginecologia e ostetricia. Nelle sale di degenza del servizio di pianificazione familiare, due degli arrestati avrebbero interrotto il servizio pubblico, insultato il personale medico e paramedico e le donne ricoverate, e esibito pubblicazioni di immagini raccapriccianti contro l'aborto. Tra le undici persone picchiate da un commando “squadrista” - così lo definisce l'accusa - compare il nome di Giuseppe Errico, attivista del centro sociale “Coppola Rossa” di Adelfia (Bari) pestato in strada da dieci persone. Altre sette vittime, a Bari il 10 giugno 2003, sono state colpite mentre affiggevano su muri cittadini manifesti per un concerto di simpatizzanti dell'area di sinistra. E ancora, tra il 28 novembre 2001 e il 27 febbraio scorso, sono stati aggrediti altri tre appartenenti al centro sociale “Coppola Rossa”. Le minacce al professor Canfora, invece, fanno riferimento al fatto che alcuni indagati avrebbero scritto sul muro accanto al portone di casa del docente: “Canfora brucerai come Stalin” e “Canfora boia”, solo perché lo studioso - secondo la ricostruzione dei pm Rossi e Nicastro - avrebbe mostrato qualche favore verso le ideologie di sinistra durante le sue prolusioni di docente universitario.

I carabinieri del Ros hanno perquisito anche la casa romana di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza nuova, alla ricerca di documenti e di indizi. Per il Gip, infatti, esistevano delle vere e proprie «liste di proscrizione». Fiore, dal canto suo, si dice perplesso della perquisizione «perché neppure indagato».

«L'arresto dei quindici militanti di Forza nuova sottolinea l'impegno dello Stato a contrastare senza tregua e a 360 gradi ogni forma di violenza politica, dall'estrema destra all'estrema sinistra», sottolinea il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, per il quale «questa vicenda conferma la fondatezza delle preoccupazioni che ho ripetutamente manifestato al Parlamento, sul diffondersi della violenza politica come pericolosa alternativa al metodo democratico e come passo preliminare alla violenza terroristica». E il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, tiene a sottolineare. «Con questi arresti la Procura non sta facendo un processo a un'organizzazione politica ma ad una banda locale che si etichettava “Forza nuova”» e che al movimento politico di estrema destra «diceva di far parte e di ispirarsi». I pm hanno invece voluto sottolineare che «era assolutamente necessaria la richiesta di arresto per tutelare l'integrità fisica e la libertà delle persone».

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