Da Il Messaggero del 18/04/2004
L’annuncio a Lecco: «La modifica sarà inserita nel nuovo codice penale, in accordo col giudice Nordio che presiede la commissione per la riforma»
Castelli: legittima difesa, norma da cambiare
Il Guardasigilli: troppo sbilanciata a favore di chi delinque, a scapito delle persone oneste
di Mario Coffaro
ROMA - «Nel nuovo codice penale cambieremo il concetto di legittima difesa. Oggi è troppo sbilanciato a favore di chi delinque, a scapito delle persone oneste»: l’annuncia il ministro della Giustizia Roberto Castelli, parlando a Lecco. La riforma del codice penale preparata dalla commissione presieduta dal giudice Carlo Nordio è praticamente pronta. Castelli ne ha anticipato la parte sulla legittima difesa commentando gli ultimi fatti di cronaca. Sei giorni fa due gioiellieri a Milano han sparato a un rapinatore (poi morto in ospedale) che gli aveva spaccato la vetrina con una mazza per portar via i preziosi esposti. Ora sono indagati per omicidio volontario. Venerdì scorso il tabaccaio romano Maurizio Notargiacomo è stato ucciso da un rapinatore, già arrestato 11 volte e in libertà malgrado avesse ancora una pena da espiare.
Dopo questi fatti sconcertanti la polemica sulla sicurezza dei cittadini si è riaccesa. Lo stesso vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha ribadito ieri che «tra le spese che non possono essere compresse vi è quella per la sicurezza del cittadino». E ha avvertito che, «il criminale che viene condannato deve espiare la sua pena, perché in assenza di certezza della pena, non c'è alcuna possibilità di vincere la lotta nei confronti della criminalità».
Nel governo, assicura Fini, non ci sono «grandi questioni» al riguardo. Per questo l’annuncio del ministro della Giustizia potrebbe preludere alla presentazione, forse a maggio, della legge delega e della relazione sulla parte generale del codice penale. La riforma, ha spiegato Castelli, avverrà «proprio per migliorare la sicurezza». Nel nuovo codice sarà inserito, ha detto Castelli, «il principio per cui chi si trova in casa propria va considerato aggredito a priori e si possa ritenere legittimamente in pericolo di vita».
In pratica nel caso di un ladro che si introduce in casa: «Qualsiasi azione deve essere considerata legittima difesa». Un altro principio innovativo che il ministro intende introdurre nel nuovo codice penale è «la considerazione dello stato d'animo dell'aggredito». Perché un commerciante che viene rapinato, anche più volte, ha esemplificato Castelli, non può avere la lucidità di capire se il malvivente sta lasciando il negozio oppure ha altre intenzioni. Nel progetto di riforma che sta preparando Castelli cambia non solo la struttura della legittima difesa, ma anche l’eventuale formula processuale di proscioglimento. Resta da definire se nella nuova formulazione più ampia di legittima difesa sarà equiparata l’aggressione ingiusta subita in casa a quella in negozio. La soluzione che pare stia prevalendo prevederebbe una scriminante per l’uccisione di un aggressore violento in casa propria e un ampliamento delle garanzie per la vittima dell’aggressione che reagisce anche fuori casa. Un altro punto chiave su cui c’è grande convergenza tra i giuristi è la necessità di rendere effettiva la certezza della pena. Di fatto, in questi anni, una giurisprudenza più permissiva ha fatto sparire l’istituto della recidiva. In pratica le attenuanti generiche finiscono per diminuire la pena anche di criminali incalliti. Così, malgrado più arresti e più condanne, il criminale recidivo finisce per avvantaggiarsi di una clemenza immeritata e irragionevole. Con la riforma sarà obbligatorio per il giudice applicare la recidiva senza attenuanti e sarà limitata la concessione della sospensione condizionale della pena.
Plauso a Castelli da parte del Sap, il sindacato autonomo dei poliziotti. Più cauto il segretario dell’Unione delle Camere penali Valerio Spigarelli: «Il tema della legittima difesa è particolarmente delicato anche perché riguarda la comparazione di beni - il patrimonio, la libertà personale, l'incolumità e la vita stessa - che devono avere una tutela a seconda della loro importanza». È perplesso anche Carlo Taormina, avvocato e professore di diritto, che milita con Forza Italia: «La legittima difesa è un istituto che risale al diritto romano. Ed è stato sempre regolato come è oggi. Non mi sembra che sia più favorevole a chi delinque, a scapito delle persone oneste».
Dopo questi fatti sconcertanti la polemica sulla sicurezza dei cittadini si è riaccesa. Lo stesso vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha ribadito ieri che «tra le spese che non possono essere compresse vi è quella per la sicurezza del cittadino». E ha avvertito che, «il criminale che viene condannato deve espiare la sua pena, perché in assenza di certezza della pena, non c'è alcuna possibilità di vincere la lotta nei confronti della criminalità».
Nel governo, assicura Fini, non ci sono «grandi questioni» al riguardo. Per questo l’annuncio del ministro della Giustizia potrebbe preludere alla presentazione, forse a maggio, della legge delega e della relazione sulla parte generale del codice penale. La riforma, ha spiegato Castelli, avverrà «proprio per migliorare la sicurezza». Nel nuovo codice sarà inserito, ha detto Castelli, «il principio per cui chi si trova in casa propria va considerato aggredito a priori e si possa ritenere legittimamente in pericolo di vita».
In pratica nel caso di un ladro che si introduce in casa: «Qualsiasi azione deve essere considerata legittima difesa». Un altro principio innovativo che il ministro intende introdurre nel nuovo codice penale è «la considerazione dello stato d'animo dell'aggredito». Perché un commerciante che viene rapinato, anche più volte, ha esemplificato Castelli, non può avere la lucidità di capire se il malvivente sta lasciando il negozio oppure ha altre intenzioni. Nel progetto di riforma che sta preparando Castelli cambia non solo la struttura della legittima difesa, ma anche l’eventuale formula processuale di proscioglimento. Resta da definire se nella nuova formulazione più ampia di legittima difesa sarà equiparata l’aggressione ingiusta subita in casa a quella in negozio. La soluzione che pare stia prevalendo prevederebbe una scriminante per l’uccisione di un aggressore violento in casa propria e un ampliamento delle garanzie per la vittima dell’aggressione che reagisce anche fuori casa. Un altro punto chiave su cui c’è grande convergenza tra i giuristi è la necessità di rendere effettiva la certezza della pena. Di fatto, in questi anni, una giurisprudenza più permissiva ha fatto sparire l’istituto della recidiva. In pratica le attenuanti generiche finiscono per diminuire la pena anche di criminali incalliti. Così, malgrado più arresti e più condanne, il criminale recidivo finisce per avvantaggiarsi di una clemenza immeritata e irragionevole. Con la riforma sarà obbligatorio per il giudice applicare la recidiva senza attenuanti e sarà limitata la concessione della sospensione condizionale della pena.
Plauso a Castelli da parte del Sap, il sindacato autonomo dei poliziotti. Più cauto il segretario dell’Unione delle Camere penali Valerio Spigarelli: «Il tema della legittima difesa è particolarmente delicato anche perché riguarda la comparazione di beni - il patrimonio, la libertà personale, l'incolumità e la vita stessa - che devono avere una tutela a seconda della loro importanza». È perplesso anche Carlo Taormina, avvocato e professore di diritto, che milita con Forza Italia: «La legittima difesa è un istituto che risale al diritto romano. Ed è stato sempre regolato come è oggi. Non mi sembra che sia più favorevole a chi delinque, a scapito delle persone oneste».
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