Da La Repubblica del 23/04/2004

Le ferite della destra allo stato di diritto

di Giorgio Bocca

È IN corso il tentativo della destra di trasformare il nostro stato di diritto. Due proposte di legge sulla tortura e sulla legittima difesa aumentano i poteri repressivi a danno dei diritti umani e aprono la strada ad una società che si arma per difendersi in proprio. Nella trasformazione dello stato di diritto la Lega svela il suo ruolo: si accolla le iniziative più forcaiole, offre alla maggioranza reazionaria le occasioni per legiferare. La Lega, come è noto, ha la furbizia bertoldesca della provincia ed è riuscita a trasformare una legge che doveva finalmente introdurre nel nostro codice penale il reato di tortura, nel suo esatto contrario: una norma che la legittima.

Grazie a un suo emendamento imposto agli alleati e disciplinatamente votato dalla maggioranza, la legge ora dice che la tortura è un reato, ma solo quando è reiterata. Una volta sola per la Casa delle libertà va bene, può passare anche in un paese che ha firmato nel 1988 la Convenzione internazionale contro ogni forma di tortura.

Insomma, per una volta passi. Ma "una volta" può bastare e avanzare per chiudere la bocca a qualsiasi oppositore, può giustificare legalmente l´uso della tortura nelle polizie e nelle carceri. L´una tantum è un´astuzia che fa il gioco di un´autorità violenta. Che cosa erano le torture inflitte agli arrestati per i disordini di Genova? Semplicemente una "prima volta"? Ma qual è la "prima volta" di reparti mobili di repressione che si spostano di città in città e possono reiterare la violenza illegale? Anche peggio è la modifica della legittima difesa, che consente l´uso delle armi nelle abitazioni private e negli esercizi commerciali «per difendere non solo l´incolumità nelle abitazioni private ma anche i beni». Una modifica che apre la strada a una società di giustizieri come quella americana dove tutti possono armarsi per farsi giustizia da soli e dove una destra reazionaria approva e propaganda la violenza privata. L´offensiva forcaiola affidata alla Lega e al suo ministro della Giustizia, che ci mette un gusto personale da supersbirro, è una delle tante esibizioni di forza di un governo debole. Esso sa benissimo che i suoi proclamati successi, nell´ordine pubblico, sono propaganda smentita dalle cronache, dalle statistiche. E per tranquillizzare l´elettorato fa la faccia feroce. L´unico rimedio efficace, quanto a propaganda, fu quello adottato dal fascismo: accettare la diffusione del crimine ma ignorarne l´esistenza, cancellare dai giornali e dalla radio omicidi e rapine. C´erano anche allora serial killer che seminavano cadaveri nelle ordinate città del regime, ma i media li ignoravano.

Ora invece siamo alla tipica contraddizione del consumismo. Le televisioni riempiono di crimini e di caroselli polizieschi i loro programmi perché sanno che sesso e sangue fanno audience. Le proposte forcaiole di nuove leggi non mancano di un loro involontario umorismo: si precisa, nel caso della legittima difesa, che per «domicilio si intende l´abitazione con le parti connesse come ascensore, garage, cortili e scale oltre naturalmente i negozi». Insomma un intero edificio e quasi un quartiere. La logica reazionaria è graduale: ogni giorno una limitazione della libertà, ogni giorno una nuova licenza ai repressori. I risultati, tutti lo sanno, sono pessimi, la popolazione carceraria degli Stati Uniti è di un milione e mezzo, i morti ammazzati nelle società che predicano order and law, ordine e legge, ma concedono ai cittadini di farsi giustizia da sé, sono in numero crescente. Non a caso questa violenza privata e questa repressione generalizzata si manifestano in un periodo di ritorno generale alle guerre e al terrorismo. E in un comune desiderio di chi esercita il potere di evitare ogni controllo e di aumentare paura e costrizioni dei sudditi.

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