Da La Repubblica del 04/05/2004
Strategie militari e mondo globalizzato
Come viaggiano le informazioni dopo l´11 settembre
Le notizie non vengono condivise se non con chi ha necessità di conoscerle. Queste notizie sono il vero potere
di Fabio Mini
Dopo l´11 settembre il mondo occidentale è entrato in una fase definita di globalizzazione III. La globalizzazione I era il mondo di Naisbitt, il futurologo, o futurista, come preferisce definirsi, che aveva concepito il villaggio globale, con le dinamiche tribali messe in moto su scala planetaria. Era il momento dell´individuazione degli interessi comuni e dell´espansione di un modello sociale e di vita che traeva forza e caratteristica dal modello occidentale di democrazia rispetto al comunismo reale ed al socialismo dirigista. Era la globalizzazione già iniziata durante la guerra fredda e che per la presenza della contrapposizione militare tentava di aggirare i blocchi con l´ideologia della libertà da un lato e con la prassi dell´economia delle multinazionali, dall´altro.
La fase successiva della globalizzazione (II) va idealmente dalla caduta del muro di Berlino all´11 settembre con l´interventismo umanitario e con il frazionamento del blocco orientale che offre nuovi sbocchi agli interessi e alla visione messianica della democrazia di mercato. Alla prima e alla seconda globalizzazione è associata l´era industriale, mentre nella fase attuale è associata l´era dell´informazione avanzata anche se questa era comunque iniziata già molto tempo prima e per un lungo periodo si era affiancata a quella industriale determinandone l´evoluzione in senso soft piuttosto che hard. Molte caratteristiche dell´era industriale sopravvivono anche nell´era contemporanea e il mondo che non fa parte di quello avanzato, che poi è la maggior parte di quello geografico e politico, è il mondo che quello avanzato percepisce oggi come minaccia.
Tuttavia, per il mondo avanzato, l´era dell´informazione ha portato novità fondamentali e sviluppato nuove caratteristiche che consentono di definire quella attuale come una fase separata e distinta della globalizzazione. L´era industriale era caratterizzata da alcuni parametri socio-economici e di metodo che oggi sono in rapida trasformazione. La logica era (ed è) del produrre e vendere. Il successo commerciale, ma anche quello politico, veniva ricercato tramite l´economia di scala e lo scopo di ottenere un beneficio immediato e diretto. L´approccio del management e del decision making era quello della centralizzazione e del top-down: la concezione e l´organizzazione piovono dall´alto e in alto stanno i circoli che influenzano tutte le decisioni. Nell´era industriale avanzata si ricerca l´integrazione verticale lungo una linea d´interessi che lega l´esecutore al dirigente, il cliente al fornitore, l´azienda centrale alle sue succursali. L´attenzione è focalizzata verso l´interno; se possibile si deve produrre tutto in proprio creando imprese e organizzazioni che siano autosufficienti e che non dipendano da altri interlocutori. In questo ambiente socio-economico e industriale avanzato le relazioni e le interazioni sono a raggio veramente limitato.
Le informazioni, che pure vengono sviluppate enormemente, vengono fatte circolare in circoli ristretti e sono coperte dal segreto su ogni cosa. (?) Questa caratteristica prevede una categorizzazione degli operatori allo stesso interno delle organizzazioni e ad ogni categoria corrisponde un livello di consapevolezza, di conoscenza (awareness) diverso. L´informazione classificata, segreta, riservata a pochi e comunque accentrata diventa il vero potere.
La fase successiva della globalizzazione (II) va idealmente dalla caduta del muro di Berlino all´11 settembre con l´interventismo umanitario e con il frazionamento del blocco orientale che offre nuovi sbocchi agli interessi e alla visione messianica della democrazia di mercato. Alla prima e alla seconda globalizzazione è associata l´era industriale, mentre nella fase attuale è associata l´era dell´informazione avanzata anche se questa era comunque iniziata già molto tempo prima e per un lungo periodo si era affiancata a quella industriale determinandone l´evoluzione in senso soft piuttosto che hard. Molte caratteristiche dell´era industriale sopravvivono anche nell´era contemporanea e il mondo che non fa parte di quello avanzato, che poi è la maggior parte di quello geografico e politico, è il mondo che quello avanzato percepisce oggi come minaccia.
Tuttavia, per il mondo avanzato, l´era dell´informazione ha portato novità fondamentali e sviluppato nuove caratteristiche che consentono di definire quella attuale come una fase separata e distinta della globalizzazione. L´era industriale era caratterizzata da alcuni parametri socio-economici e di metodo che oggi sono in rapida trasformazione. La logica era (ed è) del produrre e vendere. Il successo commerciale, ma anche quello politico, veniva ricercato tramite l´economia di scala e lo scopo di ottenere un beneficio immediato e diretto. L´approccio del management e del decision making era quello della centralizzazione e del top-down: la concezione e l´organizzazione piovono dall´alto e in alto stanno i circoli che influenzano tutte le decisioni. Nell´era industriale avanzata si ricerca l´integrazione verticale lungo una linea d´interessi che lega l´esecutore al dirigente, il cliente al fornitore, l´azienda centrale alle sue succursali. L´attenzione è focalizzata verso l´interno; se possibile si deve produrre tutto in proprio creando imprese e organizzazioni che siano autosufficienti e che non dipendano da altri interlocutori. In questo ambiente socio-economico e industriale avanzato le relazioni e le interazioni sono a raggio veramente limitato.
Le informazioni, che pure vengono sviluppate enormemente, vengono fatte circolare in circoli ristretti e sono coperte dal segreto su ogni cosa. (?) Questa caratteristica prevede una categorizzazione degli operatori allo stesso interno delle organizzazioni e ad ogni categoria corrisponde un livello di consapevolezza, di conoscenza (awareness) diverso. L´informazione classificata, segreta, riservata a pochi e comunque accentrata diventa il vero potere.
Annotazioni − Anticipazione di parte dell´introduzione di a "Le origini del Blitzkrieg. Hans von Seeckt e la riforma militare tedesca 1919-1933" di James S. Corum (edito da Libreria Editrice Goriziana, pagg. 370, euro 18)
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