ROMA - Bloccare le riforme del ministro Moratti, dalla scuola all’università. E’ l’obiettivo del corteo che partirà oggi a Roma, alle 14, da piazza della Repubblica. La manifestazione nazionale è organizzata da una fitta rete di coordinamenti, associazioni e movimenti. Ha il sostegno di numerose sigle sindacali dei prof, dai confederali ai Cobas, e dell’opposizione. I sindacati di base hanno proclamato uno sciopero e non è escluso che ciò provochi qualche disagio. Hanno dato la loro adesione diversi esponenti del mondo della cultura: dall’astronauta Umberto Guidoni ai registi Mario Monicelli, Ettore Scola, Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani e Gillo Pontecorvo. Dalla scrittrice Lidia Ravera al linguista ed ex ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro. Hanno firmato un appello nel quale esprimono il timore che le riforme rendano l’Italia «un Paese più ignorante e più diviso». Preceduta da due scioperi e varie mobilitazioni, quella di oggi sarà probabilmente anche l’ultima protesta - il 21 è previsto uno sciopero ma di tutto il pubblico impiego - prima della fine dell’anno scolastico. E sarà globale: genitori, insegnanti, docenti universitari, ricercatori, precari. Voci di dissenso si levano dalle scuole, ma anche dagli atenei dove il progetto dello stato giuridico e il nuovo decreto dell’autonomia didattica incontrano forti critiche.

Il primo pezzo della riforma è già una realtà e a settembre partirà nelle elementari e in prima media. Altri decreti di attuazione del progetto - alternanza scuola-lavoro e diritto dovere a una formazione fino a 18 anni - sono a buon punto. Quello riguardante la scuola superiore, invece, marcia con un po’ di ritardo. Ma il ministero ha ancora un anno di tempo per far approvare i diversi provvedimenti. Il movimento anti Moratti punta sull’opposizione delle scuole - collegi dei docenti, dirigenti scolastici - a una riforma giudicata inattuabile. Il meccanismo, insomma, potrebbe venir bloccato dall’interno. «Questa mobilitazione - spiegano gli organizzatori - dovrà riaffermare e rendere visibile tutta l’opposizione del mondo della formazione al progetto del ministro Moratti e fungere da punto di riferimento e appoggio alla pratica di rifiuto capillare degli aspetti distruttivi della riforma che sta crescendo in questi giorni nella scuola e nell'università». Regioni e sindacati hanno presentato dei ricorsi al Tar. Uno dei punti più delicati è il maestro tutor. Si sostiene che la nuova organizzazione lederebbe le prerogative dei sindacati in materia di contrattazione.

Il corteo anti-Moratti chiederà l’immissione in ruolo dei docenti precari su tutti i posti disponibili, lo sblocco del turnover e l’assunzione di almeno 20 mila nuovi ricercatori nei 75 atenei del Paese. Dirà no ai processi di regionalizzazione della scuola in difesa dell’istruzione tecnica. Sosterrà il diritto ad un’istruzione di qualità per tutti fino a 18 anni, in modo da evitare quelle scelte precoci che rinforzano le differenze sociali.

Il sottosegretario all’Istruzione Valentina Aprea (Forza Italia), alla vigilia del corteo, ha spiegato qual è la posizione del governo: «Gradualità nell’applicazione della riforma rispetto agli organici, ma efficacia d’intervento immediata nei confronti dei ragazzi». La riforma deve partire.