ROMA - Niente rischi: i soldi vanno nel «mattone». Spaventati dalle insidie della Borsa, delusi dai titoli di Stato, agli italiani che hanno di che investire restano poche alternative. Non puntano più a «guadagnare», si accontentano di «conservare». Non cercano strade nuove, anzi, si affidano alla via più vecchia che c´è. Quindi comperano casa.

Tante, tantissime, come non mai. Negli ultimi sedici mesi il mercato immobiliare, nonostante il lievitare dei prezzi, ha raggiunto record assoluti sia nelle compravendite che nella capacità di spesa, Dal gennaio 2003 all´aprile di quest´anno - feste a parte - ogni minuto se ne sono acquistate tre. Così ha calcolato il Censis, facendo notare che per ogni giorno lavorativo ci sono state 3.700 compravendite con una spesa media di 167.800 euro per alloggio. Totale: 191,3 miliardi messi nel mattone.

Un autentico boom. Cosa è successo visto che i prezzi di case e appartamenti, nel frattempo, sono volati e che il potere d´acquisto al contrario si è ridotto? Il fatto è che le altre possibili scelte sono via via scemate. E´ crollata la fiducia riposta in passato nell´investimento finanziario, e come sempre succede nei tempi di crisi, si è tornati all´essenziale. Probabilmente a finire nell´immobile sono stati proprio i capitali usciti dalla Borsa. Si è acquistato praticamente di tutto e a qualsiasi prezzo. Si è investito su qualsiasi cosa abbia un tetto e si regga in piedi: dal mini appartamento da 50 mila euro - conquistato da 17 per cento degli acquirenti - alla casa in città da 400 mila.

E per i prossimi mesi, prevede il Censis, non ci saranno variazioni sul tema, la preferenza degli italiani andrà ancora al mattone: oltre 4 milioni di famiglie contano di investire i loro risparmi in abitazioni (solo il 4,2 per cento dei nuclei pensa ai titoli di Stato e l´1,5 addirittura alle azioni).

Cosa comporterà a lungo andare questa corsa all´appartamento? Un ulteriore aumento dei prezzi, prevede Scenari Immobiliari, e forse una nuova cementificazione. Nel 2004 si legge nel rapporto presentato dalla società, i listini del mercato metteranno a segno una crescita del 5,5 per cento rispetto all´anno scorso. Risultato che va ad aggiungersi all´aumento del 41 per cento realizzato dal fatturato immobiliare fra il 1999 e il 2003. Quota nettamente superiore a quella dei maggiori paesi europei. Nel complesso le compravendite diminuiranno del 4-5 per cento, ma nel Meridione - dove il fenomeno è iniziato più tardi - gli acquisti continueranno a volare.

Quanto alla possibilità di un´ulteriore cementificazione già ora il quadro è poco roseo: in Italia, segnala l´Istat, fra palazzi, ville e casette, ci sono circa 13 milioni di edifici di cui 11 a scopo abitativo. Regina del mattone è la Campania con 69,3 edifici costruiti ogni metro quadrato, segue la Lombardia con 64,6. Il 50 per cento delle costruzioni è concentrato in cinque regioni (Sicilia, Lombardia, Veneto, Puglia e Piemonte). Il numero delle abitazioni negli ultimi dieci anni è cresciuta del 9 per cento, molto più velocemente quindi della popolazione residente, con un calo del numero di persone per alloggio. In Italia nel 2001 i residenti per edificio ad uso abitativo erano in media cinque mentre quelli per abitazione occupata erano 2,6. La città con il numero maggiore di persone per appartamento occupato è Napoli con 3,2 residenti mentre Trieste si ferma a 2,1.