Da La Repubblica del 18/05/2004

Oggi la vedova italiana di Rajiv Gandhi riceve l´incarico di premier dal presidente della Repubblica

La Borsa contro Sonia panico sui mercati indiani

L´opposizione all´attacco:"La straniera rovinerà il Paese"

La prima amarezza: i partiti comunisti hanno scelto di restare fuori dall´esecutivo. Da loro solo appoggio esterno

di Raimondo Bultrini

NEW DELHI - Sonia Gandhi andrà oggi dal presidente della Repubblica a ricevere il mandato che le permetterà mercoledì di ottenere dal Parlamento l´investitura a primo ministro dell´India. Un portavoce del suo Partito del Congresso lo ha annunciato nella tarda serata di ieri ai deputati alleati che erano stati convocati a casa Gandhi per la seconda volta nella stessa giornata.

Ma difficilmente Sonia ha potuto godere appieno le gioie della sua grande vigilia, rovinata dalle notizie sempre più drammatiche giunte dalla Borsa, dove le perdite si sono rivelate le più pesanti degli ultimi 129 anni di storia indiana. L´indice Sensex è sceso fino al 17,50 per cento, del 12,5 è andato giù il Nifty e dopo due sospensioni delle contrattazioni la Reserve bank di Delhi è dovuta intervenire massicciamente per riportare i valori in alto di circa sei punti ed evitare così altre perdite su quasi tutti i titoli. Accusate di aver sparso panico sui mercati con le dichiarazioni contro la politica di privatizzazioni e disinvestimenti e a favore dei sussidi ai poveri, le sinistre alleate del Congresso sono state fonte di grande amarezza per Sonia Gandhi, che si aspettava una loro partecipazione diretta al nuovo esecutivo. Invece dopo tre giorni di meeting no stop i due partiti comunisti, che dispongono insieme di oltre 60 seggi, hanno deciso di limitarsi ad appoggiare da fuori l´alleanza del Congresso.

A rovinare la festa dell´erede Gandhi ci ha pensato infine anche l´avversario sconfitto. I fondamentalisti hindu del Bjp, infatti, decisi a reagire allo choc post-elettorale, hanno di nuovo tirato fuori il loro cavallo di battaglia contro il Congresso, le origini italiane del primo ministro. Per questo all´investitura di mercoledì sarà presente per dovere il solo ex premier Atal Bihari Vajpayee, mentre tutti o quasi i parlamentari dell´Alleanza Nazionale democratica sopravvissuti ai ballottaggi boicotteranno la cerimonia. «Sarà un giorno oscuro nella storia dell´India indipendente» ha commentato il capo del partito hindu, precisando che la loro protesta contro la nomina di una straniera a capo del governo non sarà portata in strada, sebbene «saranno benvenute manifestazioni spontanee».

Non pochi hanno sospettato che più delle dichiarazioni dei comunisti sia stato lo zampino degli speculatori a scatenare il "Lunedi nero" del 17 maggio. Ma qualunque sia la causa, un drappello di piccoli azionisti arrabbiati dopo aver assistito alle cadute verticali di titoli come quello di Infosys, Wipro, India Oil Company e delle stesse grandi banche, si sono raccolti su Dalal street dove ha sede la Borsa di Bombay gridando slogan contro il Congresso. Una protesta orchestrata secondo qualcuno dallo stesso ex partito al governo, sebbene il disagio degli investitori e di tutti gli ambienti economici sia reale e inquietante.

A tentare di placare gli animi è più volte intervenuto ieri il probabile prossimo ministro delle Finanze Manmohan Singh, rassicurando gli investitori che nessun membro della coalizione «è ideologicamente contrario alle privatizzazioni» e che «non c´è nessun motivo di entrare in panico» perché tutto tornerà alla normalità «non appena le forze progressiste dell´Unione del Congresso avranno presentato il loro programma. «Un programma - ha precisato Singh - che punterà molto sull´agricoltura, sull´educazione, la sanità, settori lasciati indietro dal passato governo e diventati i cavalli vincenti della nuova coalizione».

Ciò non toglie che il potere determinante dei voti di sinistra abbia cominciato prima ancora dell´insediamento ad avere ripercussioni sull´immagine del Congresso che torna a governare dopo otto anni di opposizione. Sebbene il partito dei Gandhi e le sinistre condividano molti aspetti della politica economica e sociale dedicata alle aree rurali e ai problemi delle classi più povere, I partiti comunisti del Cpim (marxista) e del Cpi non sembrano fin d´ora accontentarsi delle generiche indicazioni di programma e hanno già fatto sapere di voler vedere smantellato il ministero delle privatizzazioni e dei disinvestimenti, con ulteriore conseguente ripercussione sul mercato. Un anticipo significativo delle continue pressioni che il governo subirà comunque dalla sinistra ad ogni delicato passaggio legislativo.

Da qui il timore degli investitori, soprattutto stranieri, che erano affluiti massicciamente sul mercato indiano ad acquistare titoli richiamati dal forte tasso di crescita e dalla prospettiva di nuovi affari con le partecipazioni statali della terza economia dell´Asia. Ma la doccia fredda di ieri che ha bruciato in poche ore 50 milioni di dollari di capitali potrebbe ancora essere recuperata, dicono gli analisti, non appena si insedierà un governo stabile. Cosa che dovrebbe avvenire entro la settimana se non si verificheranno altri scossoni tellurici di magnitudine superiore a quelli del "Lunedì nero".

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