Da Il Messaggero del 22/05/2004

Farmaci, spesa impazzita: nel mirino 5 industrie

La Finanza nelle aziende acquisisce dischetti e documenti. Il vicepremier Fini: «Presto un decreto»

di Antonio De Florio

ROMA - Nel giro di tre mesi la spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è lievitata dell’8% e nel solo mese di marzo addirittura del 16%. Un salasso di più di tre miliardi e 113 milioni di euro, da far impallidire il nostro ministro dell’Economia Giulio Tremonti e da spingere il vicepremier Gianfranco Fini all’annuncio di un decreto nel prossimo Consiglio dei ministri.

E ieri la guardia di finanza ha mobilitato i propri nuclei regionali di Roma, Firenze e Milano, facendo ”visita” a cinque aziende produttrici dei farmaci, che avrebbero fatto inpennare la spesa.

Non si tratta per ora di un’indagine penale; la Finanza è intervenuta come ”polizia economica” con il compito di acquisire tutti gli elementi relativi alle strategie di vendite, ai rapporti intrattenuti con i soggetti dell’intera filiera commerciale, fino alla vendita o distribuzione al dettaglio dei farmaci; alle spese di propaganda o rappresentanza sostenute (per congressi, meeting o concessione di beni in omaggio diversi dai campioni farmaceutici gratuiti) e la loro incidenza sui costi aziendali. E non ultimo, le attività di promozione degli informatori scientifici.

La denuncia era partita dall’associazione dei farmacisti (Federfarma) che in un rapporto prendeva in esame i primi tre mesi del 2004 confrondandoli con lo stesso periodo dell’anno precedente. A gennaio l’incremento della spesa per i medicinali pagati dal Servizio sanitario nazionale era stato dell’1,1%, a febbraio del 7,8% e a marzo, il picco: +16%. Roba da epidemia. Secondo l’associazione dei farmacisti i prodotti che sono andati a ruba sono stati quelli per la cura del colesterolo. «L’incremento di spesa - è scritto tra l’altro nel rapporto - è dovuto alla decisione delle aziende produttrici di sostituire dal 12 marzo 2004, le confezioni da 10 compresse con quelle da 30 compresse. Tale decisione ha prodotto, da sola, un aumento di spesa superiore all’1%».

È dovuto intervenire il ministro della Salute Girolamo Sirchia che ha dichiarato illegittima la decisione presa, in assoluta autonomia, dalle aziende produttrici.

«La Guardia di Finanza - è scritto in un comunicato - impegnata quale polizia economica e finanziaria nella prevenzione e repressione di abusi, a tutela del bilancio dello Stato, ha avviato gli accertamenti allo scopo di prevenire e reprimere eventuali illeciti che possono aver contribuito, insieme ad altre cause fisiologiche, all'aumento abnorme della spesa per medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale».

Cosa dicono le cinque società farmaceutiche visitate dalla Fiamme gialle? L’unica a prendere posizione è la Menarini, attraverso Lucia Aleotti, membro del Comitato esecutivo del Gruppo di Firenze: «La verifica della GdF per la nostra azienda è addirittura un'opportunità per dimostrare come si possa essere un'impresa di successo lavorando con serietà ed eticità, valori da sempre alla base delle nostre filosofie e ampiamente apprezzati dalla classe medica; valori recentemente codificati, tra l'altro, nel codice etico aziendale che ne rispecchia fedelmente il rigore».

Al comando generale della Guardia di Finanza spiegano che saranno necessarie alcune settimane per analizzare tutti i documenti acquisiti. E non si esclude che un rapporto possa finire nelle mani dell’autorità giudiziaria. L’inchiesta sulla spesa farmaceutica impazzita è solo all’inizio.

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