Da La Stampa del 18/05/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0405/bsa.asp
La parola alla lobby del software
«Persino noi siamo contrari, è un’inutile burocrazia in più»
di Anna Masera

Signora Lavagnini, ci spiega la posizione della Bsa Italia sul decreto Urbani?
«La Bsa ha criticato il bollino virtuale e l’estensione del compenso per copia privata (tassa su masterizzatori e software di masterizzazione), misure in contrasto con le norme Ue, che rispondono a una richiesta Siae all’onorevole Gabriella Carlucci, relatrice del decreto alla Camera, la quale le ha messe in atto senza interpellare le controparti».
Ma la Carlucci ha espresso rammarico per l’articolo 1 del decreto, che oltre ai suddetti balzelli prevede l’introduzione di sanzioni penali a carico degli utenti.
«Già. Il problema è che la Carlucci non ha più il potere di cambiare il decreto, è stato licenziato e non ci sono più i tempi tecnici. Una cosa assurda, perchè questa legge trova tutti d’accordo nel dire che è sbagliata».
Che la Carlucci si sia pentita non fa ben sperare?
«Ormai è il 18, se il decreto non viene convertito in legge entro il 22 decade. Le modifiche di cui discutiamo adesso risalgono a un mese fa. C’è stato un mese di tempo e tutto quello che sono riusciti a fare è peggiorare la situazione. Bisognerebbe ritirare la norma, ma non c’è la volontà politica della maggioranza».
Ma una legge nuova sul copyright era necessaria?
«No. Le leggi già c’erano».
E allora perchè il decreto?
«Evidentemente la necessità era sentita negli ambienti dell’industria cinematografica».
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