Da La Stampa del 19/05/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0405/prestito...

Polemiche per una legge europea sui diritti d’autore

Urbani: in Italia non si pagherà mai il prestito dei libri

Il ministro dei Beni Culturali: sarebbe il modo migliore per far odiare la Ue
Una raccolta di firme per chiedere a Bruxelles di annullare la norma
Gli editori: chi va a una mostra non si scandalizza per il costo del biglietto

di Antonella Mariotti

In Italia il servizio di prestito nelle biblioteche pubbliche è e rimarrà gratuito. Mi opporrò ad un adeguamento automatico e meccanico per il nostro Paese alla direttiva europea, che mi sembra un modo sicuro per far detestare Bruxelles. Così si va a colpire chi vuole migliorare la propria cultura, spesso con fatica e sacrificio...». Il ministro ai Beni culturali Giuliano Urbani si schiera con chi, da mesi, si oppone alla legge 92/100, che prevede il pagamento dei prestiti in biblioteca e contro la quale l’Associazione italiana biblioteche, insieme a un gruppo di scrittori e di editori, sta promuovendo una raccolta di firme.

Tirano un sospiro di sollievo dall’Aib.

«Che il ministro sia con noi non può farci che piacere. Non è detto che tutto quello che viene dall’Europa sia positivo. Questa per noi è una tassa sul macinato: è passato un concetto molto grave: che il diritto all’informazione deve sottostare a un pagamento. Tutti i governi hanno più volte detto che l’accesso all’informazione deve essere libero, allora come la mettiamo? Possiamo e dobbiamo pretendere una marcia indietro».

Per la legge europea il pagamento del prestito dei libri in biblioteca rientra nella tutela dei diritti d’autore: «Gli autori e altri titolari del diritto godono di un diritto di prestito esclusivo e hanno la facoltà di autorizzare o vietare il prestito pubblico delle loro opere. Gli Stati possono derogare a queste disposizioni purché trasformino il diritto di prestito esclusivo in diritto a «un’equa remunerazione», che essi sono tenuti a pagare almeno agli autori».

«Sì, ma chi stabilisce che cosa significa equa? - sottolinea Miriam Scarabò, presidente dell’Aib - Le biblioteche devono pagare due volte? Noi siamo già la tutela degli autori, ogni anno compriamo sette milioni di libri e paghiamo i diritti anche sulle fotocopie. Tuteliamo i piccoli autori, meno conosciuti, siamo noi che compriamo i loro libri. Questa tassa andrà a colpire le fasce più deboli, quelli che possono leggere e informarsi soltanto in biblioteca».

Gli altri Paesi dove il prestito è ancora gratuito sono Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Lussemburgo. La campagna europea contro la «tassa della lettura» è iniziata a febbraio e la raccolta firme terminerà il 31 maggio. Oltre all’Aib in prima linea ci sono molte biblioteche, autori e scrittori, e sul sito www.nopago.org un elenco lungo una pagina di associazioni che si schiera per il prestito gratis.

In Rete sotto il segno «Non pago di leggere» si trovano testimonianze di autori ed editori per la lettura gratuita in biblioteca. Come quella di Stefano Benni: «Per il diritto d’autore ci sono le librerie, le biblioteche devono essere gratuite». O di Enrico Brizzi: «Visto che si legge così tanto in Italia il ticket in biblioteca mi sembra l’ottimo modo per radere al suolo ciò che resta di una rete capillare di luoghi in cui la lettura può essere un’esperienza condivisa».

Ma la Ue ha già iniziato la controffensiva, sono già in mora Spagna, Italia, Irlanda e il Portogallo. Lo stesso vale per il Lussemburgo e per la Francia, dove è stata emanata una legge ma finora mai applicata. Il Belgio è già stato addirittura condannato. A favore della legge Ue l’Associazione italiana editori. Ivan Cecchin, direttore Aie: «Ma dove sta scritto che per vedere un concerto o una mostra si paga, e i libri sono gratis?».

Aggiusta il tiro Federico Motta, presidente: «Il concetto del diritto di prestito non è sbagliato, l’industria culturale è un’industria come le altre, e come tale va tutelata. Che lo debba pagare l’utente non è scritto da nessuna parte. Noi vorremo adottare il modello tedesco, dove a pagare sono le regioni».

«E’ inutile insistere sul diritto d’autore - insiste Scarabò -, sono tanti gli autori che sono con noi. Per non far pagare i cittadini dovremmo pagare noi e i bilanci delle biblioteche sono a rischio: accordiamoci tra Stati e chiediamo alla Ue un passo indietro».

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