Da La Repubblica del 28/05/2004

Una frase del ministro dell´Industria fa polemica. Gli ambientalisti: servono misure per curare la febbre del pianeta

"Kyoto, l´Italia ci ripensa"

Siluro di Marzano alla politica Ue: costa troppo alle imprese

di Antonio Cianciullo

ROMA - Italia in rotta di allontanamento dall´Europa anche sul fronte ambientale. Mentre ancora si cerca di ricomporre faticosamente la frattura aperta dalla divaricazione sull´Iraq, il ministro dell´Industria Antonio Marzano ha lanciato una bordata contro Bruxelles sul protocollo di Kyoto, il patto a favore della difesa del clima di cui l´Europa ha fatto una bandiera.

«Se gli Stati Uniti non aderiscono», ha sostenuto Marzano all´assemblea di Confindutria, «se la Russia non aderisce, se la Cina non ha nessuna intenzione di aderire, il protocollo di Kyoto porrebbe sulle imprese europee una serie enorme di oneri senza ottenere risultati climatici. Quindi, stiamo riflettendo. Sono regolamentazioni che bisogna evitare se non servono e costano alle imprese».

Una presa di distanza molto chiara e una posizione molto lontana da quella più volte ribadita da Bruxelles: l´Unione europea ha dichiarato di voler andare avanti anche da sola per creare un green market mondiale, un grande bacino in cui commercializzare i prodotti a basso impatto ambientale e i sistemi di produzione di energia rinnovabile.

Secondo il ministro dell´Ambiente Altero Matteoli, la sortita di Marzano non rappresenta una rottura con la linea finora seguita dal governo italiano. Matteoli ha ricordato che l´Italia sta lavorando alla normativa necessaria a tradurre in misure operative gli accordi sui gas che alterano il clima: ha varato il piano di riduzione delle emissioni serra e aperto i crediti di carbonio presso la Banca Mondiale per poter acquistare i diritti di emissione.

«E´ piuttosto clamoroso», ha ribattuto la deputata diessina Giovanna Melandri, «che il ministro Marzano non ricordi o finga di non ricordare che meno di una settimana fa Putin ha annunciato l´accelerazione della ratifica del protocollo di Kyoto da parte della Russia. Ed è comunque grave che l´Italia si nasconda dietro alle scelte di altri governi, che peraltro sembra non conoscere bene, per non assumere pienamente le proprie responsabilità per uno sviluppo ecosostenibile».

L´uscita del ministro dell´Industria è stata criticata con durezza anche da Legambiente. «La necessità di adottare misure incisive per curare la febbre del pianeta mette tutti davanti a un bivio», ha dichiarato il presidente dell´associazione ambientalista, Roberto Della Seta. «O i governi, le forze politiche, i sistemi economici, gli stessi consumatori si muoveranno in fretta per fermare l´aumento delle emissioni che stanno modificando il clima, oppure tra pochi anni dovremo fronteggiare non più una minaccia, ma una drammatica realtà».

Finora l´Italia, nonostante gli impegni formali a favore del protocollo di Kyoto, non è riuscita a ridurre le emissioni rispetto ai livelli del 1990. Anzi negli ultimi anni si è registrato un incremento del 7 per cento.

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