Da Corriere della Sera del 03/06/2004

Oggi al Consiglio dei ministri il piano per ripartire tra imprese ed enti locali l’eventuale sfondamento

Sanità, dopo la protesta delle Regioni torna il decreto tagliaspese

di Mario Sensini

ROMA - Accantonato già due volte nelle scorse settimane, e ormai atteso dopo le elezioni, il decreto per frenare la spesa farmaceutica rispunta improvvisamente all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri che si riunisce oggi. Il provvedimento, in attesa della costituzione dell’Agenzia nazionale del farmaco, dovrebbe anticipare la norma prevista dalla Finanziaria 2004 che pone lo sfondamento della spesa farmaceutica (non dovrebbe superare il 16% della spesa sanitaria complessiva) a carico delle aziende del settore (60%) e delle Regioni (40%). Storia curiosa, questa del decreto. Il 20 maggio il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, lo aveva promesso alle Regioni, preoccupatissime per l’andamento della spesa farmaceutica, cresciuta dell’8,1% nei primi tre mesi di quest’anno. In cambio, le Regioni avevano dato via libera a Sirchia per l’inserimento nel prontuario dei farmaci rimborsabili, insieme con un certo numero di prodotti generici, di altre specialità ancora coperte da brevetto. Il decreto, tuttavia, non venne presentato alle successive riunioni del Consiglio dei ministri. Anzi. Il preconsiglio, della settimana scorsa, decise di accantonarlo ancora, nella considerazione che la chiusura del Parlamento per la pausa elettorale avesse portato via buona parte del tempo necessario per la conversione in legge del decreto.

L’ennesimo rinvio, però, aveva scatenato l’ira delle Regioni, che sentendosi tradite da Sirchia, si rivolsero al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, manifestando il timore di non riuscire a far quadrare le finanze regionali. Ed ecco il decreto spuntare all’ordine del giorno della riunione di governo. Cogliendo di sorpresa, almeno così sembra, anche lo stesso ministero della Salute, titolare del decreto inseme alla Presidenza del Consiglio.

Probabile che oggi ci sia discutere. Alleanza nazionale, in particolare, si dice preoccupata dai tempi dell’intervento. Il ripiano parziale a carico delle aziende, si sostiene, scatterebbe, comunque, a consuntivo e non giustificherebbe il decreto. Senza contare che il ministero della Salute si era fatto parte attiva per l’apertura di un tavolo di confronto tra la Farmindustria, che riunisce le grandi multinazionali del settore e lamenta i continui interventi spot sul prezzo dei farmaci (questo sarebbe l’ottavo in due anni) il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e i ministri Sirchia e Tremonti.

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