Da Il Manifesto del 03/06/2004
Un sentiero per il terzo millennio
Religioni nel tempo Analisi, prospettive e previsioni in particolare sul futuro del cattolicesimo e del cristianesimo
di Filippo Gentiloni
Si stanno moltiplicando i libri che cercano di gettare uno sguardo sul futuro delle religioni, in particolare del cattolicesimo, il caso che ci è più vicino. Posizioni diverse e previsioni tutt'altro che scontate o sicure. Ma tutti d'accordo nell'affermare che ci troviamo alla vigilia di una svolta: niente sarà più come prima. Non solo perché siamo all'inizio di un nuovo secolo e millennio. Non solo perché si avvia verso la fine uno dei pontificati più lunghi e autorevoli della storia. E' il mondo che sta cambiando e di conseguenza anche la chiesa non potrà più essere la stessa di prima. Ma a vantaggio o svantaggio del cattolicesimo? Declino, crisi, o ripresa e rinascita? Le risposte sono molte e diverse. Si può assumere come punto di partenza La terza chiesa. Il cristianesimo del XXI secolo di Philip Jenkins, storico americano delle religioni (Fazi). La prima chiesa, come spiega nella prefazione Franco Cardini, sarebbe quella degli inizi, primo millennio; la seconda quella del secondo millennio, «laicizzazione» o addirittura «apostasia». E nel terzo? L'analisi - la previsione - di Jenkins è fondamentalmente positiva, legata al nuovo mondo e non più eurocentrica. Cinque nazioni del sud del mondo (Brasile, Congo, Filippine, Messico, Nigeria) avranno ormai più di 100 milioni di cristiani. Cristiani e non particolarmente cattolici se è vero che nella terza chiesa l'ecumenismo dovrebbe ormai dirsi risolto. «Un cristianesimo frammentato, pullulante di sette e nuove chiese, impegnato nel tentativi di distaccarsi dall'immagine che lo aveva per secoli collegato alla civiltà dell'occidente. Fondamentalmente spiritualista».
Di religione, dice Jenkins, il mondo ha bisogno: di senso, cioè, di speranza. Proprio di quel contributo che la religione può offrire, specialmente nei momenti difficili. Il cristianesimo è pronto a offrire questo contributo, trasformandolo secondo i tempi e le circostanze, come già ha fatto nel corso delle sua tormentata ma feconda storia millenaria. Perciò la sua vitalità, anche futura.
Che dire di questa prospettiva? La situazione attuale nel mondo non sembra confermarla. A suo favore si può citare la sconfitta dell'ateismo comunista, ma i conflitti religiosi in Africa e Asia non sembrano favorirla. E la «terza» chiesa dovrà vedersela con l'islam e non le sarà facile.
Molto più incerta e perplessa l'analisi di John Cornwell in La fede infranta: il papa, la comunità dei fedeli e il futuro della chiesa (Garzanti). Cattolico molto critico (suo Il papa di Hitler, su Pio XII), per Cornwell la situazione è ambivalente: da una parte una forte richiesta di spiritualità, proprio di quella evangelica. Dall'altra, un rigorismo e una chiusura soprattutto in campo sessuale, l'emarginazione del laicato, la disparità uomo/donna, quindi uno scollamento fra base e gerarchia.
Previsioni discordanti, dunque. Un libro uscito in Francia interroga alcuni fra i più noti studiosi sul futuro del cristianesimo. Titolo eloquente: Chrétiens, tournez la page!. Bisogna voltare pagina. Su questo tutti d'accordo. E d'accordo anche nel dire che l'attuale pontificato non sembra preparare questa svolta. Troppo accentratore, chiuso in se stesso, legato al passato. Troppa insistenza sulle «radici cristiane» dell'Europa, mentre, per Jenkins e non solo, il futuro del cristianesimo sarebbe altrove. Rimane sostanzialmente valida l'analisi ormai classica di Emile Poulat, che qualche anno fa parlava del futuro come di un'Era post-cristiana. Un mondo uscito da Dio (Edizioni Sei).
Di religione, dice Jenkins, il mondo ha bisogno: di senso, cioè, di speranza. Proprio di quel contributo che la religione può offrire, specialmente nei momenti difficili. Il cristianesimo è pronto a offrire questo contributo, trasformandolo secondo i tempi e le circostanze, come già ha fatto nel corso delle sua tormentata ma feconda storia millenaria. Perciò la sua vitalità, anche futura.
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