Da La Repubblica del 09/06/2004

L´Onu vota la risoluzione 1546 "L´Iraq è un paese sovrano"

I 15 decidono all´unanimità, Bagdad non ha diritto di veto

L´accordo si è sbloccato dopo un incontro tra americani e francesi
Il Consiglio di Sicurezza approva le proposte di Usa e Gran Bretagna
Bush esulta: "C´era gente che diceva che non ce l´avremmo mai fatta"

di Alberto Flores D'Arcais

SAVANNAH - Un voto unanime. La risoluzione delle Nazioni Unite è stata approvata ieri pomeriggio dai quindici membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dopo che nella notte tra lunedì e martedì è stato risolto l´ultimo scoglio e dopo il via libera di Francia, Germania e Russia. Per la Casa Bianca (e per Tony Blair) si tratta di un indubbio successo, anche perché il tentativo francese di imporre all´ultimo istante una sorta di "veto" virtuale del governo iracheno nei confronti della forza multinazionale non è passato. Il primo a esultare subito dopo il voto il Segretario di Stato Colin Powell: «Questo dimostra che la comunità internazionale è di nuovo compatta nell´appoggiare il popolo iracheno e gli sforzi di costruire un paese fondato sulla democrazia, la libertà e il rispetto dei diritti di tutti».

Bush non aveva neanche aspettato il voto per esprimere la sua soddisfazione. «Sono felicissimo perché avremo presto una risoluzione dell´Onu», aveva dichiarato accogliendo il primo ministro giapponese Koizumi a Sea Island: «C´era gente che diceva che non ce l´avremmo mai fatta, che non avremmo mai ottenuto una risoluzione. E invece, se le cose vanno bene, avremo un voto unanime. E" un momento importante, un inizio positivo. E´ un messaggio al mondo che dice che paesi del Consiglio di Sicurezza sono interessati a lavorare insieme, per essere sicuri che l´Iraq sia libero, democratico e pacifico».

L´ultima correzione è stata fatta sul paragrafo 11, quello che regola i rapporti tra governo iracheno e forza multinazionale. Quello che nella "quarta bozza" era accennato - in modo troppo ambiguo per i francesi - diventa nero su bianco nella "quinta bozza" che diventa quindi la risoluzione definitiva.

Riferendosi alle due lettere che Powell e Allawi hanno inviato al Consiglio di Sicurezza e che come "annessi" diventano di fatto parte integrante della risoluzione il testo dice che «le forze di sicurezza irachene sono responsabili nei confronti dei ministri iracheni, che il governo iracheno ha l´autorità per impegnare le forze di sicurezza irachene a fianco della forza multinazionale per operazioni e che le strutture delle forze di sicurezza descritte nelle lettere serviranno come "forum" alla forza multinazionale e al governo iracheno per trovare un accordo su tutte le questioni fondamentali su questioni politiche e di sicurezza, comprese le misure sulle operazioni offensive più delicate».

Per quanto riguarda la forza multinazionale confermato che avrà «l´autorità per prendere ogni misura necessaria per contribuire a mantenere la sicurezza e la stabilità in Iraq, in accordo con le lettere annesse a questa risoluzione che prevedono, tra l´altro, la richiesta irachena di una presenza multinazionale».

L´accordo si è sbloccato nella notte tra lunedì e martedì dopo un incontro tra la delegazione francese e quella americana. L´ambasciatore americano Negroponte - al suo ultimo atto come capo della missione di Washington al Palazzo di Vetro prima di raggiungere Bagdad - ha spiegato ai francesi che non vi erano più margini di manovra, che dalla prima bozza alla quinta gli Stati Uniti avevano concesso tutto quello che potevano concedere, che non avrebbero mai accettato il "veto virtuale" proposto da Parigi e che avrebbero in ogni caso presentato la risoluzione martedì sera chiedendo il voto ai quindici paesi che siedono in Consiglio.

A quel punto la Francia si è trovata di fronte all´ipotesi di essere il paese che mandava a monte mesi di "diplomazia segreta" e di venire indicata quale "responsabile" di una nuova frattura con gli Stati Uniti questa volta difficilmente sanabile; a maggiore ragione dopo che il presidente Chirac aveva dato il "via libera" di fatto alla risoluzione durante le cerimonie in Normandia.

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