Da Il Messaggero del 10/06/2004
PAR CONDICIO VIOLATA
L’Authority sanziona Fede: deve “risarcire” l’Ulivo
Il direttore fa l’uomo-sandwich: un intero tg per l’opposizione. E per le apparizioni tv del premier è polemica
di Mario Ajello
ROMA «Eccoli, eccoli, eccoli, eccoli! Che emozione! Che emozione! Se fossi un loro parente, mi scenderebbero le lacrime dagli occhi». Oppure: «Il presidente del consiglio ha deciso che andavano liberati e li ha fatti liberare». E ancora Fede, al culmine della letizie della commozione, concludendo la diretta di ReteQuattro sull’arrivo degli ex ostaggi a Ciampino: «Saluto e ringrazio il governo italiano, e il suo presidente, che ha portato a termine questa straordinaria operazione non facile».
In una occasione così ghiotta c’era da aspettarsi un Fede diverso, un altro Emilio, un amante sobrio e misurato e non staripante? Non si poteva chiedere al primo ammiratore del Cav. di reprimere la sua passione. Infatti Fede le ha dato sfogo sia ieri sia in tutta la campagna elettorale. Facendo arrabbiare l’Authority per le comunicazioni. Che adesso ha deciso di sanzionare lui per mancata par condicio ma anche di rimproverare il Tg3 (perchè non dà voce al partito Radicale) e i servizi di Canale5 e de La7 (perchè penalizzano il Listone e il Partito dei consumatori). L’accusa al Tg4: è troppo berlusconiano. Ovvero, tradotto maccheronicamente: quel pretone cacadubbi di Follini ha impedito al buon Silvio di cancellare la legge-bavaglio, e allora è sceso in campo SuperFede per bucherellarla. Spalancando le sue telecamere agli amici e spegnendole in faccia ai nemici. Risultato?
Oggi, nell’edizione del tiggì delle 19, il sanzionato dovrà recitare in diretta la seguente sanzione: «Il Tg4 non ha ottemperato alle disposizioni dell’autorità per le comunicazioni e non ha assicurato, fra il 26 aprile e il 6 giugno, i principi di obiettività, completezza, imparzialità dell’informazione, previsti dall’articolo 5 della legge sulla par condicio».
«Mi sottoporrò alla pena», anticipa Fede: «Perchè sono un uomo che rispetta le istituzioni. Però prometto una sorpresa». Cioè? «Venerdì andrò in onda vestito da uomo-sandwich e con appeso al collo il testo della condanna. Non dedicherò neppure una parola a Berlusconi e al Polo e farò vedere soltanto immagini dell’opposizione». Quindi si ritiene colpevole di mancata par condicio? «Ma in questi giorni ho dato voce a Gasbarra, Boselli, Minniti. E pure a Fassino che ha parlato di Berlinguer!». E poi mi chiedo: «Ma è liberale questa legge?». Si risponde, ovviamente, di no. Mentre Paolo Gentiloni (del Listone) documenta così quella che chiama «l’abolizione di fatto della par condicio»: su Rai e Mediaset ieri «l’83 per cento del tempo è andato alla maggioranza e al Tg5 il 100 per cento a Berlusconi». Quindi servirebbe Lilli Gruber come nuovo ministro delle comunicazioni? «Oddio, vi prego di no!», supplica Emilio «Uomo-sandwich» Fede.
In una occasione così ghiotta c’era da aspettarsi un Fede diverso, un altro Emilio, un amante sobrio e misurato e non staripante? Non si poteva chiedere al primo ammiratore del Cav. di reprimere la sua passione. Infatti Fede le ha dato sfogo sia ieri sia in tutta la campagna elettorale. Facendo arrabbiare l’Authority per le comunicazioni. Che adesso ha deciso di sanzionare lui per mancata par condicio ma anche di rimproverare il Tg3 (perchè non dà voce al partito Radicale) e i servizi di Canale5 e de La7 (perchè penalizzano il Listone e il Partito dei consumatori). L’accusa al Tg4: è troppo berlusconiano. Ovvero, tradotto maccheronicamente: quel pretone cacadubbi di Follini ha impedito al buon Silvio di cancellare la legge-bavaglio, e allora è sceso in campo SuperFede per bucherellarla. Spalancando le sue telecamere agli amici e spegnendole in faccia ai nemici. Risultato?
Oggi, nell’edizione del tiggì delle 19, il sanzionato dovrà recitare in diretta la seguente sanzione: «Il Tg4 non ha ottemperato alle disposizioni dell’autorità per le comunicazioni e non ha assicurato, fra il 26 aprile e il 6 giugno, i principi di obiettività, completezza, imparzialità dell’informazione, previsti dall’articolo 5 della legge sulla par condicio».
«Mi sottoporrò alla pena», anticipa Fede: «Perchè sono un uomo che rispetta le istituzioni. Però prometto una sorpresa». Cioè? «Venerdì andrò in onda vestito da uomo-sandwich e con appeso al collo il testo della condanna. Non dedicherò neppure una parola a Berlusconi e al Polo e farò vedere soltanto immagini dell’opposizione». Quindi si ritiene colpevole di mancata par condicio? «Ma in questi giorni ho dato voce a Gasbarra, Boselli, Minniti. E pure a Fassino che ha parlato di Berlinguer!». E poi mi chiedo: «Ma è liberale questa legge?». Si risponde, ovviamente, di no. Mentre Paolo Gentiloni (del Listone) documenta così quella che chiama «l’abolizione di fatto della par condicio»: su Rai e Mediaset ieri «l’83 per cento del tempo è andato alla maggioranza e al Tg5 il 100 per cento a Berlusconi». Quindi servirebbe Lilli Gruber come nuovo ministro delle comunicazioni? «Oddio, vi prego di no!», supplica Emilio «Uomo-sandwich» Fede.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
Gasparri: «Il duopolio? Resta com’è, anzi non esiste»
«Ora spero che le tv di Silvio rimangano in mani italiane. Ha fatto bene a vendere, la sinistra non lo vedrà col piattino»
«Ora spero che le tv di Silvio rimangano in mani italiane. Ha fatto bene a vendere, la sinistra non lo vedrà col piattino»
di Mario Ajello su Il Messaggero del 15/04/2005
di Elisabetta Povoledo su International Herald Tribune del 14/04/2005
su Punto Informatico del 18/01/2005
In biblioteca
di Marino Livolsi
Carocci, 2006
Carocci, 2006