Da Corriere della Sera del 14/06/2004

Destra e sinistra d’accordo su un dato «Tristi e preoccupati per l’astensione»

Al 30% il Ps, bene anche le formazioni anti-Ue, mentre l’Ump del presidente ha solo il 16%

di Massimo Nava

PARIGI - Effetto Zapatero, senza fattore Iraq, ed effetto nazionale, nel senso di euroscetticismo e attenzione a un evento non politico: ieri sera, si giocava Francia-Inghilterra. Successo record dei socialisti e astensionismo record dei francesi sono i dati più significativi delle elezioni in Francia. Il risultato dei socialisti è storico: quasi il 30 per cento, almeno 30 seggi, primo partito del Paese, massimo risultato raggiunto in un'elezione europea, una vittoria che, dopo le regionali di primavera, replica il «voto sanzione» contro il governo Raffarin.

Il successo socialista non mancherà di aprire il confronto nella sinistra, essendo conseguito a scapito degli alleati verdi (che scendono al 7 per cento e perdono 3 o 4 deputati) e dei comunisti, attestati al 5 per cento. I verdi pagano il fatto di aver attenuato le loro tradizionali battaglie per calarsi nella protesta sociale e forse la recente campagna a favore del matrimonio gay.

Il centro-destra, al contrario, si frammenta, pur conservando il proprio peso - 38 per cento - rispetto alle regionali e alle precedenti europee. Il riequilibrio dei voti al suo interno si risolve in una pesante batosta per il partito del presidente Jacques Chirac, grande sconfitto assieme al Cancelliere Schröder.

L'UMP, nato come cartello unitario, non va oltre il 16,8 per cento, 17 seggi, mentre guadagnano i centristi di François Bayrou e gli euroscettici del Movimento per la Francia, ormai la terza forza all'interno della destra.

Si ferma al 10 per cento il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen che aumenta i propri deputati rispetto alle precedenti europee ma vede ridursi sempre più la base di consenso conquistata alle presidenziali del 2002.

Prima di parlare di vincitori e sconfitti, è comunque il dato sul tasso di astensione, 57,3 per cento, record per la Francia, che obbliga a riflettere: sull'europeismo dei francesi, sul sempre maggiore distacco fra elettori e loro rappresentanti e quindi sull'effettivo peso del voto in riferimento alla politica interna.

I francesi si sono espressi sul governo e sui problemi economici, premiando il partito, quello socialista, che ha cavalcato con determinazione la protesta sociale e l'opposizione alle riforme strutturali. Una strategia che ha «cannibalizzato» anche l'estrema sinistra, ridotta ai minimi termini. Ma i francesi in generale hanno votato «contro» l'Europa disertando le urne e dando in percentuale non trascurabile il loro voto a partiti anti europei: il movimento per la Francia e il Fronte nazionale totalizzano insieme oltre il 17 per cento dei voti espressi. «Per chi crede nell'Europa è un motivo di delusione e tristezza», ha commentato il presidente dell'UMP, Alain Juppé. Ma è anche un motivo in più per interrogarsi sull'evoluzione della politica estera francese, già considerata tradizionalmente molto attenta agli interessi nazionali.

«L'astensione è un peccato per l'Europa», ammette il segretario socialista, François Hollande, il quale, di successo in successo, si accredita sempre più come candidato della «gauche» alle presidenziali.

«Ma quelli che hanno votato - aggiunge - hanno detto quale Europa vogliono».

Dopo il successo, socialisti e comunisti spingono per una resa dei conti nella politica nazionale. «Il presidente tragga le conclusioni dalla sconfitta», ha detto Hollande. L'altro vincitore è François Bayrou, premiato per aver fatto campagna per l'Europa ed essersi distanziato dalla destra gollista: cosa che complicherà la vita - e forse la sopravvivenza - del governo Raffarin.

Adesso Bayrou, in contatto con Prodi e Rutelli, punta a un grande cartello di centristi europei.

Raffarin aveva invitato gli elettori a non disperdere il voto e a votare per le due grandi forze che contano in Europa, il centro-destra dei popolari e il centro-sinistra dei socialisti. Adesso però, in Francia, di grande forza ce ne è una sola e non è la sua.

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