Da La Repubblica del 17/06/2004

Audizione del direttore Nicolò Pollari al Copaco: la nostra intelligence non ha avuto ruoli nella vicenda

Il Sismi: nessun intervento italiano al blitz solo soldati americani

Hanno solo avuto conferma che il luogo era quello dove i tre erano tenuti prigionieri
"Una fonte irachena confermava che la guardia si allentava in alcune ore"

di Carlo Bonini

ROMA - L´intelligence militare italiana non ha avuto alcun ruolo tecnico-operativo nell´individuazione della prigione di Salvatore Stefio, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino, Jerzy Kos. Non ha partecipato, né ha "istruito" l´operazione condotta l´8 giugno dalle forze speciali americane. Si è limitata, nelle ore convulse che l´hanno preceduta, a raccogliere attraverso una «fonte autonoma» la conferma che il luogo individuato dagli americani era quello giusto, che la sua sorveglianza si allentava nelle ore centrali del giorno. Di più: a tutt´oggi, il Sismi non conosce ancora i dettagli dell´operazione, a cominciare dal numero e identità dei carcerieri fermati (quattro, dicono gli americani). Conosce soltanto il luogo in cui è avvenuta, «i dintorni di Bagdad» (grazie alle "conferme" raccolte dalla propria «fonte autonoma»), ed è comunque in grado di riferire che «non risulta la presenza di alcuna mente italiana nel gruppo dei sequestratori».

A otto giorni dalla liberazione degli ostaggi, il direttore del Sismi Nicolò Pollari consegna al Comitato Parlamentare di Controllo sui servizi, in seduta segreta, una prima ricostruzione sul ruolo svolto dalla nostra intelligence nei 58 giorni della crisi degli ostaggi e sulle ultime ore che ne hanno segnato la soluzione. Se ne ricavano - anche per quanto riferito al termine dell´audizione dal presidente del Comitato, Enzo Bianco - alcune conferme di quanto riferito da Repubblica nell´immediatezza della liberazione degli ostaggi e significative smentite alla versione ufficiale dei fatti accreditata in quegli stessi frangenti dal Governo nel suo complesso. Vediamo.

Spiega Pollari che «tutto è avvenuto tra lunedì 7 e martedì 8 giugno». Il 7, il direttore del Sismi viene informato da Palazzo Chigi che gli americani hanno individuato quella che ritengono la prigione degli ostaggi italiani e del polacco Jerzy Kos. «Non era la prima volta che gli americani segnalavano di aver individuato il presunto covo e non era la prima volta che nostri autonomi accertamenti avevano contraddetto questo tipo di segnalazioni», riferisce il direttore del Sismi al Copaco. Dunque, con un qualche «scetticismo iniziale», l´intelligence decide di «verificare» l´informazione. Una fonte irachena - di cui Pollari non dà evidentemente indicazioni che possano contribuire alla sua identificazione - conferma quell´informazione, documentandola in qualche modo (il direttore del Sismi fa un generico riferimento a delle foto) e aggiunge che la sorveglianza del covo-prigione si allentava nelle ore centrali del giorno. Pollari nulla dice su eventuali compensi corrisposti alla fonte, si limita semplicemente a spiegare che «non è stato pagato un riscatto» (circostanza, questa, evidentemente diversa). Annota quindi che l´8 giugno, di buon mattino, su richiesta del generale Sanchez, Palazzo Chigi autorizza rapidamente l´operazione.

Al Comitato Parlamentare di controllo, il direttore del Sismi spiega di non poter aggiungere nulla di più sull´operazione. Perché affare americano, sotto la «piena responsabilità dell´intelligence e delle forze armate americane». Né intende riferirne il luogo perché «questo contribuirebbe a individuare la nostra fonte che ci ha confermato la bontà dell´indicazione raccolta dagli americani». E´ in grado, al contrario, di dare conto - sia pure per linee generali - del lavoro svolto dal Sismi nei 58 giorni precedenti.

Ebbene, al momento della liberazione degli ostaggi il Sismi non era più sul terreno come lo era stato nelle prime settimane. Dopo «un´autonoma ricerca di trattativa e contatti», il servizio aveva infatti «lasciato il campo alla Croce Rossa e ad Emergency» e ai suoi intermediari. Con una certezza, stando a Pollari. Che nella «gestione politica del sequestro» («condotta non dal gruppo dei carcerieri») «non risulta la presenza di nessuna mente italiana». Né del resto sarebbero prova del contrario «i farmaci italiani dati agli ostaggi» (perché facilmente reperibili al mercato nero e all´ospedale di Bagdad della Croce rossa») o particolari sin qui ignoti contenuti nei video girati durante la prigionia, mai trasmessi, ma in parte «già visionati dal Sismi che presto li metterà a disposizione del Comitato parlamentare».

L´audizione di Pollari ha avuto una coda polemica nel Comitato. Fabrizio Cicchitto e Pasquale Giuliano (Forza Italia) hanno accusato Bianco di interpretazioni «faziose», sostenendo che «l´Italia ha svolto un ruolo significativo sul terreno dell´intelligence». Massimo Brutti (Ds) ha chiesto che sia ora il Governo, nelle persone del sottosegretario Letta e del ministro della Difesa Martino a dare conto di una versione ufficiale dei fatti di cui, a questo punto, non resta in piedi più nulla.

Sullo stesso argomento

 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0