BERLINO - È l´ora del grande ritorno del tribuno della plebe per la socialdemocrazia tedesca in crisi. Oskar Lafontaine, il carismatico leader dell´ala sinistra della Spd, avversario della terza via riformista del cancelliere Schroeder, ha avuto ieri la soddisfazione di vedersi restituire dal partito l´onore perduto cinque anni fa. Sul palco di un congresso-comizio a Bexbach nella Saar, la sua regione, il presidente del partito, Franz Muentefering, è andato incontro a Lafontaine stringendogli la mano con un grande sorriso. È stato un gesto spettacolare, ma la guerra tra le due anime della sinistra tedesca continua. Anzi, adesso infuria nel cuore della Spd: nel suo discorso Lafontaine ha sparato a zero sul cancelliere davanti a una platea socialdemocratica, definendolo un bugiardo. E Muentefering ha duramente replicato: le riforme di Schroeder sono senza alternative. Il rientro in scena di "Oskar il rosso" rafforza nei ranghi Spd i fautori di una svolta a sinistra. È un´ipoteca in più per il futuro delle riforme del cancelliere. Al raduno Muentefering ha preso l´iniziativa, andando incontro a Lafontaine con la mano tesa. Oskar il rosso l´ha subito stretta, e si è goduto la prima rivincita in cinque anni. Nel marzo 1999 infatti, poco dopo la vittoria elettorale rossoverde e la fine del lungo cancellierato del democristiano Helmut Kohl, Lafontaine, che sembrava al culmine del potere (era presidente del partito e ministro delle Finanze) gettò la spugna a sorpresa. Si dimise da ogni incarico protestando per i contrasti insanabili tra il suo orientamento dirigista e massimalista, volto alla difesa del welfare a ogni costo, e il riformismo di Schroeder. Da allora, ha più volte attaccato come "tradimento di ideali e tradizione della socialdemocrazia" la terza via del cancelliere. Ma subito dopo la stretta di mano con Muentefering, Lafontaine ha rilanciato la sua sfida al cancelliere. Parlando ai microfoni ha tuonato contro il riformismo di Schroeder. «La parola "riforme", in bocca al cancelliere, suona come una menzogna, perché si tratta di una politica di smantellamento dello Stato sociale... una politica respinta da una grande maggioranza degli elettori, e che va cambiata se si vuole che il nostro partito torni a guadagnare consensi». E ancora: «Se si vuole smantellare il welfare bisogna dirlo con sincerità, e non nascondersi dietro messaggi pubblicitari... le stesse idee di deregulation del mercato del lavoro sono bugie, per nascondere i fallimenti del cancelliere». Non è vero, ha replicato Muentefering. La politica di riforme di Schroeder è l´unica possibile per rilanciare la Germania. Lo scontro tra le due anime della sinistra riesplode dunque all´interno della Spd, cinque anni dopo la rottura Schroeder-Lafontaine, e minaccia di indebolire il partito di governo. Mentre il timore di nuove disfatte elettorali nei prossimi mesi, e l´incubo di vedere Lafontaine prendere la guida di una scissione a sinistra, hanno spinto il vertice schroederiano della Spd a tentare di riavvicinarsi al grande ribelle, come chiedevano sempre più militanti e dirigenti.