Da La Repubblica del 01/09/2004
Diario da Manhattan
La politica con l´elmetto
di Alexander Stille
Ciò che maggiormente mi sbigottisce delle due Convention politiche è la pressoché totale militarizzazione della nostra vita politica. Gran parte della Convention democratica è stata dedicata al servizio militare di John Kerry in Vietnam, tanto che talora è sembrata un meeting di veterani delle guerre combattute all´estero.
Questo è nulla al confronto di ciò cui abbiamo assistito la prima sera della Convention repubblicana. Prima abbiamo visto un filmato del padre di Bush, il primo presidente Bush, che pronuncia un discorso da una portaerei nel porto di New York, cui ha fatto seguito l´inno nazionale. Poi abbiamo ascoltato il discorso di una rappresentante del Congresso che dall´Accademia navale nella quale si era recata mandava un saluto ai nostri veterani. Infine è stata la volta di qualcosa di straordinario: il Christian Tabernacle Choir ha cantato una serie di marce militari per ognuna delle divisioni delle forze armate degli Stati Uniti, "Anchors away my boys!" per la Marina, "Off we go into the Wild Blue Yonder!" per l´Aviazione e "From the halls of Montezuma to the shores of Tripoli" per i Marines. Si potrebbe quasi supporre che i delegati si stessero preparando a invadere un altro paese (di fatti 135 delegati repubblicani prestano servizio nelle Forze armate, condizione che pare violi le rigide normative militari per le quali chi è in servizio attivo non deve essere coinvolto nelle politiche di partito).
Da quanto riesco a ricordare, in tutta la prima serata della Convention non vi è stato neppure un solo riferimento a qualcosa di diverso dal terrorismo, dall´11 settembre e dalla guerra. Niente che riguardasse l´economia, l´ambiente, l´educazione, le tasse e nemmeno la politica estera in generale. Non è un caso. La maggioranza degli americani assegna a Bush voti molto bassi per come ha gestito l´economia, ritiene che Kerry farebbe molto meglio praticamente in tutte le questioni interne, e pensa che il paese stia andando nella direzione sbagliata. Crede addirittura che Bush abbia gestito malissimo la guerra contro l´Iraq.
L´unico ambito nel quale Bush supera Kerry - ragione del suo esiguo vantaggio - è la leadership nella guerra al terrorismo. Il 49 per cento degli americani lo considera un abile "comandante in capo", solo il 35 per cento pensa la stessa cosa di Kerry. Queste percentuali dimostrano quanto siano importanti i vergognosi attacchi al curriculum di servizio di Kerry lanciati dai cosiddetti "Swift Boat Veterans for the Truth", il cui libro si intitola Unfit for Command, ovvero inadatto a comandare.
John McCain, il celebre repubblicano indipendente, eroe di guerra del Vietnam, ha dichiarato che gli spot degli Swift Boat sono «nauseanti», ma l´altra sera ha messo a disposizione tutto il suo prestigio a vantaggio della febbre bellica, incitando: «Alzatevi e combattete! Noi siamo americani: non ci arrenderemo mai!».
Questo è nulla al confronto di ciò cui abbiamo assistito la prima sera della Convention repubblicana. Prima abbiamo visto un filmato del padre di Bush, il primo presidente Bush, che pronuncia un discorso da una portaerei nel porto di New York, cui ha fatto seguito l´inno nazionale. Poi abbiamo ascoltato il discorso di una rappresentante del Congresso che dall´Accademia navale nella quale si era recata mandava un saluto ai nostri veterani. Infine è stata la volta di qualcosa di straordinario: il Christian Tabernacle Choir ha cantato una serie di marce militari per ognuna delle divisioni delle forze armate degli Stati Uniti, "Anchors away my boys!" per la Marina, "Off we go into the Wild Blue Yonder!" per l´Aviazione e "From the halls of Montezuma to the shores of Tripoli" per i Marines. Si potrebbe quasi supporre che i delegati si stessero preparando a invadere un altro paese (di fatti 135 delegati repubblicani prestano servizio nelle Forze armate, condizione che pare violi le rigide normative militari per le quali chi è in servizio attivo non deve essere coinvolto nelle politiche di partito).
Da quanto riesco a ricordare, in tutta la prima serata della Convention non vi è stato neppure un solo riferimento a qualcosa di diverso dal terrorismo, dall´11 settembre e dalla guerra. Niente che riguardasse l´economia, l´ambiente, l´educazione, le tasse e nemmeno la politica estera in generale. Non è un caso. La maggioranza degli americani assegna a Bush voti molto bassi per come ha gestito l´economia, ritiene che Kerry farebbe molto meglio praticamente in tutte le questioni interne, e pensa che il paese stia andando nella direzione sbagliata. Crede addirittura che Bush abbia gestito malissimo la guerra contro l´Iraq.
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Annotazioni − Traduzione di Anna Bissanti
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