Da La Repubblica del 19/08/2004

Al rientro dalle ferie il cancelliere conferma: andremo avanti con la riforma del mercato del lavoro e dello Stato sociale

Germania, la guerra delle due sinistre

Schroeder rilancia le sue riforme, Lafontaine pronto a sfidarlo

di Andrea Tarquini

BERLINO - Il riformismo da Blair in salsa tedesca del cancelliere Gerhard Schroeder contro il massimalismo del suo arcinemico Oskar Lafontaine: esplode nella Germania rossoverde la guerra delle due sinistre. Il confronto sulle dolorose riforme e tagli al più generoso e costoso sistema di Welfare del mondo spacca la Spd, il più antico partito progressista europeo, e con esso l´intera società.

«Proseguirò sulla via delle riforme, perché non c´è alternativa per salvare il paese», ha detto Schroeder nell´attesa conferenza stampa con cui ha chiuso ieri la pausa estiva e celebrato di fatto il suo midterm, la scadenza di metà legislatura. «Parlerò in piazza alla gente che protesta contro i tagli, quella gente che è la vera maggioranza, non rispecchiata dal Parlamento», ha ribattuto Lafontaine. Dall´esito dello scontro a Berlino dipende il futuro della sinistra europea come stabilità e scelte.

Il relax della vacanza italiana, e la gioia della piccola figlia adottiva venuta da Pietroburgo, hanno forse aiutato Schroeder ieri a rafforzare la sua immagine di politico navigato e di statista tranquillo. Ma la situazione è difficile, come ha dovuto ammettere in un´ora e un quarto di botta e risposta con i giornalisti. «Capisco le proteste, sono normali in democrazia», ha detto il cancelliere, «ma la Agenda 2010, il pacchetto di riforme, verrà varato. Senza ritardi, emendamenti e senza cedere alla piazza. Rivedere il Welfare è l´unico modo per renderlo finanziabile domani e tenerlo in vita, per garantire uno Stato sociale anche a figli e nipoti. Non c´è alternativa ragionevole alle riforme del Welfare e del mercato del lavoro per rilanciare il paese».

Ottimista sulla ripresa economica, rassicurante sul caro-petrolio e sul peso internazionale di Berlino, Schroeder è sempre più deciso a profilarsi come il Tony Blair tedesco, il grande riformatore di sinistra: riscopre la sua immagine vincente delle politiche del 1998, quando sconfisse l´artefice della riunificazione Helmut Kohl. Ma l´altra anima della sinistra tedesca non ci sta. Il movimento eterogeneo di disoccupati, sindacalisti, neocomunisti, ultrà di destra che ogni lunedì (come facevano nella Ddr dell´89 i dimostranti per la democrazia) manda la gente in piazza contro i tagli annunciava subito l´invito a Oskar Lafontaine a parlare al grande raduno del 30 agosto a Lipsa. E immediato, in un´intervista che esce oggi sul Tagesspiegel, era il sì del rivale del cancelliere: «Schroeder deve finirla con le sue messe in scena, io ora torno. Non come politico tradizionale, ma come punta di lancia della maggioranza reale, quella che gli schieramenti al Bundestag non rispecchiano». «Le riforme sono la priorità per rilanciare il paese, so che chiedono rinunce a tutti, ma l´impegno di tutti è necessario», insisteva il cancelliere. Attaccando chi tenta di cavalcare la protesta: «Approfittare del malcontento, come fanno il centrodestra, cdu-csu, e i neocomunisti dell´est, danneggia gli interessi del paese. Diciamo chiaro alla gente: anche dopo i tagli avranno più Welfare della Svezia».

Con Lafontaine, che auspica le dimissioni del cancelliere in nome del ritorno all´anima pura e dura della sinistra, di fatto i ponti sono rotti. Il rischio per Schroeder è che Oskar fondi un nuovo partito a sinistra della Spd, sullo sfondo delle imminenti elezioni regionali da cui la Spd teme di uscire con le ossa rotte. E la Pds spera all´est di diventare primo partito e conquistare un premier.

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