Da Corriere della Sera del 14/09/2004

A Torino prima intesa sul carovita, listini fermi fino a dicembre. Fini incontra i consumatori: verso un accordo a livello nazionale

Nuovi assegni alle famiglie con redditi bassi

Bonus mensile da 5-600 euro. Siniscalco: nella Finanziaria misure per il potere d’acquisto

di Mario Sensini

ROMA - Sgravi fiscali mirati sulle fasce più deboli, nuovi e più corposi assegni per i nuclei familiari con un maggior stanziamento di un miliardo di euro in Finanziaria, "moral suasion" per il controllo dei prezzi al consumo. Il governo lancia la campagna d’autunno per la difesa del potere d’acquisto delle famiglie. «E’ una variabile fondamentale, in una fase di ripresa ancora fragile come quella attuale, e con la prossima Finanziaria il governo è assolutamente impegnato a difenderlo» ha detto ieri il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, presentando a Torino il primo accordo pilota per il controllo dei prezzi, che dovrebbero rimanere bloccati almeno fino alla fine dell’anno e addirittura scendere per alcuni prodotti. Esperimento che dovrebbe essere «ampliato a livello nazionale nel giro di qualche settimana» ed esteso al 2005, ha detto il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini. Oggi intanto Siniscalco incontrerà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per fare un punto sulla manovra ma anche il ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella, sul nodo dei contratti del pubblico impiego.


STOP AI PREZZI - L’intesa siglata ieri a Torino coinvolge gli enti locali, i commercianti, le società di servizi, i consumatori e i sindacati. Punta al blocco volontario dei prezzi negli esercizi cittadini da qui alla fine dell’anno e, grazie ad un accordo con la grande distribuzione, alla riduzione del 2% di circa 600 prodotti non di marca. «Entro brevissimo tempo definiremo i panieri dei beni interessati» ha detto Siniscalco, ricordando che l’accordo, riarticolato ed ampliato, «si estenderà anche al 2005». «La difesa del potere d’acquisto è un punto fondamentale per la ripresa e l’equità. E’ un problema di salari e prezzi che vanno tenuti entrambi, soprattutto dopo i dissesti che ci sono stati, nella più grande attenzione per evitare che siano alcune categorie a pagare a discapito di altri» ha detto il ministro dell’Economia.


SGRAVI E ASSEGNI - «Nella prossima Finanziaria e nella riduzione delle tasse ci sarà attenzione alle fasce più deboli e lo vedrete», ha aggiunto il ministro. E con la Finanziaria arriveranno assegni più ricchi per i nuclei familiari. Allo studio c’è un piano, che costerebbe un miliardo di euro, per concedere un assegno da 5-600 euro al mese alle famiglie meno abbienti i cui redditi non beneficerebbero per incapienza degli sgravi fiscali e della ridefinizione delle deduzioni in programma.


NODO CONTRATTI - Oggi, intanto, sul tavolo di Siniscalco arriva la questione delicatissima del pubblico impiego. L’intenzione del governo è di applicare il tetto del 2% alla spesa corrente anche alla voce relativa ai contratti pubblici. Così la Finanziaria non prevederà stanziamenti aggiuntivi, «perché gli incrementi tendenziali del 2005 - si legge nelle Linee Guida della Finanziaria già approvate da Palazzo Chigi - già prevedono una crescita del 2%», che permetterebbe comunque alle retribuzioni di crescere oltre il tasso di inflazione programmato. L’esecutivo, dunque, non pare intenzionato a muoversi dall’offerta di un aumento retributivo del 3,6% per il biennio 2004-2005. Mentre i sindacati, che ieri sono tornati a minacciare scioperi nel pubblico impiego, chiedono l’8% in più anche per recuperare il divario tra l’inflazione programmata e quella effettiva registrata negli anni passati.


RICERCA AGEVOLATA - La Confindustria, nel frattempo, ha presentato la sua "agenda" per la legge di bilancio. Puntando tutto sulla ricerca, con la richiesta di un credito d’imposta standard del 10% per dieci anni sulle spese di ricerca, che salirebbe al 50% per le imprese che assegnano ricerche alle Università, l’eliminazione dell’Irap sul costo dei ricercatori, la selezione di pochi programmi strategici finanziati con fondi pubblici tra il 35 e il 50%. Obiettivi non facili da realizzare, soprattutto a fronte dei 24 miliardi di risparmi (esclusi gli sgravi da coprire a parte) che la Finanziaria 2005 dovrà recuperare. Senza contare sulle eventuali plusvalenze dalla vendita dell’oro di Bankitalia. Ieri Via Nazionale ha smentito che «esistano piani» per la cessione delle riserve auree.

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