Da La Repubblica del 15/09/2004
Il Parlamento approva il nuovo codice penale: ascoltate le richieste Ue in vista della decisione sull´allargamento
La Turchia non punirà l´adulterio
Marcia indietro del governo dopo le proteste europee
Ergastolo per i crimini d´onore, un anno per i test di verginità
di Marco Ansaldo
La Turchia non punirà l´adulterio, come invece voleva fare il partito islamico moderato attualmente al governo. Sorpresa dalle crescenti proteste (anche di piazza) della sua società civile, spaventata dalle conseguenze che il provvedimento avrebbe causato in Europa in vista della prossima decisione sull´eventuale ingresso nella Ue, Ankara ieri ha definitivamente accantonato il controverso disegno di legge che mirava a considerare l´adulterio come un reato penale.
Una riunione a porte chiuse tra i due leader di governo e opposizione, che ha anticipato un dibattito fiume in Parlamento, ha eliminato la proposta avanzata dal Partito di giustizia e sviluppo del premier Recep Tayyip Erdogan. Il vicepremier turco Abdullah Gul e il presidente del Partito repubblicano, Deniz Baykal, hanno così confermato che un accordo bipartisan è stato raggiunto tra i rispettivi partiti sulle riforme da apportare al codice penale. «L´intesa prevede - ha spiegato Baykal, il cui partito nei giorni scorsi aveva espresso un fermo ?no´ all´iniziativa promossa dalla formazione al potere - che nessun progetto di riforma penale che non rechi la firma di entrambi i gruppi sia portato al voto dell´assemblea».
È evidente l´imbarazzo del partito di Erdogan, che ha dovuto fare un passo indietro per non farsi travolgere dalle critiche alla vigilia dell´importante decisione comunitaria sul destino europeo della Turchia. Nel tentativo di compiacere la parte più tradizionalista del suo elettorato, Giustizia e sviluppo sosteneva di voler difendere la penalizzazione dell´adulterio come un passo in difesa dei diritti della famiglia e soprattutto della donna. L´adulterio era considerato un crimine in Turchia fino al 1996 per gli uomini e al ?98 per le donne, e il partito conservatore intendeva ora ripristinarne la punibilità.
Ma in varie città, tra cui Ankara e Istanbul, sono stati subito organizzati cortei da associazioni per la difesa delle donne, dalla società civile e dalla Turchia laica. A smuovere concretamente le acque sono state tuttavia le critiche provenienti da alcune capitali europee e da Bruxelles, tra cui quelle del commissario all´Allargamento, Guenter Verheugen, un turcoscettico ultimamente divenuto un convinto fautore dell´ingresso di Ankara nell´Unione.
Sono circa dieci mesi che il Parlamento turco sta dibattendo le nuove leggi, nel tentativo di riformare il suo codice penale e adempiere ai passi richiesti dall´Europa. La riforma è ampia, e tocca ben 346 articoli su 384 di un codice risalente al 1926, ispiratosi a quello dell´Italia fascista. Tra le misure più evidenti quella che punisce con l´ergastolo i "crimini d´onore" , una pratica ancora in uso in alcune zone del paese, in cui l´onore della famiglia di una donna considerata sessualmente compromessa veniva ristabilito da un parente con l´uccisione della donna stessa. O la punizione con un anno di carcere per il cosiddetto "test della verginità", imposto a volte dai padri o dai presidi delle scuole per controllare la "moralità" delle ragazze.
Una riunione a porte chiuse tra i due leader di governo e opposizione, che ha anticipato un dibattito fiume in Parlamento, ha eliminato la proposta avanzata dal Partito di giustizia e sviluppo del premier Recep Tayyip Erdogan. Il vicepremier turco Abdullah Gul e il presidente del Partito repubblicano, Deniz Baykal, hanno così confermato che un accordo bipartisan è stato raggiunto tra i rispettivi partiti sulle riforme da apportare al codice penale. «L´intesa prevede - ha spiegato Baykal, il cui partito nei giorni scorsi aveva espresso un fermo ?no´ all´iniziativa promossa dalla formazione al potere - che nessun progetto di riforma penale che non rechi la firma di entrambi i gruppi sia portato al voto dell´assemblea».
È evidente l´imbarazzo del partito di Erdogan, che ha dovuto fare un passo indietro per non farsi travolgere dalle critiche alla vigilia dell´importante decisione comunitaria sul destino europeo della Turchia. Nel tentativo di compiacere la parte più tradizionalista del suo elettorato, Giustizia e sviluppo sosteneva di voler difendere la penalizzazione dell´adulterio come un passo in difesa dei diritti della famiglia e soprattutto della donna. L´adulterio era considerato un crimine in Turchia fino al 1996 per gli uomini e al ?98 per le donne, e il partito conservatore intendeva ora ripristinarne la punibilità.
Ma in varie città, tra cui Ankara e Istanbul, sono stati subito organizzati cortei da associazioni per la difesa delle donne, dalla società civile e dalla Turchia laica. A smuovere concretamente le acque sono state tuttavia le critiche provenienti da alcune capitali europee e da Bruxelles, tra cui quelle del commissario all´Allargamento, Guenter Verheugen, un turcoscettico ultimamente divenuto un convinto fautore dell´ingresso di Ankara nell´Unione.
Sono circa dieci mesi che il Parlamento turco sta dibattendo le nuove leggi, nel tentativo di riformare il suo codice penale e adempiere ai passi richiesti dall´Europa. La riforma è ampia, e tocca ben 346 articoli su 384 di un codice risalente al 1926, ispiratosi a quello dell´Italia fascista. Tra le misure più evidenti quella che punisce con l´ergastolo i "crimini d´onore" , una pratica ancora in uso in alcune zone del paese, in cui l´onore della famiglia di una donna considerata sessualmente compromessa veniva ristabilito da un parente con l´uccisione della donna stessa. O la punizione con un anno di carcere per il cosiddetto "test della verginità", imposto a volte dai padri o dai presidi delle scuole per controllare la "moralità" delle ragazze.
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