Da Corriere della Sera del 16/09/2004

LA STRATEGIA

L’allarme dell’America «Violenza in aumento Escalation inevitabile»

di Ennio Caretto

WASHINGTON - L'amministrazione americana cercherà di evitare al massimo le perdite tra i civili in ogni operazione militare in Iraq anche se si aspetta un’escalation della violenza. L’allarme è stato lanciato dal vicesegretario di Stato Usa, Richard Armitage: «Ci aspettiamo - ha detto - una crescita delle violenze con l’approssimarsi delle elezioni di gennaio in Iraq perché il voto è ciò che i ribelli temono».

Il Pentagono, comunque, ha ordinato ai soldati di limitare per quando possibile «i danni collaterali». Il Dipartimento di Stato ha spiegato che le truppe Usa non sfruttano appieno la loro superiorità per occupare le città sotto il controllo degli insorti in modo da non fare vittime innocenti. La Casa Bianca ha anche chiesto lo storno di 3 miliardi e mezzo di dollari dalla ricostruzione dell'Iraq per rafforzare la sicurezza: l'obbiettivo è di addestrare altri 45 mila poliziotti iracheni in aggiunta agli 82 mila già esistenti.

I bombardamenti aerei e gli assalti con gli elicotteri negli ultimi giorni hanno tuttavia acceso un dibattito sui media e tra gli esperti. David Brooks, un editorialista del New York Times , scrive che l'amministrazione è divisa in «gradualisti» e «confrontisti». Gli uni propongono Najaf come modello della campagna militare: nella città santa fu prima ordinato alla milizia del predicatore ribelle Al Sadr di andare via; poi gli abitanti furono convinti che ciò era nel loro interesse; infine fu sferrato l'attacco che costrinse Al Sadr a un compromesso con Al Sistani, la massima autorità religiosa sciita. Gli altri vorrebbero uno scontro frontale ma secondo Brooks sono per ora in minoranza.

Stando a Michael O' Hanlon, un esperto della Brookings Institution , ex consigliere del presidente Clinton, una delle tattiche degli insorti è di spingere i militari Usa «a reazioni eccessive», per aumentare l'antiamericanismo nella popolazione irachena. Un altro esperto, Jeffrey White, che per 34 anni lavorò alla Defense Intelligence Agency , avverte che nel triangolo sunnita gli insorti non sono più 20 mila come calcolato dal Pentagono, ma quasi 100 mila, e avalla la tesi del Wall Street Journal che si coordinino con gang di malfattori e coi terroristi, e abbiano il loro centro operativo a Falluja.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Iraq, gli Usa preparano un disimpegno «morbido»
Convocata la conferenza di Sharm el Sheik: si parlerà di voto e ricostruzione. Per Rumsfeld ritiro «in tempi brevi»
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 21/10/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0