Da Corriere della Sera del 21/09/2004

Domani il governo illustra le misure ai sindacati. Documento comune delle imprese all’esecutivo: più liberalizzazioni e incentivi

«Il taglio delle tasse? Solo con nuove misure»

L’Fmi avverte: interventi sostanziali. Su contratti e Finanziaria An chiede un vertice di maggioranza

di Mario Sensini

ROMA - Alleanza nazionale ha sollecitato ieri un vertice di maggioranza, anche per affrontare il rinnovo del contratto del pubblico impiego, prima dell’approvazione della Finanziaria da parte del Consiglio dei ministri. I tempi per il varo della manovra attesa dal Parlamento entro il 30 settembre, e nella quale secondo An andranno recepite le indicazioni delle parti sociali che il governo incontrerà domani insieme agli enti locali, potrebbero così allungarsi di qualche giorno. A Palazzo Chigi, ora, si prevede il varo della Finanziaria entro il 29 settembre. Subito dopo il ministro dell’Economia andrà a Washington per l’assemblea del Fondo Monetario, che ieri è tornato a esprimere preoccupazione per i conti italiani. Con il confronto di domani con i sindacati e le imprese, che per la prima volta presenteranno un documento comune al governo, «inizierà il dialogo con le parti sociali per recepire le loro indicazioni sulla Finanziaria. Poi credo ci sarà un vertice di maggioranza», ha detto ieri il ministro dell’Agricoltura, Gianni Alemanno, subito dopo un incontro con il titolare dell’Economia, Domenico Siniscalco (che oggi incontrerà il responsabile del Welfare, Roberto Maroni). «Bisogna chiarire all’interno del governo la questione dei rinnovi contrattuali prima della fine del mese», ha aggiunto Alemanno.

Appoggiando in parte le richieste dei sindacati, ma mettendosi in rotta di collisione con la Lega Nord, Gianfranco Fini nei giorni scorsi aveva chiesto un’eccezione al tetto del 2% alla crescita della spesa pubblica per i contratti. Tetto che permetterebbe oggi al governo di offrire ai sindacati un aumento del 3,7% per il biennio 2004-2005, contro l’8% chiesto dai sindacati.

Siniscalco ha proposto di ricavare margini più ampi per i contratti, sempre restando nel tetto complessivo del 2%, con la conferma del blocco del turn-over e degli scatti automatici di carriera, ma il problema è evidentemente politico. Il vertice chiesto da An, peraltro, dovrebbe servire a dipanare anche l’altro nodo sul tavolo del governo, quello degli sgravi fiscali.

Il Fmi ha ricordato ieri che, sebbene auspicabile, la riduzione delle tasse in alcuni Paesi «è una priorità inferiore rispetto a quella del risanamento dei bilanci. A meno che gli sgravi non siano coperti da misure compensative», come il governo italiano si è detto pronto a fare. Secondo le anticipazioni del rapporto autunnale, per il Fondo la situazione dei conti italiani resterebbe fonte di «massima preoccupazione» (un passaggio che potrebbe essere sfumato nella versione definitiva), e necessiterà di «misure sostanziali nel 2005, tanto più se ci saranno gli sgravi».

In attesa del confronto con il governo, intanto, le parti sociali lanciano segnali di compattezza. I sindacati, pronti alla mobilitazione per i contratti, chiedono al governo «un cambiamento radicale di rotta», come ha fatto ieri la Cisl, mentre la Cgil è già pronta a dire «no a una Finanziaria di tagli». Anche le imprese fanno fronte comune. Undici sigle, tra cui Abi e Confindustria, hanno firmato un documento chiedendo al governo privatizzazioni, liberalizzazioni, nuovi incentivi, sgravi Irap, semplificazione amministrativa. In sintesi, una politica industriale.

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