Da Corriere della Sera del 23/09/2004
Siniscalco: niente condoni. Due tavoli su competitività e prezzi
Il tetto al 2% non vale per pensioni e welfare. Possibile il bonus per il primo figlio
di Mario Sensini
ROMA - «Nessun condono nella manovra 2005». Il governo esclude nuove sanatorie e conferma alle imprese e ai sindacati, cui ha offerto disponibilità ad aprire due tavoli di confronto sullo sviluppo e i prezzi, l’impostazione e l’entità della manovra sui conti 2005. La Finanziaria che sarà varata il 29 settembre sarà dunque composta da 17 miliardi di misure strutturali e 7 di una tantum, e servirà per portare il deficit dal tendenziale del 4,4% del Pil al 2,7%. Gran parte della copertura, ha spiegato ieri il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco nel vertice con le parti sociali, verrà dalla nuova regola dei tetti al bilancio. Il 2% di crescita massima della spesa frutterà 7 miliardi di risparmi sul tendenziale. Altri 7 miliardi verranno dalla «manutenzione del gettito», necessaria per compensare il venir meno degli incassi dal condono fiscale (7 miliardi nel 2004).
Per il 2005 è prevista una crescita delle entrate del 3,5% e non si esclude che per il gettito occorra una revisione degli studi di settore e degli accertamenti. Nella manovra sono poi previsti altri 7 miliardi di una tantum , da ottenere con la dismissione di immobili e crediti e, per arrivare ai 24 della manovra, altri 3 miliardi da varie misure, compresa la trasformazione degli incentivi alle imprese.
Il tetto del 2% alla crescita della spesa, ha spiegato ieri Siniscalco, si applicherà anche agli enti locali, ma non alle pensioni e al welfare. Alle Regioni Siniscalco ha prospettato un incremento del fondo sanitario nazionale del 2% «rispetto al costo storico». Novità apprezzata senza riserve, anche perché secondo le Regioni vorrebbe dire aumentare il fondo sanitario da 81 a 89 miliardi, mettendo finalmente in conto i veri costi della Sanità che i governatori ritengono sottostimata per, appunto, 8 miliardi di euro. Alle Regioni che non riusciranno a mantenere il tetto del 2% sarà data la possibilità di sbloccare le addizionali regionali sull’Irpef. Qualche problema in più, da approfondire in appositi tavoli tecnici, c’è invece per l’applicazione del tetto del 2% ai Comuni, che secondo l’Anci «tradotto in pratica significa tagli». Nella Finanziaria dovrebbe trovare posto anche il bonus per i neonati, che il ministro del Welfare, Roberto Maroni, vorrebbe estendere ai primi figli. La copertura del costo stimato, 540 milioni, deve però essere individuata. Ancora aperta la questione dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego, da far rientrare anch’essi nel tetto del 2%, con i sindacati più che mai decisi allo sciopero.
Il governo ha poi garantito l’accelerazione delle grandi opere. Il Cipe si riunirà in ottobre per ridefinire l’elenco delle infrastrutture immediatamente cantierabili. L’altro elemento che segnerà la Finanziaria, ha ribadito ieri Berlusconi, è la difesa del potere d’acquisto. Il governo, fatto l’accordo con la distribuzione, cerca ora un’intesa con le banche e le assicurazioni. E ha garantito alle parti sociali, oltre a quello sulle tasse e le misure per la competitività, un tavolo di confronto anche sul potere d’acquisto.
Per il 2005 è prevista una crescita delle entrate del 3,5% e non si esclude che per il gettito occorra una revisione degli studi di settore e degli accertamenti. Nella manovra sono poi previsti altri 7 miliardi di una tantum , da ottenere con la dismissione di immobili e crediti e, per arrivare ai 24 della manovra, altri 3 miliardi da varie misure, compresa la trasformazione degli incentivi alle imprese.
Il tetto del 2% alla crescita della spesa, ha spiegato ieri Siniscalco, si applicherà anche agli enti locali, ma non alle pensioni e al welfare. Alle Regioni Siniscalco ha prospettato un incremento del fondo sanitario nazionale del 2% «rispetto al costo storico». Novità apprezzata senza riserve, anche perché secondo le Regioni vorrebbe dire aumentare il fondo sanitario da 81 a 89 miliardi, mettendo finalmente in conto i veri costi della Sanità che i governatori ritengono sottostimata per, appunto, 8 miliardi di euro. Alle Regioni che non riusciranno a mantenere il tetto del 2% sarà data la possibilità di sbloccare le addizionali regionali sull’Irpef. Qualche problema in più, da approfondire in appositi tavoli tecnici, c’è invece per l’applicazione del tetto del 2% ai Comuni, che secondo l’Anci «tradotto in pratica significa tagli». Nella Finanziaria dovrebbe trovare posto anche il bonus per i neonati, che il ministro del Welfare, Roberto Maroni, vorrebbe estendere ai primi figli. La copertura del costo stimato, 540 milioni, deve però essere individuata. Ancora aperta la questione dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego, da far rientrare anch’essi nel tetto del 2%, con i sindacati più che mai decisi allo sciopero.
Il governo ha poi garantito l’accelerazione delle grandi opere. Il Cipe si riunirà in ottobre per ridefinire l’elenco delle infrastrutture immediatamente cantierabili. L’altro elemento che segnerà la Finanziaria, ha ribadito ieri Berlusconi, è la difesa del potere d’acquisto. Il governo, fatto l’accordo con la distribuzione, cerca ora un’intesa con le banche e le assicurazioni. E ha garantito alle parti sociali, oltre a quello sulle tasse e le misure per la competitività, un tavolo di confronto anche sul potere d’acquisto.
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